Comune di Massino Visconti – (NO)

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Informazioni

  • Codice Catastale: F047
  • Codice Istat: 3093
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1126
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 6.74
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo Massino pare esser e il diminutivo di “massa” cioè “podere, piccola proprietà agraria”, dove si praticava l’allevamento, forse delle pecore. Nel XIX secolo è stato aggiunto il determinante Visconti, a memoria della famiglia ducale di Milano che ebbe la signoria per lungo tempo sulla località.

La prima notizia documentale relativa a Massino risale all’anno 865: quando il conte Ermenulfo chiese, tramite la mediazione dell’imperatrice Angelberga, la conferma imperiale del possesso del “monastero di Massino”.

Il territorio gravitava infatti intorno al’antichissimo monastero che la stessa Angelberga legò in testamento all’abbazia benedettina di San Sisto di Piacenza, con il vincolo di mantenere dieci monaci o canonici nella chiesa del monastero, dedicata a Santa Maria e “costruita fuori porta”.

Divenuto possesso del vescovo di Vercelli, l’arcicancelliere imperiale Liutvardo, venne da questi venduto all’abate di San Gallo (l’attuale Sankt Gallen, in Svizzera) nel 883 contro il versamento di un censo annuo (pari a 6 fiaschi di olio oppure a 60 soldi d’argento) e riservandosene l’usufrutto.

Nel 1134 il feudo venne concesso dall’abate di San Gallo a Guido Ottone Visconti, che lo governò in suo nome, la cui famiglia lo manterrà fino alla fine del XVIII secolo, e che cominciò la ricostruzione del castello, trasformando allo scopo il monastero che nel 1139 divenne una signorile  residenza di campagna (quello che si può vedere ancora oggi è una ricostruzione del XIX secolo), nel frattempo i Visconti, divenuti signori di Milano, si svincolarono dal controllo dell’abbazia transalpina di San Gallo.

Nel 1721, nel castello di Massino, nacque Filippo Maria Visconti, in seguito arcivescovo di Milano.

Nel 1863 Alberto Visconti vendette il castello di Massino ai congiunti del ramo dei Visconti di San Vito, che ne mantengono la proprietà ancora ai nostri giorni e che lo adibiscono ad eventi e ricevimenti.

Lo stemma, con il blasone: “d’oro al mastio merlato con porta chiusa, fortificato da due torri esse pure merlate, il tutto di rosso: il mastio fondato sulla pianura erbosa al naturale e caricato superiormente alla porta d’uno scudetto d’argento partito di un filetto di nero, il punto di destra ad un orso di nero, levato, allumato di rosso, e collarinato d’oro, quello di sinistra alla biscia d’azzurro, coronata d’oro, ondeggiante in palo e ingoiante a metà un bambino ignudo di carnagione posto in fascia: lo scudo accostato da due rami, l’uno di quercia a destra, l’altro di olivo a sinistra, ambi fogliati e fruttati al naturale, e cimato da una corona formata da un cerchio di muro d’oro aperto da quattro porte e sormontato da cinque merli d’argento uniti da muricciuoli dello stesso” è stato formalmente riconosciuto con R.D. del 16 luglio 1868.

La figurazione mostra una stilizzazione del castello sul quale si vede uno scudo partito con l’orso nero di San Gallo e il “biscione” Visconti, che ebbero la signoria feudale del territorio.

Nota di Massimo Ghirardi e Roberto Stefanazzi Bossi

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p.454.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“D’oro al mastio merlato con porta chiusa, fortificato da due torri esse pure merlate, il tutto di rosso: il mastio fondato sulla pianura erbosa al naturale e caricato superiormente alla porta d’uno scudetto d’argento partito di un filetto di nero, il punto di destra ad un orso di nero, levato, allumato di rosso, e collarinato d’oro, quello di sinistra alla biscia d’azzurro, coronata d’oro, ondeggiante in palo e ingoiante a metà un bambino ignudo di carnagione posto in fascia: lo scudo accostato da due rami, l’uno di quercia a destra, l’altro di olivo a sinistra, ambi fogliati e fruttati al naturale, e cimato da una corona formata da un cerchio di muro d’oro aperto da quattro porte e sormontato da cinque merli d’argento uniti da muricciuoli dello stesso”

Colori dello scudo:
oro
Oggetti dello stemma:
bambino, biscia, mastio, orso, pianura erbosa, porta, scudetto, torre
Pezze onorevoli dello scudo:
filetto, punto
Attributi araldici:
allumato, caricato, chiuso, coronato, destra, fondato, fortificato, ignudo, ingoiante a metà, levato, merlato, ondeggiante in palo, partito, posto in fascia, sinistra, superiormente

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“DRappo partito di bianco e di rosso…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    16 Luglio 1868

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    2001
    concessione
    11 Giugno 1980