San Girolamo Emiliani
San Girolamo Emiliani
La famiglia veneziana degli Emiliani o, come viene scritta più spesso, Miani di Venezia vanta origini antichissime e si vuole che lo stemma derivi da quello degli Emiliani di Milano, e si blasona: “Fasciato di rosso e d’argento; col capo d’azzurro, caricato da tre pannocchie di miglio d’oro, moventi dalla partizione”.
Come tutte le famiglie della Serenissima, anche per i Miani sono state proposte varie origini leggendarie: ad esempio, la variante Emiliani del cognome è un’invenzione di chi cercava un collegamento con la romana gens Æmilia.
In realtà, provenivano probabilmente dal Friuli e giunsero in Laguna a più riprese già prima dell’anno mille. La forma Miani, alternata a quella Emiliani, si fissò in tempi relativamente recenti e, in precedenza, erano detti “da Mezani“, “Megiani“, “Migliani“, “Meliani“.
Della casata esistevano due rami: quello “di San Cassiano” e quella “di San Vitale“.
Il primo, considerato più antico, aveva nello stemma una rosa e si estinse nel XV secolo con la morte di Pietro di Matteo, pronipote del vescovo Pietro Miani.
Il secondo, al quale appartiene san Girolamo Emiliani, si estinse nel 1790 con la scomparsa di Giacomo di Marco.
Di questo stemma si conoscono diverse varianti, con una o più pannocchie di miglio.
San Girolamo Emiliani nacque a Venezia nel 1486, da Angelo Emiliani o Miani, senatore della Serenissima, e da Dionora Morosini. Poco si conosce della sua infanzia e della sua giovinezza. Arruolato soldato della Repubblica, nel 1511, durante la guerra di Venezia contro la Lega di Cambrai, sostenne con valore un violento assedio nemico, venendo tuttavia catturato. Durante la prigionia, Girolamo promise un pellegrinaggio alla Madonna e di porre fine, se fosse stato liberato, alla vita disordinata condotta sino a quel momento.
Riuscito a fuggire, passando miracolosamente inosservato tra i nemici, si recò a Treviso per andare a sciogliere nel santuario di Santa Maria Maggiore il voto fatto alla Vergine, consacrandosi in pari tempo a un’attività di conforto e di aiuto verso i poveri, gli orfani (del quale è patrono), gli infermi e i bisognosi. Prese parte ad altre battaglie, dopodiché tornò a Venezia, dette tutto il suo patrimonio agli indigenti e trasformò la sua casa in albergo dei poveri. Nel 1518 si fece sacerdote.
Si prodigò in occasione della grande carestia del 1528-1529 prestando generosa assistenza ai malati dei due ospedali cittadini degli Incurabili e del Bersaglio.
Si occupò soprattutto degli orfani abbandonati che andava raccogliendo dalla strada ed ospitava in casa sua dove insegnava loro i primi elementi della dottrina cristiana e li avviava al lavoro della lana.
Nel 1526 istituì il Pio Luogo di San Basilio che fu il primo nucleo di tutte le sue future istituzioni. Per esortazione di alcuni amici e dietro invito di alcuni vescovi, nel marzo del 1532, Girolamo partì da Venezia dando inizio a quel suo itinerarium caritatis che lo condurrà in varie città del Veneto e della Lombardia allo scopo di istituirvi o di riordinarvi asili per orfani e ricoveri per le convertite.
Nel frattempo Girolamo si era cominciato ad avvalere anche della spontanea collaborazione di alcuni volenterosi, che convocò a Merone nel 1532 allo scopo di coordinare i metodi di lavoro, celebrando in tal modo il primo capitolo dell’Ordine che si veniva formando e che assumerà la denominazione di “Compagnia dei servi dei poveri” dettata dal suo stesso fondatore.
La Compagnia ebbe la sua formale stabilizzazione nel secondo capitolo presieduto da Girolamo nel 1534 a Somasca, un piccolo villaggio presso Bergamo scelto da lui stesso come sede centrale dell’istituzione, che solo dopo la sua morte ebbe l’approvazione di papa Paolo III, nel 1540, e fu elevata in seguito da Pio V a Congregazione dei chierici regolari di Somasca (1568).
Girolamo morì di peste l’8 febbraio 1537, vittima della sua stessa abnegazione, a Somasca. Venne canonizzato da Clemente XIII il 12 ottobre 1767, e fu proclamato santo da Pio XI il 14 marzo 1928 ‘Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata’.
© 2024, Massimo Ghirardi
Bibliografia:
Zambarelli, Luigi. 1938. Iconografia di S. Girolamo Emiliani. Scuola Tipografica S. Girolamo Emiliani, Rapallo.
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
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Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo araldico
“Fasciato di rosso e d’argento; col capo d’azzurro, caricato da tre pannocchie di miglio d’oro, moventi dalla partizione”.
argento, azzurro, rosso
Partizioni:
capo, fasciato
Oggetti dello stemma:
pannocchia di miglio
Pezze onorevoli dello scudo:
fascia
Attributi araldici:
caricato, movente dalla partizione
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune