Comune di Travo – (PC)

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Informazioni

  • Codice Catastale: L348
  • Codice Istat: 33043
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 2009
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 80.39
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Travo è un comune della valle del Trebbia. Anticamente si distinguevano tre “ville” con il nome di Travi: Travi Santo Stefano (oggi Cavernago), Travi San Michele (Bobbiano) e Travi Sant’Antonino (l’attuale Travo, poi divenuto dominante). Non è chiara l’origine del toponimo, probabilmente connesso a quello del fiume Trebbia. Popolarmente si ritiene che derivi dalle “travi” di legno colle quali si costruivano ponti provvisori per il passaggio del fiume.

In epoca pagana la zona era abitata da popolazioni liguri, che avevano qui un importante centro di culto, esse vennero successivamente assoggettate dai Romani, che fondarono la colona di Travia, e costruirono un tempio dedicato a Minerva Medica Cabardiacense, alla quale erano attribuite capacità taumaturgiche, come provano alcune stele con epigrafi latine ritrovate nei numerosi scavi archeologici condotti dove oggi sorgono i resti della rocca di Caverzago (l’antica Cabardiacum).

Secondo la tradizione, durante le persecuzioni anticristiane di Diocleziano del IV sec, nei pressi del tempio di Travo venne martirizzato nel 303 il legionario Antonino, nativo di Apamia in Siria, per aver rifiutato di rendere omaggio agli idoli. Oggi è il santo patrono di Travo, della città e Diocesi di Piacenza.

Nel medioevo fu inizialmente feudo dell’abbazia colombaniana di Bobbio, poi dei Malaspina  che eressero il castello di Castrum Trabani nel XII secolo. I Visconti nel 1302 lo asegnarono agli Anguissola. Nel 1978 la contessa Maria Salini Anguissola, cedette il castello al Comune, che lo ha trasformato in sede museale ed espositiva (con un piccolo Museo Archeologico).

Il Comune è stato istituito nel 1805 dall’amministrazione francese e fino al 1927 includeva anche la frazione di Mezzano Scotti (da quella data unita a Bobbio).

Lo stemma è composto da uno scudo partito in due campi: nel primo è rappresentato sant’Antonino martire che tiene il gonfalone del Comune di Piacenza; nel secondo è rappresentata l’erma di Minerva Medica con i “denti” (erroneamente definiti come “promontori”) dell’arme Anguissola.

È stato formalmente concesso con D.P.R. del 10 dicembre 1965, dove si blasona: “Partito: nel PRIMO di azzurro alla figura di un guerriero romano vestito d’argento (Sant’Antonino patrono di Piacenza) in piedi su campagna di verde, impugnante con la destra il gonfalone piacentino; nel SECONDO di rosso ai quattro promontori d’argento sormontati da un’arma di Minerva Medica dello stesso”.

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringraziano Roberta Valla e Stefano Sampaolo per la gentile collaborazione

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Cafferini (Leonardo). PIACENZA E LA SUA PROVINCIA. Provincia di Piacenza, 2005.

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini



Profilo araldico


“Partito: nel 1° di azzurro alla figura di un guerriero romano vestito d’argento (S. Antonino patrono di Piacenza) in piedi su campagna di verde, impugnante con la destra il gonfalone piacentino; nel 2° di rosso ai quattro promontori d’argento sormontati da un’erma di Minerva Medica dello stesso”.

D.P.R. 10 dicembre 1965

Colori dello scudo:
azzurro, rosso

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di azzurro…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    10 Dicembre 1965