Comune di Gambara – (BS)

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Informazioni

  • Codice Catastale: D891
  • Codice Istat: 17073
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 4809
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 31.64
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Le armi del Comune sono partite. Il primo: d’argento ai tre gamberi di rosso posti 1 e 2 il primo più grande, ricorda la famiglia feudataria dei conti Gambara che presero il nome proprio da questo luogo; una campagna d’azzurro forse ricorda i numerosi corsi d’acqua che caratterizzano il paesaggio, tra cui i Chiese e lo stesso Gambara. Il secondo: d’argento al leone di rosso con capo d’azzurro, si riferisce forse alle armi di Brescia e il capo probabilmente è stato aggiunto per “bilanciare” otticamente le parti.

Nel VI secolo il centro principale dell’attuale territorio del Comune era la frazione di Corvione, sulla sinistra del torrente Gambara. In seguito sulla sponda opposta si sviluppò un borgo intorno alla cappella (oggi santuario) della Madonna della Neve che prese nome dal torrente e che diventò parte dei territori dell’abbazia benedettina di Leno. Secondo la leggenda il nome deriverebbe da quello della valchiria Gàmbara che i longobardi veneravano i questi luoghi.

Nel 766 la località fu devastata dai Franchi di Carlo Magno.

Nel 932 l’abate di Leno la diede in feudo al germanico Ancilao e ai suoi discendenti in segno di riconoscimento per aver difeso l’abbazia dalle incursioni degli Ungari. La famiglia prese quindi il nome dalla località, dove fondò il castello (del quale tutti i rami della dinastia hanno sempre avuto puntiglio di possedere almeno una piccola parte) e ne assunse anche il simbolo: un gambero rosso d’acqua dolce, la cui corazza ricorda quella dei guerrieri, con due piccoli (fin troppo palese allusione alla discendenza).

Alla caduta del potere degli abati di Leno (tra i quali furono annoverati Odone e Lanfranco Gambara) la famiglia divenne proprietaria di gran parte dei territori che amministrava e, per questo, entrando in conflitto con il Comune di Brescia insieme alle altre grandi famiglie bresciane: Avogadro e Martinengo. Dopo essersene impossessato per un breve periodo il Comune dovette restituirli a Federico Gambara nel 1371.

Nel 1427 l’intera regione passò sotto il dominio di Venezia e il conte Federico giurò fedeltà al Governo della Serenissima Repubblica. Nel 1451 i cittadini insorsero contro le prepotenze del conte, che venne trucidato, ma ben presto il nipote Brunoro impose il dominio su tutti i beni dell’avo. La potenza dei Gambara era tale che i nobili bresciani nominati Vicari del Governo per quella località, pur di non entrare in conflitto coi i conti, preferivano rinunciare alla carica e pagare la relativa ammenda.

Nel 1571 Lucrezio e Nicolò Gambara, assieme a cittadini Gambaresi, parteciparono con onore alla battaglia di Lepanto. La dinastia, grazie ad alleanze matrimoniali, si diffuse in gran parte d’Italia e d’Europa, alcuni suoi membri brillarono per doti politiche e artistiche.

Note di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini





Profilo araldico


“Partito; nel primo: d’argento ai tre gamberi di rosso posti 1 e 2 il primo più grande, su una campagna d’azzurro; nel secondo: d’argento, al leone di rosso al capo d’azzurro. Ornamenti esteriori di Comune”

Colori dello scudo:
argento, azzurro
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
gambero, leone
Pezze onorevoli dello scudo:
campagna
Attributi araldici:
posto 1-2

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune