Comune di Morimondo – (MI)

Articoli correlati

Informazioni

  • Codice Catastale: D033
  • Codice Istat: 15150
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1211
  • Nome abitanti: morimondesi
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 26.27
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 27.0

Storia dello stemma e del comune

Nel corso dell’anno 1134 il grande abate cistercense Bernardo di Clairvaux (“Chiaravalle” in italiano) era in visita a Milano per ricondurre i riottosi cittadini alla fedeltà guelfa al papa: per fare questo favorì, su invito dello stesso pontefice, la fondazione di abbazie del suo ordine nel territorio  milanese (Chiaravalle Milanese, Chiaravalle della Colomba, Chiaravalle d’Ancona, Tiglieto, Fossanova, Casamari…).

Il 10 ottobre 1134,12 monaci guidati dall’abate Gualchezio provenienti dall’abbazia cistercense di Morimond (in Borgogna presso Langres nella valle del fiume Flambart, quarta “figlia” dell’abbazia-madre di Citeax in quegli anni guidati dall’abate Ottone di Babenberg) si installarono presso la cappella di San Marco nelle vicinanze di Abbiategrasso, lungo il corso del Ticino e assai prossima al castello di tale Valfredo, in un podere detto Coronago o Coronate.

Il 10 novembre 1136 si trasferirono in un grande fabbricato collocato in una zona attigua di proprietà di un certo Fulcherio o Gualcherio detta Faruciola (da “Fara” derivato dal longobardo “feuer”: fuoco) dove esisteva una chiesetta dedicata a Sant’Ambrogio. A questa nuova struttura diedero il nome della loro casa-madre nonché quello della loro prima abbazia, MORIMONDO CORONATO.

Morimond, è la versione francese di “MORI MUNDUS” (muori o mondo) che i monaci diedero alla località borgognona ad indicare l’abbandono della vita secolare di chi entrava in un’abbazia, ove rinasceva a nuova vita. Il luogo impervio e acquitrinoso aveva già un toponimo simile, forse è da mettere in relazione a “MIREMONT”, o “MIRA MONTIS” (in vista dei monti) o, meglio, con il celtico MAHR-MONT, poi MOIREMONT (‘monte della palude’ o ‘monte delle fate’).

Il 14 gennaio 1175 l’abate di Morimondo si rivolse all’imperatore Federico Barbarossa accampato presso Roboreto (attuale Alessandria, in Piemonte) per avere garanzie sull’indipendenza dell’Abbazia e sulla sua neutralità nelle guerre tra le diverse città lombarde. Nel frattempo Ottone di Babenberg, già abate di Morimond in Borgogna (e zio di Federico), era stato nominato, nel 1144, vescovo di Frisinga (titolo col quale è tuttora ricordato dagli storici). L’imperatore, con diploma datato 14 gennaio 1175 riconobbe all’abbazia la protezione imperiale ed una larghissima autonomia amministrativa: l’abate aveva facoltà di un proprio esercito, nonché di amministrare le giustizia alla popolazione dipendente, come magistrato di prima istanza, e al titolo di conte.
Araldicamente questo si mostrava con l’accollamento dello stemma, oltre che alla mitra e al pastorale emblemi propri della dignità abbaziale, ad una spada sguainata: attributo della Giustizia. Segno di ciò rimane nel primo campo del troncato dello stemma attuale (vedi oltre).

Nel 1182 iniziarono i lavori di erezione dell’attuale imponente basilica gotica, dopo aver risolto una accesa controversia con il pievano di Castrate, dal quale dipendeva ecclesiasticamente il luogo, che non voleva si ledessero i suoi diritti (soprattutto economici).

Nel 1564, il cardinale arcivescovo di Milano, San Carlo Borromeo, eresse la Parrocchia di Morimondo.

Il 31 maggio 1798 avvenne la soppressione del Monastero da parte dell’Imperatore d’Austria. Oggi, invitati dal cardinale Ildefonso Schuster arcivescovo di Milano, gli Oblati di Maria Vergine abitano il monastero, recentemente restaurato.

Nella casa dell’abate prese sede il Municipio di Morimondo (fino al 1859 in provincia di Pavia).

Lo stemma del Comune di Morimondo presenta uno scudo troncato di rosso e d’argento. Nel primo la mitra gemmata e il pastorale, attributi ancor’oggi della carica di abate (anche dopo la riforma dell’araldica ecclesiastica di Paolo VI), sono associati alla spada che ricorda i tempi nei quali il superiore del monastero era anche conte di Morimondo. Spada e pastorale, nonché la mitra, anziché essere posti rispettivamente dietro e sopra lo scudo sono stati inseriti nel campo, probabilmente per perpetuare il ricordo della storia dell’abbazia senza confondere questo stemma con quello proprio di un abate.

L’orbe terracqueo sormontato dalla croce del secondo campo è forse da vedere come una interpretazione del globo imperiale richiamante la protezione accordata dagli imperatori o, più probabilmente, come un riferimento all’emblema proprio dell’abbazia (visibile ancora adesso nel coro ligneo della basilica): una sfera armillare, sostenuta da una asta con un lungo nastro che porta il motto SIC PETITUR COELUM (‘così si raggiunge il cielo’). In ogni caso, in questa forma illustra il motto STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS (‘sta la croce dove va il mondo’) adottato anche dall’ordine certosino (e loro emblema principale).

Note di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


“Troncato: il primo di rosso ad una spada d’argento ed un pastorale d’oro posti in croce di Sant’Andrea; sul tutto una mitra d’argento; il secondo d’azzurro ad un globo terrestre sormontato da una croce d’argento”.

Colori dello scudo:
argento, rosso
Partizioni:
troncato
Oggetti dello stemma:
croce, globo terrestre, mitra, pastorale, spada
Attributi araldici:
posto in croce di sant'Andrea, sormontato, sul tutto

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Luigi Ferrara

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    9 Ottobre 1981