Comune di Solesmes – (59)

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Storia dello stemma e del comune

Solesmes è un comune del dipartimento del Nord, nella regione dell’Hauts-de-France (Alta Francia), omonimo dell’altra località più nota di Solesmes (Sarthe), sede di una celebre abbazia benedettina.

Anche questa ebbe la sua “abbazia” fondata nella valle della Selle, affluente dell’Escaut,  su un possedimento che il re Childebert IV aveva donato nel 705 all’abbazia di Saint-Denis di Parigi in una località che potrebbe derivare il proprio nome dal latino “Fanum Solis” (tempio del sole), succeduto ad un sito di culto di epoca gallica, ma “Sol” potrebbe anche essere un nome personale o l’antico nome della Selle, dal quale “Sal Heim”: “villaggio di Sol” o “villaggio lungo la Selle”.

Il piccolo monastero sorse intorno al IX secolo adottò la denominazione del santo titolare della casa-madre, Saint Denis (San Dionigi) vescovo di Parigi e martire del III secolo, che viene tutt’ora perpetuato dalle fonti minerali del luogo, dalle quali si ricavava una birra apprezzata.

Con il Trattato di Verdun dell’803 la località si venne a trovare nel Regno Franco Orientale, destinato a Luigi “il Germanico” rimanendo soggetta all’abate di Saint Denis, in Francia Occidentale. Per lungo tempo Solesmes fu un’enclave “francese” all’interno dell’Hainaut borgognone, poi spagnolo.

La denominazione, impropria, di “abbazia” si deve allo storico Victor Ruffin, che nel 1869 dedicò uno studio all’antico priorato, dichiarando (senza prove documentarie) che ospitava 12 monaci (il minimo canonico per poter essere dichiarato “abbazia”). In realtà, le fonti documentarie presentano Solesmes come una modesta istituzione, senza una personalità giuridica autonoma, diretta da un “prevosto”, le cui rendite erano a profitto della mensa abbaziale dell’abbazia di Saint-Denis. Forse nel XII o XIII secolo il numero di religiosi fu più numeroso, sempre diretti da un prevosto (o “priore”).

Nel 1180 l’abate di Saint-Denis cedette il bosco presso la “Chaussée Brunehaut” (Strada di Bruenehaut) a Baldovino V conte di Hainaut, che vi fondò la “ville franche” (“città franca”: cioè esente da imposte per favorirne lo sviluppo) di Forest, che divenne un centro a controllo di quella importante via di comunicazione al confine dei suoi stati e che poteva servire da appoggio alle truppe in caso di necessità. Il priorato si pose quindi sotto la protezione comitale, soprattutto nei confronti del signore di Bousies, che era stato scelto come “advocato” (protettore laico) della comunità da parte dell’abate, ma che si rivelò avido e ostile. A causa di questa dedizione, si generò un conflitto con l’abate di Maroilles, che vantava diritti su una parte del territorio (nella zona di Croix-Caluyau).

A causa dei numerosi conflitti nella regione, il monastero ebbe a subire diversi attacchi e saccheggi.

Il 15 febbraio 1605 l’abbazia di Saint-Denis, in grave crisi finanziaria, fu costretta a vendere il priorato all’arcivescovo di Cambrai, per 28.000 “lire tornesi” e il priorato da abbaziale divenne vescovile.

Dopo la Guerra dei Trent’Anni, il territorio fu conquistato da Luigi XIV, con il Trattato dei Pirenei del 1659 l’Hainaut venne definitivamente assegnato alla Francia, inclusa la Prevostura di Quesnoy, che controllava Solesmes. Nel 1789 sette deputati rappresentavano la parrocchia al consiglio del Baliaggio del Quesnoy.

Oggi non ne rimane che la chiesa, notevolmente rimaneggiata, che occupa l’area nord dell’antico insediamento. In questo periodo, avrebbe avuto luogo l’insurrezione dei contadini contro il priorato, a ricordo del quale si celebra ancora oggi il “Carnevale di Solesmes”, durante il quale i cittadini atteggiati a “Seringueux” si armano di lunghe siringhe d’acqua con le quali irrorano i passanti.

Nel corso del XIX secolo la località ebbe un notevole sviluppo industriale, con l’istituzione di diversi opifici di carpenteria metallica, raffinerie di zucchero.

Lo stemma del Comune è « De sable aux trois croissants d’argent » (Di nero, a tre crescenti di luna d’argento) che furono le armi proprie della famiglia dei De Solesmes (che però aveva i crescenti d’oro), che presero il loro agnome dal luogo che governavano e che furono poi adottate dal Comune come proprie grazie all’Ordinanza Reale di Luigi XVIII del 13 dicembre 1823 dove è specificato: « de sable à trois croissants d’argent, posés deux et un ».

Sulle bottiglie della birra “Abbaye dei Solesmes” che venne prodotta in loco fino alla metà del XX secolo, non compariva lo stemma abbaziale, ma una variante di quello del Comune: con campo azzurro e le tre lune crescenti d’argento.

Lo stemma è insignito della Croix de Guerre 1914-1918 e della Croix de Guerre 1939-1945 grazie a “…le courage et l’héroïsme dont ont fait preuve ses habitants à l’occasion des deux guerres mondiales et plus particulièrement en octobre 1918 (libération) ainsi que le 9 mai 1944 (bombardement)”.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini



Profilo araldico


“Di nero, a tre crescenti di luna d’argento”

Oggetti dello stemma:
crescente di luna

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
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  • motto
  • istituzione nuovo comune