Comune di Kōbe – (Hyōgo)
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Informazioni
Storia dello stemma e del comune
La prima menzione della città è da attribuire agli antichi annali Nihon Shoki, che narrano la leggenda secondo cui l’imperatrice consorte Jingū, nel III secolo d.C., fece costruire nell’odierno territorio cittadino il santuario di Ikuta, tutt’ora esistente e tra i più importanti della città.
Sin dall’antichità è uno dei principali porti del paese dal quale partivano e arrivavano ambasciate diplomatiche con la Cina. Dopo che la corte imperiale tornò a Kyoto, nel 1184 Kōbe fu teatro della grande battaglia di Ichi-no-Tani, una delle principali nella guerra Genpei, che si sarebbe conclusa nel 1192 con la disfatta del clan Taira, la cui fortezza era a Kōbe, e la fondazione dello shogunato Kamakura.
Durante il periodo Edo, la parte orientale di Kōbe fu sotto la giurisdizione del daimyo di Amagasaki, quella occidentale sotto il daimyo di Akashi, mentre il centro era sotto il controllo diretto dello shogunato Tokugawa.
Nota per essere tradizionalmente cosmopolita, è stata una delle prime città ad iniziare i commerci con l’Occidente, con l’apertura dei porti giapponesi ai traffici internazionali, avvenuta nel 1868, prima della restaurazione Meiji.Tale restaurazione avrebbe portato, nel 1871, all’unificazione dell’area cittadina, con l’abolizione del sistema Han e l’istituzione delle Prefetture.
La città venne istituita nella sua forma attuale nel 1889, e fu allora che prese il nome Kōbe, derivato dal termine kanbe (神戸, “Porta Divina”), l’antico appellativo dei seguaci del santuario di Ikuta. L’architettura ha risentito del carattere cosmopolita della città e vi sono molti edifici in stile occidentale che risalgono ai primi del Novecento, soprattutto nel quartiere di Kitano (Kitano-Cho: “Quartiere Giardino Occidentale”, tradizionale residenza degli stranieri), tra cui la Kyu Shāpu Jutaku e la cosiddetta “Weathercock House” (il cui gallo segnavento, in stile occidentale, è spesso usato come simbolo turistico della città).
Kōbe ha un rapporto speciale e privilegiato con la città italiana di Terni in quanto ambedue condividono, anche se su piani diversi, una speciale affezione per San Valentino e per le tradizioni legate ad esso. Nel 1993 lo scultore ternano Aurelio De Felice ha donato alla municipalità nipponica la propria scultura Maternità, che è stata posta nel più grande e bello dei parchi cittadini, il parco di Nunobiki.
Il simbolo di Kōbe, ideato ed adottato nel 1907, è un vero e proprio logo, pur appartenendo alla categoria “moon”: gli emblemi araldici nipponici. È solitamente rappresentato in verde.
Il porto di Kobe è stato originariamente chiamato “Porto dei ventagli (Ogi)”, perché La curvatura della linea di costa tra i due porti naturali di “Hyogo” e “Kobe” rassomiglia all’unione di due “Ogi” (ventaglio) intrecciati, graficamente ottenuti con l’unione dei due semicerchi raffigurati nel segno di Kobe. Inoltre, in Giapponese antico, Kobe è stato chiamato e pronunciato “Kaube“: la configurazione iniziale dell’ideogramma katakana “ka” è lo stesso del segno di Kobe. Inoltre il simbolo richiama la figura dell’ancora, infatti le navi del porto di Kobe hanno utilizzato un ancoraggio di forma molto simile al logo di Kobe.
È presente anche, in bianco, nella bandiera civica cittadina.
Nota di Massimo Ghirardi
Si ringrazia per la collaborazione Wakako Hirabuki
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo Araldico
Non ancora una blasonatura
LEGENDA
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