Abbazia di Notre Dame du Bec


Abbazia di Notre Dame du Bec

L’abbazia di Notre-Dame du Bec è un’abbazia cattolica benedettina che è gestita dalla Congregazione di Santa Maria del Monte Oliveto ed è situata a Bec-Hellouin, vicino a Brionne, nel dipartimento dell’Eure, in Normandie. È stata fondata nel 1034 da 1034 da Herluin, o Helloin cavaliere del conte Gilbert de Brionne.

Proprio l’arrivo degli italiani Lanfranco di Pavia, primo priore e maestro scolastico, e Alselmo d’Aosta permise a Bec di diventare uno deu principali centri della vita intellettuale dell’XI secolo.

L’abbazia di Bec è legata da più di mille anni alla diocesi di Canterbury cui ha dato tre arcivescovi.

Dopo le rovine prodotte dalla Rivoluzione francese, l’abbazia ha avuto una nuova vita con il passaggio ai monaci benedettini del Monte Oliveto che, nel 1948, hanno rilevato l’abbazia.

Mentre dell’abbazia restano la sala capitolare, il chiostro del XVII secolo e le costruzioni conventuali del XVIII secolo, della chiesa non restano che le fondazioni e la chiesa attuale si trova sull’antico refettorio.

La fondazione non è dovuta a lasciti di grandi signori, ma di un semplice cavaliere non colto, Herluin, toccato dalla devozione.

Nel 1035, l’arcivescovo di Lisieux lo nomina abate e sottomette il monastero alla regola di San Benedetto.

Venne costituita, in seguito, una «Scuola di Bec» da Lanfranco di Pavia, nel 1939 che ottiene subito un grande successo grazie alla qualità dei suoi insegnanti. Vi studierà anche Anselmo di Aosta che succederà a Lanfranco come abate. Vi era arrivato come alunno nel 1059 e, nel 1063, divenne priore e maestro nel momento in cui Guglielmo il conquistatore offre a Lanfranco l’abbazia di Saint-Étienne de Caen. Sotto la direzione di Anselmo la scuola di Bec si guadagnerà la fama di qualità eccezionale e vi attirerà allievi da tutta la Francia e paesi limitrofi.

Nel 1093 succederà a Lanfranco come arcivescovo di Canterbury dopodiché gli succedette Guillaume de Montfort-sur-Risle, priore di Poissy che aveva trascorso 15 anni al Bec. In quel periodo si ha un’espansione enorme con la fondazione di undici priorati

Il suo splendore declina nel XII secolo con la partenza di Anselmo e di molti suoi compagni.

Tuttavia si riprende con le donazioni e con la costruzione di una nuova chiesta e con l’allargamento delle costruzioni esistenti.

Viene fortificata nel XIV secolo, ma subisce distruzioni a causa della guerra dei Cent’anni. Dopo anni di distruzioni e di saccheggi, nel 1491 diventa abate Guillaume Guérin, ultimo abate regolare.

Dopo si susseguirono gli abati commendatari tra i quali ci fu anche un ragazzino di 9 anni. La situazione contribuì a indebolire spiritualmente e finanziariamente l’abbazia unitamente alle guerre di religione che costringe i monaci a lasciarle l’abbazia.

La Congregazione benedettina di Saint-Maur inizia, nel XVII secolo, una riforma dei monasteri francesi instaurando una nuova disciplina, il lavoro intellettuale e lavori di erudizione. Anche l’abbazia del Bec ne trae giovamento e viene restaurata la sua parte muraria e sviluppata la parte intellettuale.

La forma grandiosa definitiva dell’abbazia è dovuta, nel 1742, all’intervento di Luigi di Borbone-Condé, conte di Clermont. Yves Alexandre de Marbeuf, arcivescovo di Lione, gli succedette nel 1782 e fu l’ultimo abate prima della rivoluzione.

La Rivoluzione francese espulse l’ultimo monaco nel 1792 e, durante dieci anni, gli edifici furono abbandonati e saccheggiati. Napoleone ne fece un deposito degli stalloni dell’esercito, salvandola così dalla distruzione totale, ma snaturando gli edifici.

Nel frattempo la Torre Saint-Nicolas era stata inserita tra i monumenti nazionalie i resti dell’abbazia classificati resti storici nel 1948. Contemporaneamente, una comunità benedettina olivetana, coinvolta nel movimento ecumenico, desiderosa di radicarsi in un luogo aperto anche agli anglicani che vanno a venerare Lanfranco e Anselmo decide il restauro al quale parteciperà anche lo Stato che cederà gli edifici ad una associazione che, a sua volta, lo trasferirà ai monaci nel 1948. Rinasce così la comunità monastica e gli edifici vengono lentamente restaurati e a poco a poco riassumono la loro funzione originale. Il centro di azione della comunità è l’ecumenismo che diventa il punto nodale dell’impegno monacale con una particolare attenzione verso l’anglicanesimo viste le relazioni secolari tra l’abbazia e l’arcivescovado di Canterbury.

 

Per ovvie ragioni cronologiche l’abate Anselmo non aveva uno stemma proprio o di famiglia, molto più tardi il monastero assumerà l’arma ispirata a quella del Regno di Francia, ma con il significativo campo rosso della Normandia. Lo stemma dell’abbazia du Bec si blasona « De gueules, semé de fleurs de lys d’argent »; in italiano: “Di rosso, seminato di gigli di Francia d’argento”.

 

 

Note di Massimo Ghirardi e Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

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“Di rosso, seminato di gigli di Francia d’argento”.

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