Comune di Wildon – (LB)

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Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Wildon è una città con lo status di “comune-mercato” della Stiria (Steiermark) meridionale, alle pendici del monte omonimo, alla confluenza del Kainach nel Mur. Il nome ha un’origine incerta e sono state formulate molte ipotesi che vanno dal celtico “fialdunum” (luogo ospitale), allo slavo “bilo Donje” (località collinare) attraverso il vetero-tedesco “Wilde” (selvaggio) in riferimento alla presenza forse di mandrie di cavalli bradi.

Dal 1 gennaio 2015 ha inglobato il territorio del comune di Sukdull, già frazione del comune soppresso di Stocking, e anche l’intero territorio del soppresso comune di Weitendorf. La circoscrizione amministrativa comprende quindi oggi nove villaggi:

Afram

Aug

Kainach bei Wildon

Lichendorf

Neudorf ob Wildon

Stocking

Sukdull

Weitendorf

Wildon (capoluogo).

Centro di insediamento nel Neolitico (4000 a.C. ca) per la sua posizione strategica alla foce del Kainach divenne sede della potente famiglia dei signori di Wildon, legati all’arcivescovado di Salisburgo.

La prima menzione del luogo è del 1219, quando il villaggio è conosciuto grazie al nobile poeta Minne Herrand di Wildonie (Herrand II Di Wildon). Lo scudo  dei von Wildon, con i colori argento e verde, si è evoluto poi nella celebre “pantera” stiriana che, da emblema della famiglia, è diventato stemma regionale.

Lo stemma di Wildon è stato concesso il 17 Novembre 1544  Ferdinando I d’Asburgo, grazie forse all’interessamento del signore del tempo Maximiian Leysser.

Si blasona: „ in einem roten Schild auf einer grünen Wiese einen Turm. Der Turm ist aus weißen Quadern gemauert und hat ein goldenes Fallgitter. Aus den drei Zinnen erhebt sich die Gestalt eines bärtigen wilden Mannes, der über die rechte Schulter mit beiden Händen einen Streitkolben zum Streich führt.“.

Che corrisponde al blasone italiano: “Di rosso, alla torre d’argento, murate e aperta di nero, saracinescata d’oro, fondata sulla campagna di verde, merlata di tre dai quali emerge un uomo selvaggio, barbuto e laurofregiato impugnante sopra la spalla destra con entrambe le mani una clava puntuta, il tutto al naturale”.

Lo stemma si può considerare “parlante”, perché fa riferimento al “Wild” (lett. “selvaggio”) del toponimo, ed è legato anche alla leggenda del Wildenmann (o Insgemein “il Selvaggio”), personaggio mitico diffuso in tutta l’area alpina (anche in Italia, col nome di “Omo Salvadego”), ultimo di una razza di giganti e che sarebbe vissuto in una grotta presso la collina del castello (Schlossberg) e che avrebbe rapito una fanciulla del villaggio la quale, per liberarsi e fuggire, lo avrebbe accecato con un ferro da calza.

Secondo un’altra tradizione il “Selvaggio” era un protettore della gente di montagna, che visse a lungo in armonia con la popolazione, insegnando loro i segreti della pastorizia e della produzione vinicola.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Profilo araldico


“Di rosso, alla torre d’argento, murate e aperta di nero, saracinescata d’oro, fondata sulla campagna di verde, merlata di tre dai quali emerge un uomo selvaggio, barbuto e laurofregiato impugnante sopra la spalla destra con entrambe le mani una clava puntuta, il tutto al naturale”.

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune