Comune di Fabbriche di Vergemoli – (LU)

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Informazioni

  • Numero abitanti: 840
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 42.83
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il Comune sparso di Fabbriche di Vergemoli, è stato istituito il 1 gennaio 2014 dalla fusione dei
territori dei Comuni di Fabbriche di Vallico (che ne è il capoluogo) e Vergemoli. Ognuno dei due
Comuni aveva un emblema proprio e lo stemma comunale e il gonfalone del nuovo Comune,
concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 19 settembre 2018, riuniscono gli
elementi dei precedenti emblemi: «partito: nel primo di rosso, alla banda ondata d’azzurro,
movente dal fianco destro e desinente in punta ove attraversa sulla partizione, la banda ondata
attraversata da un castello d’oro, murato di nero, a tre torri, la torre centrale più alta e più larga,
ciascuna delle torri merlata di quattro pezzi, aperta e finestrata di un pezzo dello stesso; nel
secondo d’azzurro, alla freccia d’oro, armata e impennata di rosso, posta in fascia e sostenente un
monte di tre cime all’italiana d’oro, quella centrale cimata da una crocetta latina di nero, le
laterali cimate da due banderuole bifide, a destra di rosso astata di nero e posta in banda, a
sinistra di verde astata di nero e posta in sbarra, la freccia accompagnata inferiormente da un
compasso d’oro, aperto in scaglione rovesciato comprendente fra le aste un crescente volto dello
stesso; il tutto accompagnato nel capo da tre stelle di sei raggi d’oro, poste 1, 2, la superiore
attraversante sulla partizione, e nella punta da un ponte alla medievale d’oro, murato di nero,
movente dalla punta e confinante. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito d’azzurro e di rosso.

Fabbriche di Vallico

È l’attuale sede del Municipio, e il capoluogo ha avuto origine nel XIV secolo grazie
all’insediamento di una colonia di fabbri provenienti dalla Bergamasca, che sfruttarono le acque del
torrente Turrite Cava, ed era sede dal XIV secolo della Dogana tra i territori del ducato di Modena
e della Repubblica di Lucca (ancora oggi si può vedere il Ponte Colandi detto “della Dogana”) e
apparteneva alla Vicaria di Gallicano.
Lo stemma («d’argento, alla banda ondata d’azzurro, attraversata da un castello di tre torri d’oro,
sormontato da tre stelle di sei raggi d’azzurro, male ordinate») ricorda, con la figura del castello, il
centro di Trassilico, che fu la primitiva sede del Comune, la banda ondata richiama il torrente
Turrite Cave che bagna il territorio. Le stelle, in un modo abbastanza comune nell’Araldica civica,
alludono all’annessione di diversi territori nella circoscrizione amministrativa.
Il Comune venne istituito nel 1946 e nel 1948 perse la frazione di Trassilico, aggregata al Comune
di Gallicano.

Vergemoli

Il Comune di Vergemoli venne istituito nel 1801 trasferendone la sede da Trassilico (dalla cui
Vicaria era soggett0 dal 1451), come risulta dai libri dei colloqui dell’Amministrazione Comunale
dove si legge che il 1 gennaio dell’anno 1800 fu tenuto l’ultimo Parlamento Vicariale a Trassilico.
Il toponimo non ha un etimologia universalmente accettata: secondo alcuni deriverebbe dalla
posizione del paese, il quale sorge sullo spartiacque di due valli confluenti: quindi Vallis Gemina:
oppure dal latino virga, vale a dire “piccolo vivaio”, da cui sarebbe derivato il nome Virgemulum;
altri propongono una derivazione da ver (radice di “vertice”), vale a dire “luogo alto” unito a mole,
nel significato di “macine”: significherebbe perciò “molino in alto”. Il termine potrebbe però
richiamare anche un nome locale attestato nell’anno 800: Gemini, ma anche la sua variante Gemola,
nomi diffusi in Garfagnana, ma potrebbero riflettere anche il termine geminus, vale a dire “gemello,
doppio”, riconducibile sempre alla presenza, di fronte al paese, di un’altra valle simile, appunto
“gemella”.

Il complesso stemma di Vergemoli, di origine sigillare, mostra tre monti sostenenti una crocetta,
che potrebbero alludere alla posizione montana della località (presso la Pania della Croce) come
anche allo stemma Olivetano: i monaci dell’abbazia di San Ponziano di Lucca ebbero vaste
proprietà nella zona per secoli; le due bandierine potrebbero essere un riferimento alla posizione tra
due Stati confinanti (Modena e Lucca) mentre le stelle sarebbero un richiamo ai diversi “popoli”
riuniti nel Comune. La freccia potrebbe essere un riferimento alle antiche miniere di ferro mentre il
compasso potrebbe riferirsi al nome Vallis Gemina, in quanto il capoluogo è posto all’imbocco di
due valli, infine la luna richiama l’antica dipendenza dal territorio di Luni.
Nel 1859 il Comune, insieme con gli altri della Lunigiana Estense, della Lunigiana Parmense e
della Garfagnana, già territori dei ducati di Modena e di Parma, entrò a far parte della nuova
Provincia di Massa e Carrara.
Nel 1923 il territorio venne aggregato, con tutta la Garfagnana, alla Provincia di Lucca.
Curiosità: a Vergemoli è dedicato il detto “Vergemoli ha le mura di menta, piange chi esce, ride
chi entra”.

Nota di Massimo Ghirardi

Bibliografia:
Pagnini Gian Piero, (a cura di). 1991 –GLI STEMMI DEI COMUNI TOSCANI AL 1860.
Polistampa, Firenze, pp.70 e 78.

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Giancarlo Scarpitta

Fonte: Dipartimento di Araldica Pubblica

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini




Profilo araldico


“Partito: nel PRIMO di rosso, alla banda ondata d’azzurro, movente dal fianco destro e desinente in punta ove attraversa sulla partizione, la banda ondata attraversata da un castello d’oro, murato di nero, a tre torri, la torre centrale più alta e più larga, ciascuna delle torri merlata di quattro pezzi, aperta e finestrata di un pezzo dello stesso; nel SECONDO d’azzurro, alla freccia d’oro, armata e impennata di rosso, posta in fascia e sostenente un monte di tre cime all’italiana d’oro, quella centrale cimata da una crocetta latina di nero, le laterali cimate da due banderuole bifide, a destra di rosso astata di nero e posta in banda, a sinistra di verde astata di nero e posta in sbarra, la freccia accompagnata inferiormente da un compasso d’oro, aperto in scaglione rovesciato comprendente fra le aste un crescente volto dello stesso; il tutto accompagnato nel capo da tre stelle di dei raggi d’oro, poste 1, 2, la superiore attraversante sulla partizione e nella punta da un ponte alla medievale d’oro, murato di nero, movente dalla punta e confinante. Ornamenti esteriori da Comune”.

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Giancarlo Scarpitta

Fonte: Dipartimento di Araldica Pubblica

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di azzurro e di rosso…”

Colori del gonfalone: azzurro, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    19 Settembre 2018