Monsignor Giovanni Battista Vercellino


Monsignor Giovanni Battista Vercellino

Giovanni Battista Vercellino (francesizzato spesso in Vercellin) nacque a Vercelli nel 1586 da una famiglia nobile locale. Due dei suoi fratelli divennero canonici del capitolo della Cattedrale di Vercelli. Lui stesso lo divenne, come canonico coadiutore, nel 1610, poi fu nominato protonotaro apostolico e, quindi, canonico titolare.

Nel 1619 è chiamato da Monsignor Filiberto Milliet, diventato in quello stesso anno arcivescovo di Torino, a ricoprire la carica di vicario generale dell’arcidiocesi. In questa veste accompagnerà l’arcivescovo nelle sue visite pastorali a Susa nel 1620, 1621, 1622.

Il 29 ottobre 1622 è nominato vescovo di Aosta, da Carlo-Emanuele I, sede vacante dalla morte di Ludovico Martini. Accompagna a Roma l’inviato incaricato di sollecitare la sua conferma da parte del papa Gregorio XV. La sua nomina viene accettata dal Santo Pontefice il 13 febbraio 1623 tuttavia resta presso la Santa Sede come rappresentante della corte di Torino per assicurare l’interim dell’ambasciata piemontese. Viene, infine, consacrato il 14 maggio 1623 nella basilica di Santa Maria Maggiore dal cardinale Pietro Vallieri, arcivescovo di Candia, assistito da Benedetto Bragadin, arcivescovo di Corfù, e Federico Baldissera Bartolomeo Cornaro vescovo di Bergamo. Entra in Aosta il 21 settembre 1623.

Il suo episcopato sarà segnato da un grande aumento delle congregazioni religiose presenti in Valle d’Aosta e dalla grande epidemia di Peste del 1630.

A coadiuvarlo nella sua attività chiama, nel 1628, il suo compatriota Giovanni Antonio Avogadro di Valdengo e un valdostano, Umberto di Lostan, che divenne prevosto della cattedrale di Aosta,

quindi Paul Dégioz di Valsavarenche nel 1630 e Jean-Pantaléon Cerise nel1632 e, infine, Jean Louis Des Bernards di La Thuile, protonotario apostolico che amministrerà la diocesi come vicario capitolare dalla morte del vescovo e fino alla nomina di Antoine Philibert Albert Bailly.

Il vescovo effettuerà molte visite nella sua diocesi, in particolare a Cogne, della quale assunse tradizionalmente il titolo di conte. Creerà, inoltre, numerose parrocchie: Pont Bozet staccata da Champorcher nel marzo del 1625, Bionaz staccata da Valpelline nel gennaio del 1641, Rhêmes-Notre-Dame staccata da Rhêmes-Saint-Georges nel giugno 1650.

Il vescovo dovette affrontare l’epidemia doi peste del 1630 che precedette la carestia che iniziò, in realtà, già nel 1629 e durò fino al 1632 e che avrebbero causato, secondo Jean-Baptiste De Tillier, la morte di 70.000 persone in Valle d’Aosta.

Dieci anni dopo, nel settembre del 1640, una piena della Dora Baltea devasta la città di Aosta. Il vescovo, sospettato di aver distolto dei fondi raccolti per fare un’offerta al santuario di Lorette a seguito della peste, a fronte di una rivolta scoppiata il 1° maggio 1644 dovette fuggire qualche ora dal vescovado.

L’episcopato di Vercellino è particolarmente marcato dallo sviluppo della presenza di Congregazioni religiose in Valle d’Aosta attraverso la costruzione di conventi: i Frati minori Cappuccini a Morgex, nel 1632, e a Châtillon nel 1633, ma soprattutto la fondazione del Convento dell’ordine della Visitazione ad Aosta nel 1631 da parte di un nobile locale, Cassandro de Vaudan, che ricevette, il 21 settembre 1638, la visita della fondatrice dell’ordine Santa Giovanna di Chantal sulla strada per andare a Roma. Nel 1642 giunsero nel capoluogo anche le canonichesse della Congregazione di Notre-Dame-de-Lorraine, originaria di Gray in Franche-Comté, su raccomandazione della reggente Cristina di Francia. Infine, si installarono in Aosta anche i Canonici regolari della Congregazione di Notre-Sauveur che assunsero la direzione del Collegio Saint-Bénin nel 1643 e, in seguito, nel 1647, del Collegio di Saint-Gilles di Verrès che dovette far abbandonare il prevosto commendatario Charles Emmanuel Madruzzo, principe vescovo di Trento e ottavo conte di Challant.

Monsignor Giovanni Battista Vercellino morì ad Aosta il 17 marzo 1651 e fu inumato nella cripta della cattedrale.

Lo stemma vescovile si blasona: «D’argento, alla banda di rosso, con il capo d’azzurro, carico di un ramoscello di melograno, d’oro, aperto di rosso».

 

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


«D’argento, alla banda di rosso, con il capo d’azzurro, carico di un ramoscello di melograno, d’oro, aperto di rosso».

Colori dello scudo:
argento, azzurro
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
ramoscello di melograno
Pezze onorevoli dello scudo:
banda
Attributi araldici:
aperto, carico

LEGENDA

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