San Gaetano Thiene


San Gaetano Thiene

Lo stemma della famiglia Thiene si blasona: “D’azzurro, al palo increspato d’argento”.

Il primo membro documentato della famiglia, risale alla fine del Duecento, si tratta di tale Vincenzo, figlio di Tealdino da Arsiero, che prestava denaro a interesse nel territorio della città di Thiene. Agli inizi del Trecento i “da Thiene” si trasferirono a Vicenza, durante il dominio degli Scaligeri.

Giovanni, nominato cavaliere e poi viceré degli Abruzzi, ebbe grande familiarità con Giangaleazzo Visconti, che confermò il territorio di Thiene assieme ad altri possedimenti nel vicentino e nel veronese.

Protagonista nella “dedizione” della città di Vicenza a Venezia, la famiglia rimarrà sempre fedele alla Repubblica.

L’imperatore Federico III l’11 febbraio 1469 concesse loro il titolo di conti palatini.

A questa illustre stirpe appartiene Gaetano Thiene, nato a Vicenza nell’ottobre 1480, fondatore dell’Ordine dei Chierici regolari teatini. Figlio del conte Gasparo Thiene e di Maria da Porto; gli fu dato il nome di “Gaetano” in onore di uno zio, canonico e professore all’Università di Padova, nativo di Gaeta. Orfano del padre, morto nel 1492, la sua educazione venne curata dalla madre, profondamente religiosa.

Laureato “In utroque jure” a Padova il 17 luglio 1504, non esercitò però mai la professione forense, preferendo indirizzarsi verso lo stato di religioso. Entrò infatti subito nello stato clericale ricevendo la tonsura da Pietro Dandolo, vescovo di Vicenza; il suo desiderio di divenire sacerdote era, però, contrario a quello di sua madre che, avendo già perduto due figli maschi, aveva riposto in lui le speranze di veder proseguire nel tempo la famiglia.

Nel 1507 si stabilì a Roma, dove ricoprì gli incarichi di scrittore delle lettere pontificie e protonotario apostolico ed ebbe un ruolo notevole nel riportare la pace tra la Santa Sede e la Repubblica di Venezia, dopo la guerra della Lega di Cambrai; per cui si guadagnò la stima di papa Giulio II.

A Roma, Gaetano si iscrisse all’Oratorio del Divino Amore e partecipò attivamente alle riunioni che si tenevano nella chiesa di Santa Dorotea presso l’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili. Ottenuta una particolare dispensa da papa Leone X, tra il 27 e il 29 settembre 1516 ricevette gli ordini minori e il diaconato; mentre il 30 settembre successivo, in occasione della festa di san Girolamo (patrono del suo casato), venne ordinato sacerdote da Francesco Bertoli, vescovo di Milopotamo.

Fece ritorno a Vicenza nel 1519 dove entrò nella compagnia dei Santi Clemente e Girolamo e ristrutturò l’ospedale della Misericordia; trasferitosi a Verona, si aggregò alla compagnia del Santissimo Corpo di Cristo e, poi a Venezia, fondò un nuovo ospedale degli incurabili.

Tornato a Roma nel 1527; assieme a Gian Pietro Carafa (futuro papa Paolo IV), Bonifacio de’ Colli e Paolo Consiglieri, suoi compagni all’Oratorio del Divino Amore, decise di formare una nuova fraternità di sacerdoti con il fine di riformare il clero e di restaurare e applicare una regola primitiva di vita apostolica; papa Clemente VII, con il breve “Exponi nobis” (24 giugno 1524) permise loro di prendere i voti e condurre vita fraterna in comunità e il 14 settembre successivo, nella basilica di San Pietro, Gaetano e i suoi compagni fecero la loro professione nelle mani del vescovo di Caserta Giovan Battista Boncianni, delegato papale.

Pur non essendo questo il loro proposito, Gaetano e i compagni andarono a costituire un nuovo ordine religioso, il primo degli ordini di chierici regolari sorti durante il periodo della Controriforma; Gian Pietro Carafa divenne il primo preposito, ed essendo egli vescovo di Chieti (in latino Theate), i membri dell’ordine vennero detti perciò teatini; il 14 settembre 1527 Gaetano venne eletto secondo preposito generale dell’ordine.

Nel 1533, insieme a Giovanni Marinoni, si recò a Napoli per fondarvi una casa dell’ordine; il viceré Pedro de Toledo, nel 1538, concesse loro la basilica di San Paolo Maggiore. A Napoli Gaetano curò la formazione dei sacerdoti impegnati nel locale ospedale degl’Incurabili; fu correttore della compagnia dei Bianchi; diresse il monastero delle domenicane della Sapienza (fondato da Maria Carafa, sorella di Gian Pietro); guidò Maria Lorenza Longo nella fondazione delle monache Cappuccine.

Dopo un breve ritorno in Veneto, tra il 1540 e il 1543, dove fu preposito della comunità teatina di Venezia, tornò a Napoli, dove morì il 7 agosto 1547.

Papa Urbano VIII lo elevò a beato l’8 ottobre 1629, mentre nel 1671 venne proclamato santo da papa Clemente X il 12 aprile 1671, ed è detto il Santo della Provvidenza.

 

 

Note di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“D’azzurro, al palo increspato d’argento”.

Colori dello scudo:
azzurro
Pezze onorevoli dello scudo:
palo
Attributi araldici:
increspato

LEGENDA

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