Comune di Denice – (AL)

Articoli correlati

Informazioni

  • Codice Catastale: D272
  • Codice Istat: 6065
  • CAP: 15010
  • Numero abitanti: 199
  • Nome abitanti: denicesi
  • Altitudine: 387
  • Superficie: 7.45
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Nella rara documentazione medievale,il toponimo Denice si trova in forma latina “denex”. Nelle fonti antiche non ci sono attestazioni della comunità,salvo le indicazioni di un “castrum et villam” nel documento di cessione ad Asti da parte di ottone del carretto nel 1209. Denice faceva parte dell’antico contado acquese e poi della dotazione dell’abbazia di San Quintino di Spigno M. fondata nel 991 da Anselmo Aleramo, confermata nel 1178 dal papa Alessandro III che indicava il luogo come rientrante nella giuristizione della chiesa di Acqui. Nel 1328 il monastero vende al marchese Corradino di Ponzone tutti i suoi possedimenti e diritti nel territorio e sugli uomini di Denice. In seguito risulta feudo dei Cavoretti di Belvedere. Verso la fine del XIII sec.(1296),il vescovo di Acqui investe
Enrietto, marchese di Ponzone, della terza parte delle decime. Nel 1320 il vescovo Oddone concede le decime al marchese Bonifacio di Ponzone e le rinnova nel 1342. Dal vescovo Guido d’Incisa il feudo di Denice rimane nei possedimenti degli Scarampi solo in piccole porzioni di esso, che vennero
condivise con i marchesi di Ponzone che le ottennero nel 1492.L’investitura fu concessa dai fratelli Nicola, Luigi e Rinaldo Scarampi a favore di Giorgio marchese di Ponzone. Pochi anni dopo il 12 giugno 1496, il diploma dell’imperatore conferma ad Ambrogio Scarampi le porzioni spettanti in Castelletto, Denice, Gorrino, Vinchio e Bubbio. Ancora nel 1543 gli Scarampi (Bartolomeo) con l’investitura del duca Emanuele Filiberto posseggono le porzioni restanti di Montaldo, Saleggio, Castelletto, Gorrino, Denice e un ottavo di Roccaverano. Nel 1575 l’investitura di Emanuele Filiberto documenta la presenza di Denice nel contado di Canelli, proprietà degli Scarampi. Alla sua morte la vedova Francesca Maria Valperga lo lascio’ a suo figlio di secondo letto Amedeo Nicolo’ Scarampi Crivelli (1603) il quale lo cedette nel
1702 a Giuseppe conte di Villafranca Cacherano Scarampi Crivelli. Il feudo venne poi trasmesso ai conti Cavoretto (1781), in seguito alla estinzione della linea Scarampi. A partire dal 1712 i Savoia estesero il loro dominio sul Monferrato e sui feudi imperiali del Piemonte meridionale. Nel 1730 viene istituita la provincia sabauda di Acqui, attiva sino al 1798. Nel periodo napoleonico fu inserita nel dipartimento del Tanaro e poi di Montenotte. L’editto regio del 27 ottobre 1815 decreta la ricostituzione della provincia di Acqui divisa in quattro cantoni: Ponzone, Pareto, Bistagno e Roccaverano. Denice fu inserito nel cantone di Roccaverano insieme a: Mombaldone, Olmo Gentile e San Giorgio Scarampi. La provincia di Acqui gravitava nella divisione di Alessandria ricostituita nel 1819 (regno di Sardegna. Nel 1848 fa confluire parte della provincia di Acqui in quella di savona e a partire dal1 1860 buona parte di acqui viene smembrata e
distaccata nella provincia di Alessandria. Denice segue le vicende della provincia di Acqui fino al 1929, quando viene modificato l’assetto del comune. In epoca fascista Denice venne accorpato al comune di Montechiaro Piana con il nome Montechiaro Denice. Nel 1946 i due comuni vennero nuovamente scissi.

Fonte: schedario storico territoriale del Piem. L. Giana, 2002.

Nello stemma di Denice si riconoscono le armi di nobili famiglie passate nella sua storia: Scarampi: d’oro a 5 pali di rosso (Consignori) – Ponzone; d’oro di 3 martelli di rosso all’antica (Signori).
Nello stemma i colori sono diversi: Del Carretto; d’oro a 5 bande di rosso, famiglia marchionale discendenti da Ugo figlio di Anselmo figlio di Aleramo(signori). Altre famiglie: Cacherano: fasciato ondato innestato d’ argento e di nero (marchesi 1702) – Cavoretto: d’argento alla banda di rosso (marchesi 1781) – Valperga: fasciato d’oro e di rosso alla pianta di canapa d’ argento attraversante (signori) famiglia di origine ascarica una delle casate dette dei quattro nobili del piemonte.
Una piccola curiosita’ si puo’ vedere in una insegna dove sono raffigurate dei punzoni e delle forbici, forse nobiliari o commerciali.

Note di Giuseppe Del Prato

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


“Inquartato: il primo d’oro a cinque bande di rosso; il secondo d’azzurro a tre martelli d’argento; il terzo di azzurro alla torre d’argento, merlata alla ghibellina, di quattro, con archetti in tre, ordine in corona; il quarto palato d’oro e di rosso di undici pezzi”.

Colori dello scudo:
azzurro, oro, rosso
Partizioni:
inquartato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Luigi Ferrara

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune