Beato Pietro Acotanto


Beato Pietro Acotanto

Gli Acotanto (talvolta anche Acoitanto) sono stati una famiglia patrizia veneziana estintasi nel XIV secolo forse originaria di Altino, dalla quale si trasferirono in laguna durante le invasioni barbariche. Altre fonti affermano che sarebbero stati di origine bizantina, giunta a Venezia al seguito del doge Domenico Michiel, tra il 1122 e il 1126.

Lo stemma di famiglia si blasona: “di rosso, a tre bande d’argento, caricate da moscature d’armellino poste in palo nel senso della pezza”.

Tra i membri illustri della famiglia, si ricorda, Pietro Acotanto, monaco benedettino vissuto nel XII secolo, venerato come beato dalla Chiesa cattolica.

Nato nel 1108 e di indole mite e caritatevole: nei poveri vedeva Cristo e nella elemosina una manifestazione di fede, anche se tante volte taluni ne approfittavano. Nottetempo si recava in giro per i quartieri più poveri, con l’aiuto di una barchetta, per distribuire aiuti e conforto.

Vendette tutto quello che aveva, e si ritirò tra i benedettini dell’isola di San Giorgio dove volle fare i servizi più umili: quali coltivare l’orto e portar l’acqua alla cucina del monastero, attingendola a fatica dal pozzo. L’esempio di virtù che egli diede è tale che, alla morte dell’abate Pasquale, i confratelli lo avrebbero voluto come loro superiore, ma Pietro rinunciò e anzi chiese di poter vivere come eremita accanto al monastero, dove costruì una piccola capanna.

Morì il 23 settembre 1187, come aveva predetto egli stesso tempo prima, e venne sepolto nella chiesa di famiglia di San Basilio (San Basegio) a Venezia, e intorno alla sua tomba cominciarono ad accadere miracoli per la sua intercessione. Il pievano però fece esumare il corpo per portarlo nell’attiguo cimitero, per evitare onori non autorizzati. Il 23 aprile 1240 il vescovo di Venezia Nicolò Morosini lo fece riportare in chiesa e ne approvò il culto, nel 1250 avvenne l’invenzione del suo corpo, trovato intatto.

Nel 1305 la salma fu trasferita nuovamente in un’altra tomba del limitrofo cimitero ma, nel 1340, venne definitivamente traslata all’interno della chiesa, sopra l’altare del Crocifisso. Riconosciuto come taumaturgo, papa Clemente XIII lo dichiarò beato nel 1759.

Nel 1810, a seguito della soppressione napoleonica della chiesa di San Basilio, le sue reliquie furono traslate nella vicina chiesa di San Sebastiano e poi, nel 1821 nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (San Trovaso), ove si trovano tuttora.

La festa liturgica del patrizio veneziano beato Pietro Acotanto fu fissata secondo l’antica tradizione il 26 agosto, Flaminio Corner ne compose l’ufficio e la messa propria. I benedettini invece lo festeggiano il 23 settembre.

Il beato Pietro Acotanto è compatrono della città di Venezia.

 

 

© 2024, Massimo Ghirardi

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Disegnato da: Massimo Ghirardi

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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“Di rosso, a tre bande d’argento, caricate da moscature d’armellino poste in palo nel senso della pezza”.

Colori dello scudo:
argento, armellino, rosso
Partizioni:
bandato
Pezze onorevoli dello scudo:
banda
Attributi araldici:
caricato, nel senso della pezza, posto in palo

LEGENDA

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