Comune di Metz – (57)

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Storia dello stemma e del comune

Metz è una città storica della Lorena, oggi nel Dipartimento della Mosella. Reperti del I secolo a.C. testimoniano un insediamento in quell’epoca di popolazioni pre-romane, sappiamo della tribù gallico/belgica dei Mediomatrici che popolavano la regione all’arrivo dei romani nel 58 a.C.

Dai Mediomatrici discende il  nome attuale della città, che i romani rifondarono e denominarono DIVODURUM MEDIOMATRICORUM (“oppidum dei Mediomatrici” formato da “divo”: dio e “forum”: mercato, per la presenza di una stazione commerciale presso un tempio dei Mediomatrici), nella Gallia Belgica che aveva come capoluogo Durocortorum (Reims). La città è nominata da Tacito nelle sue “Historiae”, fatto che ne rileva l’importanza.

Nel 297 la città è inserita nella Regio Belgica Prima, con capoluogo Verdun, è il periodo dell’evangelizzazione cristiana: nel 280 il vescovo Clément fonda presso l’anfiteatro cittadino fuori uso la sua residenza (allora clandestina) facendo così di Metz una delle più antiche Diocesi della Gallia, con Reims e Treviri.

Nel III secolo la città si denomina METENSIS, poi CIVITAS MEDIOMATRICORUM METTIS. Nel IV secolo la città è denominata MEDIOMATRIX, poi sostituita da METTIS nel 511 (per poi arrivare a METZE e METZ – che si pronuncia “Mès”- nel XIII secolo).

Il 7 aprile 451 la città è attaccata, saccheggiata e distrutta dagli Unni, ai quali si sostituiscono i Franchi che ne fanno la capitale del Regno di Austrasia nel 411. Nel 751 vi nasce Pipino “il Breve”, padre di Carlo (poi Carlo Magno), fondatore della dinastia carolingia.

L’imperatore Carlo “Magno” nel 775, con il “Gran Diploma” di Metz fonda lo stato indipendente della Diocesi di Metz con a capo il vescovo della città, soggetto direttamente all’imperatore. Il “principato” vescovile arriverà a comprendere l’Alsazia, Liegi e l’Aquitania.

Con lo smembramento dell’Impero carolingio col “Trattato di Verdun” del 843, l’Austrasia viene affidata a Lotario II, Metz diviene la capitale del Regno della Francia Mediana. Nel 855 con il trattato di Prüm, il figlio cadetto Lotario II riceve la parte settentrionale, con Metz, che si denominerà Lotharingia.

Nel 959, dopo la divisione della Lotaringia da parte dell’arcivescovo Brunone di Colonia, l’Alta-Lotaringia diverrà il Ducato di Lorena, il territorio della “Città Libera di Metz” sarà mantenuto indipendente e i vescovi vi eserciteranno anche il potere temporale per lungo tempo come “principi” di un’oligarchia familiare e borghese nota agli storici come République Messine.

Nel 1552 il re di Francia Enrico II si impossessa dei “Tre Vescovadi” di Metz, Toul e Verdun la cui sovranità verrà contestata fino al “Trattato di Westfalia” del 1648, quando l’imperatore riconosce il possesso dei territori alla Francia. Nel 1775 la sede del capoluogo verrà trasferita a Nancy.

Nel corso delle ultime campagne militari di Napoleone I, a due riprese nel 1814 e nel 1815, la città è assediata dalle forze coalizzate contro l’imperatore. Non si arrenderà fino alla capitolazione di Napoleone, fatto che ha fatto guadagnare alla città il soprannome di “Fortezza dell’Est”.

Dopo la guerra franco-prussiana (1870–1871) Metz è unita all’Impero Germanico con il trattato di Francoforte del 10 maggio 1871,  diventa capoluogo del Bezirk Lothringen, il “Distretto della Lorena”, integrato nel nuovo Reichsland Elsaß-Lothringen, e vi resterà fino all’Armistizio del 1918.

Nel 1940 sarà nuovamente annessa al III Reich tedesco, divenendo parte del Gau Westmark (“Marca dell’Ovest”) con capoluogo Saarbrücken (Sarrebruck, in francese). Il 13 dicembre 1944 sarà teatro di una terribile battaglia, nota come “Battaglia di Metz”.

Alla liberazione la città è annessa definitivamente alla Francia.

Per i meriti civili e militari la città è stata insignita della Légion d’Honneur alla fine della Prima Guerra mondiale e della Croix de Guerre 1939-1945.

 

Lo stemma del “Popolo” di Metz si blasona: “Parti, d’argent e de sable” (Partito d’argento e di nero), deriva dalla medioevale République Messine, durata quasi tre secoli.

Tradizionalmente si ritiene che all’origine ci sia stato l’antico “orifiamma” della cattedrale, che si portava in combattimento per segnalare le milizie cittadine. È documentato intorno al 1394 e lo si è denominato anche “Baucent”, perché composto da due colori, bianco e nero (come un cavallo bianco e nero, che veniva detto appunto “baucent”).

La figura della “Pulzella” (Pucelle), personificazione della città, compare come cimiero dello stemma intorno al 1624, tiene una palma nella mano sinistra e una spada in quella destra: “…essa ricorda ai Messins che sono invulnerabili: la loro città non è mai stata presa dai nemici”, successivamente alla “annessione” la spada venne sostituita dal giglio, ad indicare il legame della città con il Regno di Francia. Il braccio con la spada, tradizionale simbolo di San Paolo apostolo, è anche emblema del vescovado di Metz.

Durante il Primo Impero napoleonico lo stemma venne modificato: “Parti d’argent et de sable, à la-figure de femme nue, de carnation, mouvant de la pointe, couronnée de trois tours crénelées d’or, tenant de la dextre une épée haute en barre d’azur, et de la sénestre un étendard tricolore monté et frangé d’or [brochant la partition] au chef de gueules chargé de trois abeilles d’or qui est des bonnes villes de l’Empire” (Partito d’argento e di nero, alla figura di donna nuda di carnagione, nascente dalla punta, coronata di tre torri merlate d’oro, tenente nella destra una spada alta in sbarra d’azzurro, e con la sinistra uno stendardo tricolore frangiato d’ro [passante sulla partizione], al capo di rosso, caricato da tre api d’oro che è delle Buone Città dell’Impero).

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“Partito d’argento e di nero”.

Colori dello scudo:
argento, nero
Partizioni:
partito

LEGENDA

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