San Zanobi
San Zanobi
Zanobi, vissuto tra IV e V secolo, è il primo vescovo della Diocesi fiorentina del quale si abbia certezza documentale. Ne resta traccia negli scritti di Paolino da Milano, biografo di Sant’Ambrogio, che attorno al 422 annotò che a Firenze: «… è ora vescovo il sant’uomo Zenobio».
Fonti più tarde riportano che sarebbe nato a Firenze, mentre altri lo considerano di origine greca, per il fatto che padroneggiava egregiamente quella lingua. Del resto è storicamente provato che il centro di diffusione del cristianesimo nella città di Firenze sarebbe stata la comunità levantina riunita in un piccolo borgo al di là del ponte sull’Arno, dove fu fondata la chiesa di Santa Felicita.
In ogni caso Zanobi sarebbe stato battezzato ed educato nella religione cristiana da un non meglio precisato vescovo Teodoro; quindi intraprese la carriera ecclesiastica. Conobbe Ambrogio da Milano, di passaggio a Firenze nel 394, col quale strinse amicizia, tanto che lo seguì nel suo viaggio verso Roma. Qui Ambrogio lo presentò a papa Damaso I, che lo nominò suo diacono, affidandogli una missione presso la corte imperiale di Costantinopoli.
È ancora Paolino da Milano a riportare che, tornato nella sua città, divenne vescovo per acclamazione dei concittadini e, ispirato dall’operato di sant’Ambrogio, promosse l’evangelizzazione e la vita liturgica, tanto da venir definito “l’apostolo di Firenze”.
Grazie all’aiuto di una nobildonna di nome Giuliana, fondò fuori dalla porta settentrionale della città la chiesa di San Lorenzo, che divenne la prima cattedrale fiorentina, organizzando attorno ad essa una vera e propria Diocesi per Firenze e dintorni.
Secondo la leggenda agiografica, Zanobi avrebbe compiuto vari miracoli. Il più celebre narra di una pellegrina francese che, di passaggio a Firenze, avrebbe affidato il figlio malato allo stesso vescovo per farlo curare, mentre lei proseguiva il suo viaggio per Roma. Zanobi accettò, assistendo il giovane e facendolo curare; ciò nonostante, il giorno stesso in cui la madre tornò a Firenze, rese l’anima a Dio. Era il giorno di Pasqua dell’anno 400, e la madre disperata fece trasportare il corpo del figlio al cospetto del santo vescovo, che incontrò in Borgo degli Albizi mentre rientrava processionalmente col suo clero al vescovado. Qui con viva fede la donna si gettò ai piedi del sant’uomo, pregandolo di rendere la vita al figlio che gli aveva affidato. Zanobi, prostratosi a terra rivolto a oriente, pregò a lungo, quindi fatto il segno della croce sopra al defunto, tra la meraviglia del popolo lo resuscitò, restituendolo alla madre vivo e in buona salute.
Zanobi morì tra il 417 e il 429, tradizionalmente il 25 maggio. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo, ma quando i fiorentini eressero la nuova cattedrale dedicata a Santa Reparata i suoi resti vennero lì traslati con tutti gli onori. Secondo la leggenda agiografica la traslazione sarebbe avvenuta in pieno inverno, ma quando al suo passaggio la bara del santo sfiorò un olmo in piazza San Giovanni, l’albero sarebbe miracolosamente rifiorito. Nel legno di quell’olmo sarebbe in seguito stato scolpito un crocifisso, conservato oggi nella chiesa di San Giovannino dei Cavalieri. Sul luogo del miracolo, a perenne ricordo, resta una colonna cimata da una croce, presso il battistero.
La celebrazione liturgica del santo è fissata dal Martirologio Romano al 25 maggio; Zanobi è compatrono, con sant’Antonino Pierozzi, dell’arcidiocesi di Firenze; dal 1983 è anche il patrono di Scandicci.
Una tradizione locale vuole che il santo sia appartenuto alla famiglia Girolami. Questa fece apporre sulla propria torre, non lontana dal Ponte Vecchio, una lapide nella quale si legge, in caratteri gotici, «La Famiglia de Girolami in perpetuo dona, e diputa le rendite di questa Torre ogni anno per metà al oferta di Santo Zanobi loro consorto». La lapide, ritrovata tra le rovine della torre, minata dai tedeschi nel 1944, è stata restaurata e si conserva nel museo di Palazzo Vecchio. La famiglia Girolami alzava un’arme “d’argento, alla croce decussata di nero” che, in allusione a tale memoria, era solita caricare nel capo dello scudo con una mitra episcopale.
Nota di Michele Turchi
Bibliografia
– Giuseppe Maria Brocchi, Vite de’ santi e beati fiorentini, Firenze 1742.
– Alessandro Ciandella, San Zanobi. Vita, reliquie, culto, iconografia, Firenze 2005.
– Claudio Raspollini, San Zanobi, una storia di Strada. Vita e opere di San Zanobi, Firenze 1998.
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Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Lo stemma dei Girolami con in capo la mitra episcopale.
Lo stemma dei Girolami con in capo la mitra episcopale.
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