Cardinale Alessandro Riario


Cardinale Alessandro Riario

Il cardinale Alessandro Riario nacque a Bologna il 3 o 4 dicembre 1543 da Giulio e da Elisabetta, figlia del conte Filippo Pepoli, nobile bolognese. Fu battezzato il 29 dicembre 1543 da monsignor Agostino Zanetti vescovo sebastese, vicario e suffraganeo di Bologna ed ebbe illustri padrini: il cavaliere Lelio Vitali a nome del cardinale Antonio Trivulzio; Pietro Bonfiglio a nome del cardinale Pietro Bembo; infine, il senatore di Bologna Ercole Malvezzi e Giovanni Paolo Pozzi.

La famiglia era imparentata con i Boncompagni e Gregorio XIII (1572-85). La casa aveva avuto tra i propri antenati Sisto IV, il cardinale francescano conventuale Pietro (1471-74) e il cardinale Raffaele Riario Sansoni (1477-1521), l’arcivescovo di Pisa Cesare (1499-1518) poi patriarca di Alessandria (1506-40). Nel XIX secolo furono cardinali di famiglia anche Tommaso e Sisto Riario Sforza. Dopo la perdita della signoria di Imola, i Riario risiedettero a Bologna, con dignità senatoria, e divennero marchesi di Castiglione di Val d’Orcia nel 1605.

Studiò presso l’Università di Padova arrivando fino al grado dottorale; il 21 maggio 1563 si addottorò in utroque jure presso l’Università di Bologna. Pio IV lo nominò referendario apostolico e fu ascritto ai prelati domestici dal 1559 al 1565. Il 1° maggio 1562 fu nominato segretario apostolico. Nel 1565 acquistò per 60.000 scudi la carica di uditore generale della Camera, ufficio che tenne fino al 1578.

L’8 novembre 1570, Pio V lo nominò patriarca di Alessandria d’Egitto (titolo che tenne fino alla morte) e lo inserì nella legazione a latere del nipote, cardinale Michele Bonelli, inviato nel 1571-72 presso i sovrani di Francia, Spagna e Portogallo per favorire la formazione della lega contro il Turco. Il 24 agosto 1572 Riario fu consacrato vescovo nella Cappella Sistina dal cardinale Benedetto Lomellini (assistito da Antonio Elio, patriarca di Gerusalemme, e Giovanni Ambrogio de Fieschi, vescovo di Savona). Fu associato al cardinale Francesco Crasso nella commissione incaricata di riformare la Curia romana.

Fu creato cardinale prete da Gregorio XIII, nella sua quinta promozione, il 21 febbraio 1578, rispettando i dettami del Concilio di Trento nella scelta di cardinali rappresentativi di ogni nazione. Il titolo fu quello di S. Maria in Aracoeli. Il 23 marzo o il 4 aprile 1580 fu nominato legato a latere a Filippo II per la successione al trono portoghese e la missione durò fino al 158: fu lo stesso Riario a consacrarlo re del Portogallo. Rifiutò i ricchi doni offerti da Filippo II, come aveva ricusato quelli del duca di Braganza, pretendente al trono portoghese; il dono spagnolo fu mandato a Roma e il cardinale Riario, dietro ordine del papa, lo accolse. Nella legazione riformò gli ordini religiosi del Portogallo e riformò e disciplinò gli antoniani.

Rientrato in Italia nel 1581, il 25 ottobre fu nominato legato dell’Umbria e Perugia: fece il suo ingresso il 17 novembre 1581 e dimorò a Perugia fino al 23 settembre 1583 nel monastero di S. Pietro; fece amministrare la legazione dal vicelegato Fabio Menichini (protonotario apostolico), sebbene il cardinale più volte la visitasse. Fu protettore dei monaci eremitani di San Girolamo; Gregorio XIII lo scelse come prefetto della Segnatura di giustizia il 25 ottobre 1581, impegnato nella repressione delle scorrerie dei banditi. Partecipò poi al conclave del 1585 che elesse Sisto V.

Morì a Roma il 18 luglio 1585 all’età di 42 anni nel palazzo di famiglia presso porta Settimiana, che in seguito fu chiamato palazzo Corsini. Venne preparata la tomba nel presbiterio, davanti l’altare maggiore, nella basilica dei Ss. Apostoli, con una breve iscrizione, ma in seguito il suo corpo fu traslato nella agostiniana chiesa di S. Giacomo a Bologna.

Fu devoto della Beata Vergine, alla quale eresse un altare nella chiesa di S. Maria della Consolazione in Roma, a cui compartì insigni benefizi. Donò al santuario di Loreto, tra l’altro, una croce d’oro e candelieri d’argento.

Il cardinale Riario fu l’ultimo abate commendatario e fece ristrutturare la chiesa ridimensionandola, nelle forme che esistono ancora oggi.

Alla morte del Riario papa Sisto V concesse tutti i beni e le rendite dell’abbazia al Collegio dei Maroniti di Roma, istituito da Gregorio XIII per alloggiarvi e istruirvi i giovani cristiani provenienti dalla Siria.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Liberamente tratte dall’enciclopedia Treccani online

 

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