Badessa Elena Masperoni


Badessa Elena Masperoni

La famiglia bresciana dei Masperoni è documentata dal 1206: in un patto di alleanza fra Brescia, Cremona, Bergamo e Parma, conservato all’Archivio di Cremona, figura tra i molti Consiglieri bresciani un Giroldo «de Masperono» (da un antico avo di nome Gasparo o Masparo) originario di Rodengo. Mentre nel 1220 sul «Liber Poteris» bresciano è nominato il castello di Roccafranca fondato e posseduto dai fratelli Lanfranco, Umberto, Giroldo, Pietro e Giovanni, tutti figli di Adamo Masperoni da Chiari.

Elena (o Eletta) Masperoni era figlia (o, forse, nipote) di tale Rizzardo Masperoni e fu l’ultima badessa a vita del grande e potente monastero benedettino di Santa Giulia nel 1449, dove venivano “monacate” le figlie della più alta nobiltà locale (servite come dame di alto rango da umile converse). A lei si deve l’importante ampliamento del cenobio del 1466. Oppostasi fieramente alla riforma proposta dalla Congregazione dell’Osservanza di Santa Giustina di Padova, verrà deposta nel 1478 con Bolla di Sisto IV in data 11 luglio, verrà allontanata del monastero nel 1480 «in perpetuum suspensa et interdicta» come recita una lapide ancora conservata nel monastero (oggi museo civico). Nel 1481 il papa Sisto IV sancisce l’unione alla congregazione padovana e Alessandro VI la confermerà nel 1497.

Ciononostante due sue nipoti: Paola nel 1493 e Geroloma nel 1513, ricopriranno la stessa carica, che diventerà però annuale e subordinata all’abate di Santa Eufemia, pur restando un confortevole reclusorio per le donne nobili bresciane e pur con notevoli limitazioni dell’agio e del lusso nel quale vivevano al tempo della badessa Elena.

 

Dello stemma dei Masperoni si conoscono tre varianti:

 

  • «D’argento a due caprioli palati di rosso col capo di verde caricato di uno sperone d’oro».

 

  • «D’argento, a due caprioli rossi, al palo dello stesso attraversante; al capo di verde, caricato di uno sperone d’oro», che dovrebbe corrispondere a quello della badessa Elena.

 

  • «Inquartato: nel 1° e 4° di verde, allo sperone d’oro; nel 2° e 3° d’argento a due caprioli di rosso, al palo dello stesso attraversante».

 

In tutte l’elemento “parlante” dello sperone caratterizza gli emblemi.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


«D’argento, a due caprioli rossi, al palo dello stesso attraversante; al capo di verde, caricato di uno sperone d’oro»

Oggetti dello stemma:
attraversante, caricato
Pezze onorevoli dello scudo:
capriolo, palo, sperone

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune