Comune di Cedrasco – (SO)

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Informazioni

  • Codice Catastale: C418
  • Codice Istat: 14016
  • CAP: 23010
  • Numero abitanti: 471
  • Nome abitanti: cedraschini
  • Altitudine: 287
  • Superficie: 14.77
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 9.0
  • Comuni confinanti:

    Berbenno di Valtellina, Caiolo, Foppolo, Fusine, Postalesio.

Storia dello stemma e del comune

Probabilmente il toponimo Cedrasco deriva da un nome personale latino tipo “Cetrius” o “Caetrius” oppure dalla voce valtellinese “scidriò, scidriùn” (mirtillo). Un’altra ipotesi sull’origine del nome è assai poco probabile data la natura del terreno, e cioè che nasca da “citrus” o “cedrus”, “cedro”.     Alle sue origini il borgo dipese amministrativamente dal comune di Postalesio, mentre per giurisdizione ecclesiastica fece parte della parrocchia di Berbenno. Verso la metà del XV secolo conquistò la sua autonomia diventando comune autonomo nel 1442 e successivamente, distaccandosi dall’arcipretura di S. Pietro di Berbenno, nell’anno 1454 fu proclamata parrocchia. La storia del paese inizia con la presenza (ampiamente documentata in un atto risalente agli ultimi anni del ‘300) di un forno per la lavorazione del ferro, che doveva la sua importanza alla vicinanza delle miniere della Val Cervia e della Valmadre. L’attività si protrasse per molto tempo, diventando il fulcro principale dell’economia locale e dando lavoro a buona parte dei Cedraschini. Nei secoli che seguirono, il borgo condivise le sorti dell’intera  regione. Non ci sono notizie sulla Cedrasco medievale: è probabile, quindi, che l’origine del borgo risalga al secolo XIV, quando la Valtellina venne annessa ai domini ducali dei Visconti di Milano. L’impulso allo sviluppo del borgo furono le miniere di ferro, cui Milano era assai interessata: un documento del 1378, infatti, attesta l’esistenza nel paese di un forno fusorio. Dal punto di vista religioso la comunità apparteneva alla pieve di Berbenno, dalla quale si staccò nel 1454, costituendosi in parrocchia autonoma dedicata ai santi Agostino e Tommaso. Dal punto di vista amministrativo civile, invece, Cedrasco appartenne al comune di Postalesio, dal quale si staccò nel 1442. Nel 1492 la frazione di Spinedi, a nord dell’Adda, inizialmente assegnata a Cedrasco, venne rassegnata a Postalesio, per cui il confine fra i due comuni venne portato al fiume Adda. Nel 1513 la peste infierì in paese portandosi via diverse migliaia di vittime. Dal primo agosto 1513 al marzo del 1514 non piovve né nevicò mai, e nel gennaio del 1514 le temperature scesero sotto lo zero per 25 giorni, facendo morire quasi tutte le viti. Nell’aprile del 1515 nevicò per diversi giorni e vi fu gran freddo che arrecò il colpo di grazia alle già colpite viti della valle. Nel 1526 la peste tornò a colpire nel terziere di Mezzo, e ne seguì una dura carestia. L’anno successivo un’ondata di freddo e di neve nel mese di marzo danneggiò di nuovo seriamente le viti. Nell’ottobre del 1539 fino al 15 aprile del 1540 non piovve né nevicò mai. La prima metà del seicento fu, per l’intera Valtellina, un periodo nerissimo: nel contesto della Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) essa fu percorsa dagli eserciti delle due parti in lotta, spagnoli ed imperiali, da una parte, grigioni e francesi, dall’altra. Nel luglio del 1620 scoppiò l’insurrezione capeggiata da alcuni nobili cattolici contro il governo delle Tre Leghe Grigie, e si scatenò una feroce caccia all’eretico protestante, con un bilancio finale di 300-400 vittime nell’intera Valtellina. A Cedrasco c’era un solo protestante e venne ucciso anche questo.     Apri qui una panoramica di Cedrasco   Nel 1629 la calata dei Lanzichenecchi diffuse il morbo della peste. A Cedrasco fu posto un “rastrello” sul ponte dell’Adda per evitare che i vicini passassero dall’una all’altra sponda del fiume. La ripresa settecentesca non fu, però, priva di arresti e momenti difficili legati soprattutto ad alcuni inverni eccezionalmente rigidi. Cedrasco seguì poi la Repubblica cisalpina e il Regno d’Italia, sempre sotto il controllo di Napoleone: Cedrasco, nel Dipartimento dell’Adda, nel 1805 era incluso nel primo cantone di Sondrio come comune di III classe, con 277 abitanti. Rimase in tale distretto anche dopo la caduta napoleonica e l’insediamento della casa d’Austria. Cacciati gli austriaci, alla proclamazione del regno d’Italia, nel 1861, Cedrasco fa registrare una popolazione di 268 abitanti.   Lo stemma mostra diversi elementi che alludono alla posizione montana del territorio, con il monte d’argento, mentre la fascia argento richiamerebbe il torrente omonimo che bagna il territorio, infine l’albero in capo (che potrebbe essere un “cedro”, in funzione “parlante”) richiama le estese foreste che caratterizzano la regione.   Nota di Massimo Ghirardi e Bruno Fracasso     Bibliografia:   Foppoli M. 1999 – GLI STEMMI DEI COMUNI DI VALTELLINA E VALCHIAVENNA. Origini, storia e significato degli emblemi dei Comuni della Provincia di Sondrio. Alpinia, Bormio, p. 77.   http://paesidivaltellina.it/cedrasco/index.htm

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini



Profilo araldico


“Partito, nel primo di rosso a tre monti d’argento posti 2, 1; nel secondo d’azzurro alla fascia d’argento. Il capo d’oro al cerro sradicato al naturale. Ornamenti esteriori di Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro, oro, verde
Partizioni:
capo, partito
Oggetti dello stemma:
cerro, monte
Pezze onorevoli dello scudo:
fascia
Attributi araldici:
posto 2-1, sradicato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune