Monsignor Carlo Maria Viganò


Monsignor Carlo Maria Viganò

Carlo Maria Viganò è un arcivescovo cattolico italiano, dal 2011 al 2016 nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.

È assurto alle cronache con la pubblicazione, nell’agosto 2018, di una lettera in cui chiedeva le dimissioni di papa Francesco, accusandolo di aver coperto il cardinale Theodore McCarrick, colpevole di aver abusato sessualmente di alcuni seminaristi, poi risultata infondata. La medesima accusa è stata mossa contro Viganò stesso, sulla base di un rapporto pubblicato dalla Segreteria di Stato della Santa Sede nel 2020.

Nasce a Varese il 16 gennaio 1941.

Il 24 marzo 1968 è ordinato presbitero dal vescovo Carlo Allorio per la diocesi di Pavia.

Nel 1989 viene nominato Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa.

Il 3 aprile 1992 viene nominato nunzio apostolico in Nigeria e arcivescovo titolare di Ulpiana da papa Giovanni Paolo II. Il 26 aprile seguente riceve l’ordinazione episcopale, nella basilica di San Pietro in Vaticano, per imposizioni delle mani dello stesso pontefice, co-consacranti i cardinali Franciszek Macharski e Angelo Sodano.

Il 4 aprile 1998 è nominato delegato per le Rappresentanze pontificie nella Segreteria di Stato della Santa Sede.

Il 16 luglio 2009 viene trasferito all’ufficio di segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, presieduto dal cardinale Giovanni Lajolo. La sua gestione ha portato da un deficit di oltre 10 milioni di dollari del 2009 a un saldo positivo di circa 44 milioni di dollari. In questa posizione diede inizio a diverse indagini su presunti appalti irregolari nella Chiesa. Insistenti voci lo volevano allontanato da questo incarico per attriti con vari elementi di spicco del Vaticano e il 19 ottobre 2011 fu nominato nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America: dopo la nomina, Viganò scrisse a papa Benedetto XVI, lamentando «profondo dolore e amarezza» per una decisione che riteneva essere una punizione nei suoi confronti.

Resta in carica come nunzio fino al 12 aprile 2016, quando, dopo aver presentato le dimissioni come prescritto al compimento dei 75 anni, viene annunciata la nomina del suo successore.

Nel 2018 è stato condannato da un tribunale a pagare a uno dei suoi fratelli, don Lorenzo Viganò, sacerdote disabile, un maxi-risarcimento di quasi due milioni di euro, oltre gli interessi legali e le spese processuali, per aver gestito da solo i proventi dei beni immobili ricevuti in eredità dal padre.

In una lettera riservata datata 8 maggio 2011 e indirizzata al Segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone monsignor Viganò faceva i nomi di diverse personalità operanti nella Santa Sede che avrebbero macchinato per metterlo in cattiva luce presso lo stesso Segretario di Stato.

Il 26 agosto 2018, Viganò pubblica su vari organi di informazione un dossier di una decina di pagine, in cui sostiene che i vertici della Chiesa cattolica, compreso papa Francesco, erano da anni a conoscenza degli abusi sessuali del cardinale americano Theodore Edgar McCarrick e che l’hanno coperto a lungo, prima che fosse finalmente sospeso. Viganò ha anche reclamato le dimissioni del papa. Il pontefice ha dichiarato di non voler rispondere alle accuse, affermando che il documento parla da sé, e ha invitato i giornalisti a farsi un’opinione e a giudicare in modo libero a partire dalla lettura del dossier. Sulla questione sono intervenuti numerosi prelati soprattutto statunitensi, alcuni con accenti più critici verso le accuse, altri più possibilisti.

Viganò ha dichiarato che nel 2007 fu egli stesso a scrivere un secondo memoriale che includeva del materiale dell’esperto di abusi sessuali del clero, Richard Sipe. Viganò disse che fu a fronte di questa lettera che papa Benedetto XVI nel 2009 o nel 2010 pose severe restrizioni sui movimenti di McCarrick e sul suo ministero pubblico, non permettendogli di uscire oltre il seminario dove viveva e non permettendogli di celebrare la messa in pubblico. Malgrado ciò, secondo Viganò, papa Francesco avrebbe rimosso queste sanzioni ed avrebbe reso McCarrick «suo fidato consigliere», anche se Francesco «sapeva almeno dal 23 giugno 2013 del comportamento di McCarrick. Sapeva che era un uomo corrotto e lo ha coperto sino alla fine».

Nella sua lettera, Viganò ha accusato anche tre segretari di stato vaticani consecutivi, i cardinali Angelo Sodano, Tarcisio Bertone e Pietro Parolin, i quali sapevano a sua detta dei comportamenti di McCarrick ma non fecero nulla contro di lui. Secondo altri giornali statunitensi, Viganò avrebbe cercato di far annullare un’inchiesta relativa all’arcivescovo di Saint Paul e Minneapolis, mons. John Nienstedt, per cattiva condotta nei confronti di alcuni seminaristi, e il National Catholic Reporter ha dichiarato che Viganò avrebbe distrutto le prove relative al caso di Nienstedt. Viganò dichiarò alla Associated Press di come il fatto che egli avesse tentato di abbreviare le investigazioni fosse un falso, ma l’Associated Press ha stigmatizzato Viganò come «un conservatore la cui linea dura e le visioni anti-gay sono ben note».

Il Rapporto McCarrick pubblicato dalla Santa Sede il 10 novembre 2020 smentisce le tesi di Viganò e lo definisce «una farsa grottesca».

In un’intervista verso fine marzo 2020, Viganò afferma che la pandemia di COVID-19 è stata permessa da Dio per punire peccati individuali e sociali. Successivamente dichiara in più occasioni che in realtà la pandemia non esiste ma è solo un grande complotto e nel novembre 2021 che i contagiati con il SARS-CoV-2 sono uccisi deliberatamente per fare aumentare le statistiche sulla mortalità del virus e sostiene anche che «Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione». In questo disegno asseritamente sovversivo dell’ordinamento della Chiesa, papa Francesco viene descritto come agente del Nemico.

Nel luglio 2023 Viganò ha fondato l’associazione Exsurge Domine per fornire sostegno al clero, ai laici e ai religiosi che sono stati sospesi, ridotti allo stato laicale e/o sanzionati dalla gerarchia cattolica a causa delle loro posizioni tradizionaliste. Nel dicembre 2023, Viganò ha annunciato l’istituzione di un seminario cattolico tradizionalista chiamato Collegium Traditionis a Viterbo, atto a fornire formazione ai seminaristi non disposti ad accettare “gli errori del Concilio Vaticano II o le deviazioni di Bergoglio”. Nel gennaio 2024 è stato riferito da diverse fonti che Viganò era stato riconsacrato vescovo dal vescovo scomunicato Richard Williamson, ex membro della Fraternità sacerdotale San Pio X e noto negazionista dell’Olocausto. La riconsacrazione sub condicione sembra implicare che Viganò ora creda che i sacramenti conferiti attraverso il Messale di Paolo VI siano di dubbia validità e, come tale, la sua stessa consacrazione a vescovo nel 1992 da parte di papa Giovanni Paolo II è anch’essa dubbio. Se la notizia fosse confermata dalla Santa Sede, Viganò verrebbe scomunicato latae sententiae.

Nel giugno 2024, Viganò è stato accusato di scisma dal Dicastero per la dottrina della fede, sulla base di alcune sue affermazioni pubbliche che lo avrebbero posto in opposizione alla Chiesa, con le quali avrebbe nello specifico negato la legittimità di papa Francesco e del Concilio Vaticano II. La reazione di Viganò è stata quella di dichiarare le accuse portategli «come un motivo di onore». Viganò ha contestualmente paragonato la propria situazione a quella dell’arcivescovo Marcel Lefebvre, paragone respinto dalla Fraternità sacerdotale San Pio X, fondata da mons. Lefebvre che ha preso le distanze da mons. Viganò per il suo rifiuto della legittimità dell’elezione di papa Francesco e il conseguente sedevacantismo.

 

 

Note di Bruno Fracasso

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