San Folco Scotti da Piacenza


San Folco Scotti da Piacenza

Nato nel 1164 dalla nobile famiglia degli Scotti di Piacenza, entrato tra i canonici regolari di Sant’Eufemia di Piacenza, intorno al 1185 venne inviato a Parigi per studiare Teologia, ritornato nella città natale all’età di vent’anni divenne priore di Santa Eufemia, nel 1194, e divenne noto come eccellente predicatore. Nominato arciprete della cattedrale insegnò presso la scuola di teologia di Piacenza, all’epoca abbastanza rinomata. Molto vicino al vescovo Grimerio, Folco lo seguì in esilio a Castell’Arquato quando questi entrò in conflitto con il Comune a proposito dell’esenzione fiscale del clero (1203-1207).

Al ritorno venne eletto, quasi contemporaneamente, canonico della cattedrale e arciprete, andando così a ricoprire la seconda carica della Diocesi dopo il vescovo. Alla morte di quest’ultimo, nell’aprile del 1210, Folco fu quindi chiamato a succedergli il 2 agosto 1210, malgrado le complicazioni nella procedura elettorale causate dalla rivalità esistente fra i capitoli delle varie chiese. L’intervento di un legato pontificio, il vescovo di Novara Gherardo da Sessia, permise che si procedesse all’elezione, confermata da papa Innocenzo III. Ma Folco non fu mai consacrato vescovo di Piacenza e governò la diocesi con il solo titolo di “vescovo eletto”.

 

Rimasta vacante la sede di Pavia, papa Onorio III lo consacrò e lo trasferì a quella sede nel 1216, giuntovi istituì mense per i poveri e scuole gratuite per i giovani, intraprese riforme dei monasteri, difese i diritti ecclesiastici nei confronti del potere civile e intervenne come paciere nella lotta tra le fazioni, anche tra Piacenza e Pavia, acquisendo fama di santità.

 

Rimase a Pavia fino alla morte avvenuta il 16 dicembre 1229. il suo corpo riposa nella cattedrale della città lombarda. Fu canonizzato da Gregorio IX, ma il suo culto si sviluppò solo a partire dal XVI secolo, inizialmente a Pavia.

 

Gli Scotti vantano un’ascendenza dagli Scoti, abitanti della Scotia, l’attuale Irlanda, una tribù dei quali si sarebbe trasferita in Italia nel periodo carolingio. La leggenda di famiglia afferma che sarebbero ascrivibili al clan Douglas. Un certo Marius Douglas “Scoto”, figlio di Sholto Douglas e cugino del re Acaio (Eochaid IV) d’Irlanda venne in Italia in aiuto al’imperatore Carlo Magno nella guerra contro Desiderio, re longobardo d’Italia. A seguito di ciò, si sarebbe stabilito nel territorio di Piacenza, separato da Pavia dal fiume Po. La famiglia ebbe due linee principali: di Piacenza e di Milano.

 

Alla dinastia apparterrebbe anche san Donato “Scoto” (cioè “nativo dell’Irlanda” nel IX sec.), vescovo di Fiesole, al quale si deve la costruzione della chiesa di Santa Brigida di Piacenza nell’826 (a lui si deve la biografia della santa, originaria di Kildare).

 

Lo stemma del ramo piacentino si blasona: “d’azzurro, alla banda d’argento, accompagnata da due stelle (6) dello stesso, una in capo e l’altra in punta”.

 

Lo stemma del ramo milanese si blasona: “Palato d’oro e di rosso, il secondo palo d’oro caricato di un’aquila di nero coronata del campo”.

 

 

© Massimo Ghirardi, 2024

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Profilo araldico


“D’azzurro, alla banda d’argento, accompagnata da due stelle (6) dello stesso, una in capo e l’altra in punta”.

Oggetti dello stemma:
stella
Pezze onorevoli dello scudo:
banda
Attributi araldici:
in capo e in punta

LEGENDA

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