Comune di Roccamandolfi – (IS)

Articoli correlati

Informazioni

  • Codice Catastale: H420
  • Codice Istat: 94040
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1003
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 53.79
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

È nel periodo longobardo che l’insediamento umano cominciò ad assumere consistenza e veste giuridica: il nome deriva infatti dalla Rocca, il castello fortificato edificato in epoca longobarda da Maginulfo di regio sangue che al declinare del IX secolo divenne castaldo d’Aquino; proprio da Maginulfo deriva l’antico nome di Rocca Maginulfa che per corruzione linguistica divenne poi Roccamandolfi.

Nel periodo longobardo apparteneva alla Contea di Bojano, mentre nel periodo normanno appartenne alla contea di Molise.

Il castellano di Roccamandolfi era il conte Carlo Pannone, capostipite di una antichissima casata originaria del Molise.

Nel 1195 vi trovò rifugio, durante la guerra tra il principe normanno Tancredi e Enrico VI di Svevia, Ruggero di Mandra, conte di Molise e discendente di Riccardo, personaggio eminente della corte normanna, che, nel 1196, resistette ai limiti del possibile all’assedio della rocca da parte delle truppe imperiali, finché non fu costretto ad arrendersi.

Nel 1220 Federico II ordinò l’abbattimento delle fortezze che potevano rappresentare un pericolo per il potere centrale, ma Tommaso da Celano, conte di Molise, si asserragilò, con sua moglie ed i suoi figli, nel castello e resistette all’attacco di Tommaso d’Aquino che, per farlo capitolare, scelse la via dell’assedio. Il conte uscì nottetempo dalla fortezza e, dopo aver raccolto un buon numero di armati, volse alla riconquista del castello di Celano. L’impresa riuscì ma nel frattempo la moglie, Giuditta, visti i suoi uomini ormai debilitati, nel 1223, si arrese e il castrum di Rocca Maginulfi fu demolito, gli abitanti furono costretti a trasferirsi e il paese fu ricostruito più in.

Nel 1269 Carlo I d’Angiò assegnò Roccamandolfi a Tommaso d’ Evoli; nel 1272 l’assegnò a Berengario di Tarascona, già titolare del feudo di Castelpizzuto; nel 1278 la assegnò a Fulcone di Roccafolia che governò fino al XIV secolo quando il feudo divenne proprietà della famiglia Artois; poi, fino al 1391 fu dei Roccafoglia.

Nella prima metà del XV secolo Roccamandolfi divenne feudo della famiglia Gaetani finché, nel 1456, Giacomo Gaetani non cedette Roccamandolfi alla famiglia Cennamo che a sua volta la cedette alla famiglia Perez.

I Perez governarono Roccamandolfi fino al 1543, quando Francesco Perez la cedette a Giovanni Luigi Riccio che ne mantenne il possesso fino al 1549.

Nel 1549 Roccamandolfi fu venduta all’ asta e fu aggiudicata a Giambattista d’Afflitto della famiglia comitale di Trivento che, nel 1586, vendette il feudo a Sigismondo Pignatelli.

La famiglia Pignatelli rimase proprietaria del feudo fino 1806 con l’eversione della feudalità.

Nel 1799, Roccamandolfi fu compresa nel dipartimento del Sangro e nel Cantone di Baranello; nel 1807 fu assegnata al Distretto di Isernia e al Governo di Bojano; con la riforma del 1811 fu aggregata al Circondario di Castelpetroso e con quella del 1816 fu aggregata al Circondario di Cantalupo del Sannio.

Il fenomeno del brigantaggio fu particolarmente evidente nel XIX secolo: nel 1812 Sabatino Maligno capo di una delle bande fu ucciso dai propri compagni e la sua testa mozzata fu messa in una gabbia di ferro ed attaccata al campanile, dove restò fino al 1843. Con la sua morte si conclusero dieci anni di terrore per la gente del Matese.

L’unità d’Italia non fu bene accolta da Roccamandolfi: l’inizio ufficiale della rivolta armata contadina nel Comune di Roccamandolfi, risale all’ottobre del 1860 quando i reazionari insorsero al grido di Morte a Garibaldi! Viva Francesco II! Dopo alcune rapine nelle case dei liberali, i reazionari furono sopraffatti e messi in fuga dalla guardia Nazionale e dalla forza pubblica.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Liberamente tratte dal sito istituzionale

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
campo di cielo

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune