Città di Luino – (VA)

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Informazioni

  • Codice Catastale: E734
  • Codice Istat: 12092
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 14471
  • Nome abitanti: luinesi
  • Altitudine: 202
  • Superficie: 20.95
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 28.0

Storia dello stemma e del comune

Fino al 1889 il nome era LUVINO, come erede dell’antica LUVINUM derivata dal personale di un proprietario d’epoca tardo imperiale: tale Lupus. Secondo un’etimologia diffusa localmente, ma difficilmente verificabile, deriverebbe dalla pianta leguminose del lupino (il cui nome deriva dal latino lupinus, con significato di “erba dei lupi”). Una terza ipotesi propone la derivazione dal dialettale ticinese “sluina” cioè slavina, valanga, frana: come testimonierebbe il torrente Luina che attraversa la città. Il nome attuale fu definito da re Umberto I con decreto del 1889, su istanza presentata dal sindaco avv. Carlo Luini. Durante il Medioevo farà parte del territorio detto di “Luino e Quattro Valli” Filippo Maria Visconti ne investe i nobili Rusca di Locarno che nel 1477 favoriranno l’insediamento dei carmelitani. Tra il 1512 e il 1526 Luino e la val Travaglia furono occupate dai Confederati Elvetici, contro i quali si opposero i Rusca, il territorio fu però aggregato a Mendrisio e Balerna per lungo tempo. Tornato al Ducato di Milano ottiene privilegi dall’imperatore Carlo V e la facoltà di tenere mercato, condivisa con la vicina Maccagno. Fu l’arcivescovo (poi santificato) Carlo Borromeo a far trasferire la sede parrocchiale nel paese, che comportò la costruzione del nuovo tempio, con il benestare dei feudatari: i Marliani. Nel XVIII secolo l’impero Austriaco la cedette ai Crivelli che la mantennero fino agli inizi dell’800, allorché l’amministrazione francese promosse Luino a sede del II Distretto del Dipartimento del Lario (corrispondente alla Provincia di Como). Tornati gli Austriaci fu promossa la costruzione del porto fluviale. Nel 1841 l’arcivescovo di Milano, cardinale Gaisruck, divideva la parrocchia della pieve di Travaglia da Luino, creando il Vicariato omonimo. Il 15 agosto 1848 Giuseppe Garibaldi sbarcò a Luino con alcuni gruppi di armati e si avviò verso Varese, fu però sconfitto a Morazzone. In seguito la località fu annessa al Regno d’Italia. Con l’apertura della linea ferroviaria del San Gottardo nel 1882 Luino fu dotata della stazione internazionale (nonostante la ferrovia percorra ancora alcuni chilometri in territorio italiano, fino all’ ultima stazione italiana di Pino-Tronzano). Dalla famiglia Scappi di Demenza venne Bernardino Luini, celebre pittore della scuola di Leonardo. Nel 1928 il Comune di Valdomino con Biviglione e di Germignana si unirono in quello di Luino ma nel 1948 Germignana fu nuovamente istituito in Comune autonomo. Nel 1955 fu invece distaccata dal comune di Maccagno la frazione di Colmegna. Lo stemma riconosciuto al Comune di Luino nel 1969 si presenta (secondo la Statuto Comunale): “d’azzurro al castello d’argento su terrazzo di verde, merlato alla guelfa, sinistrato da un cigno pure d’argento, chiuso di nero, torricellato di due pezzi finestrati del campo: il tutto abbassato ad un capo d’oro, caricato da un’aquila di nero coronata dello stesso. Ornamenti esteriori di città.” Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat ha riconosciuto a LUINO il titolo di “città” con Decreto del 1969. Note di Massimo Ghirardi L’ingresso in questa cittadina, che torna alla mente per le vicende di Garibaldi, sbarcatovi nel 1848 per mettere in fuga gli Austriaci, avviene attraverso un maestoso viale di platani che da solo costituisce spettacolo indimenticabile e suggestivo. La cittadina cresce presso la foce del Tresa, che esce dal Lago di Lugano in quel di Ponte Tresa. Particolare una singolare escursione a Biviglione, paesino isolato dal mondo, con la sua bella torre romanica del sec. XII), e vista