Città di Isernia – (IS)

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Informazioni

  • Codice Catastale: E335
  • Codice Istat: 94023
  • CAP: 86170
  • Numero abitanti: 22150
  • Nome abitanti: isernini
  • Altitudine: 423
  • Superficie: 68.76
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Anticamente la città si chiamava Æsernia, e fu fondata dalla tribù sannita dei Pentri, il nome deriva dal termine idronimico prelatino “ais”: col significato di “[fiume] che scorre velocemente”.

La città è antichissima, dopo le vicende sannite nel 263 a.C. diviene Colonia Romana; subisce numerosissimi e frequenti saccheggi e distruzioni: dai Romani nel I secolo a.C., dai Vandali nel V secolo, dai Saraceni nel IX secolo, nonché dai terremoti e dai terribili bombardamenti della II Guerra Mondiale.

Dalla metà del XIII secolo entra a far parte del Regno Angioino di Napoli, al quale resterà legata fino al 1861.

Lo stemma della città di Isernia tutt’ora in uso è di foggia antica: è costituito essenzialmente da uno scudo azzurro caricato delle iniziali della città “IS” formate da una variazione del tradizionale “caduceo”, cioè un bastone d’oro in forma di scettro intorno al quale è avvolto un serpente1.

Secondo lo storico isernino Stefano Jadopi, che scrive alla metà del XIX secolo, si tratta di «un serpe attorcigliato ad una clava a forma di scettro, che si vuole essere stata appunto l’insegna di una nazione più antica di fede, di fortuna e di civiltà degli stessi Pelasgi».

Di certo è giù in uso nel XVI secolo, nella biblioteca civica “Michele Romano”, è con-servato infatti un diploma di privilegio, concesso alla città di Isernia dall’imperatore Carlo V nel 1521, su cui è riportato l’emblema municipale.

Nello Statuto Comunale è descritto (piuttosto sommariamente) come: “… Scudo oblungo di tipo sannitico su cui campeggiano le iniziali della città, composte da un caduceo verticale intorno al quale è attorcigliato un serpente a forma di S. Lo scudo è avvolto da foglie di acanto e sormontato da un elmo rabescato a cancelli con cimiero. Le lettere, le foglie ed i bordi dello scudo sono di colore azzurro [sic] e l’elmo è di colore grigio scuro”.

Lo scudo azzurro è bordato d’oro, come dello stesso metallo sono le figure che compongono il monogramma IS, ed è caricato su di un supporto pure d’oro decorato con ampie foglie di acanto e sormontato, in luogo della corona nobiliare, di un elmo d’argento rabescato, con visiera a cancelli e due piume di struzzo come cimiero, ricadenti ai lati.

Quello che viene definito “caduceo” è in realtà più simile al “bastone di Esculapio”; il “caduceo” vero e proprio è un bastone al quale sono attorcigliati due serpenti affrontati, cimato da un volo spiegato, tradizionalmente portato nella destra da Mercurio. Secondo la leggenda il dio, al suo arrivo in Arcadia (una regione della Grecia) vide due serpi che lottavano tra loro: gettato in mezzo il suo bastone da messaggero essi si riappacificarono avvolgendosi intorno al legno. Il suo nome greco Kerykeion, letteralmente significa ‘verga dell’araldo’ (“Kêryx”: araldo) la quale altro non era che un bastone al quale erano legati due nastri, segno visibile dell’ufficio di chi lo presentava (ancora oggi si definisce così lo scettro dell’Araldo).

Il bastone o “verga” di Esculapio (anche Asclepio) è invece un bastone attorno al quale è attorcigliato un solo serpente, simbolo di rinnovamento per via della capacità di rinnovare la sue pelle, attributo di Esculapio, semidio figlio di Apollo e Coronide, tradizionale simbolo dell’arte medica.

Sul simbolo di Isernia sono state formulate diverse teorie, alcune molto fantasiose: come quella che vede il bastone, interpretato come scettro, simbolo dello status di “libera città regia” (concesso da Carlo V nel 1519) e nel serpente la vigilanza e la prudenza dei suoi abitanti, solleciti alla pace al perseguimento del bene comune.

Si può blasonare: “D’azzurro, al monogramma IS formato da un serpente attorcigliato ad uno scettro, il tutto d’oro” o, prendendo a riferimento lo stemma della Provincia, anche: “d’azzurro al serpente a forma di S attorcigliato al bastone di comando d’oro in palo”.

Il Comune isernino ha sede nello storico palazzo S. Francesco.

Note a cura di Massimo Ghirardi

(1): Secondo una diffusa teoria il simbolo deriverebbero da un antico metodo di estrazione dai tessuti sottocutanei, per arrotolamento su un bastoncino, del parassita Dracuculus Medinensis (un verme diffuso in molte aree rurali del Medio Oriente e  del continente africano); era un’operazione molto complessa, che poteva durare giorni interi, e doveva essere eseguita da medici molto esperti, affinché il verme non si rompesse durante l’estrazione e morendo rendesse impossibile l’estrazione.

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini



Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Pasquale Fiumanò

Reperito da: Pasquale Fiumanò

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco
Profilo Araldico

“Drappo partito di bianco e di azzurro…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
no bandiera
Altre Immagini
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LEGENDA

  • stemma
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