su un’ampia, luminosa insenatura. Interessante la chiesa del Carmine, fondata nel sec. XV, con affreschi di scuola luinesca (1540); in fondo ad esso s’impianta il bel pronao settecentesco addossato alla chiesa di San Giuseppe. Nella neoclassica parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, affreschi di Raffaele Casnedi, nativo di Runo. Il campanile del cimitero, degli ultimi decenni del sec. XI, è rilevante per il suo impianto a bifore sovrapposte, vicino a esemplari di area comasca. Nel Museo Civicosono esposti materiali paletnologici, geopaleontologici, archeologici, dipinti di artisti locali, dal XVI al XX secolo. A Runo è interessante vedere la bella torre campanaria romanica, del sec. XII. Sul versante sinistro della Valle Veddasca, segnata nel fondo dal torrente Giona, potrete trovare una memorabile scalinata, di 1400 gradini scavati nella montagna, da Piero fino a Monteviasco. A Piero, in località Ponte, presso la mulattiera che va a Monteviasco, si trova un masso graffito i cui segni sono stati fatti risalire al Neo-Eneolitico. Si tratta del documento scritto più antico di questo territorio. Da visitare sono anche la chiesa di S. Pietro in campagna, monumento più antico del paese la cui fondazione risale forse all’alto medioevo. conserva il campanile romanico del XII sec. il resto è stato ricostruito nel XVII secolo in stile barocco, al suo interno si può apprezzare un affresco, del XIV – XV secolo, attribuito a Bernardino Luini, “l’Adorazione dei Magi”, recante il ritratto del beato Jacopo Luini fra la Madonna e S. Giuseppe; la chiesa di S. Giuseppe progettata dall’architetto Quadrio di Milano e finita di costruire nel 1666. Conserva una pala d’altare del XVII secolo raffigurante il “Matrimonio della Vergine” e un organo del XVII secolo; la chiesa del Carmine del XV secolo, mostra le sue forme di fine XV secolo nel portale di pietra arenaria rossa intagliato, il protiro è seicentesco. Conserva al suo interno un ciclo di affreschi in una cappella aggiunta nel XVI secolo, il pulpito e i confessionali del XVII secolo recanti pregevoli intagli nel legno e un organo del Carnisi. Nel centro del paese, in contrada dei Mercanti è piacevole percorrere la strada che sale dal lago sino alla chiesa parrocchiale, si possono vedere il palazzetto delle “due scale”, quello con lo stemma dei Luini e cortile interno e l’ala superstite del palazzo Crivelli opera dell’architetto milanese Soave, dello stesso architetto è anche palazzo Serbelloni. La stazione internazionale delle Ferrovie dello Stato data 1882. L’economia si basa soprattutto su attività legate al turismo e al commercio, ma anche su piccole aziende artigianali e industriali operanti nei settori della meccanica di precisione, della carpenteria e lavorazione del legno, del tessile e del calzaturiero. Luino, importante centro industriale, specie per cotonifici e calzature, è rinomata sede di un grande mercato settimanale che richiama tuttora gente dalle valli oltre che dalla vicina Svizzera. Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“D’azzurro al castello d’argento su terrazzo di verde, merlato alla guelfa, sinistrato da un cigno pure d’argento, chiuso di nero, torricellato di due pezzi finestrati del campo. Il tutto abbassato ad un capo d’oro, caricato da un’aquila di nero coronata dello stesso. Ornamenti esteriori di Città”

Colori dello scudo:
azzurro, oro
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
aquila, castello, cigno, pezzo, terrazzo
Attributi araldici:
abbassato, caricato, chiuso, coronato, finestrato, merlato alla guelfa, sinistrato, torricellato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Pasquale Fiumanò

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco
Profilo Araldico

“Drappo partito di giallo e di azzurro…”

bandiera ridisegnata
bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    27 Aprile 1970

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    10 Marzo 1969