Società di Storia Patria di Terra di Lavoro


Società di Storia Patria di Terra di Lavoro


Diversi Enti Morali in Italia hanno richiesto e ottenuto la concessione formale di uno stemma da parte dell’Ufficio del Cerimoniale/Onorificenze ed Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Tra questi la Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, che ha ideato uno stemma a partire dal follaro capuano, moneta fatta coniare nell’XI secolo da Riccardo II, principe longobardo di Capua-Aversa, nella propria zecca. Il “follaro”, piccola moneta di bronzo o di rame coniata in Italia da Ostrogoti e Normanni, in sostituzione di quelle bizantine, deve il suo nome a “follis”, frazione della moneta bizantina, e fu in circolazione fino alla riforma monetaria di Federico II del 1233.

Il follaro è stato il primo emblema della Società di Storia Patria; nello stemma a tre di queste antiche monete sono stati associati i tre gigli dello stemma borbonico a ricordo dei due momenti capitali per il territorio: la massima estensione sotto il principato di Capua e la formale erezione in Provincia del Regno delle Due Sicilie:«Rappresenta simbolicamente gli elementi fondanti della provincia e della cultura di Terra del Lavoro e la storia casertana dall’epoca longobarda fino al lungo arco di 126 anni del Regno delle Due Sicilie che vanno da Carlo a Francesco II di Borbone», al giglio si ricollegano anche i significati di speranza, aspettativa del bene e retto giudizio.

«Lo Stemma, impreziosito dalla corona radiata, detta anche all’antica, complemento d’onore di vetusto uso, è ulteriormente arricchito dal moto “Quia rerum curriculum aperit solum mentis acies”, posto sull’elegante lista bifide e svolazzante. Esso afferma che soltanto la nostra mente, attenta e provveduta, ci può ricordare la sequenza dei fatti e il loro profondo, ammonitore significato».

 

Lo stemma è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 21 gennaio 2009 e il disegno è stato realizzato in collaborazione da Nino Trapani, dal prof. Aniello Gentile, dal presidente della Società Alberto Zaza d’Aulisio e dall’araldista dell’Ufficio Araldico Francesco Galletta; la consegna ufficiale è avvenuta il 20 maggio dello stesso anno presso l’«Aula Magna dell’ente, ossia la Cappella di Santa Maria dei Sette Angeli, cuore del Quartiere degli Schiavi, restaurato e ampliato nel 1773 da Carlo Vanvitelli, già sede dei Liparioti e poi cenobio dei Padri Passionisti dal 1856 al 1866». Il blasone ufficiale è: partito: il 1º, di rosso, ai tre follari capuani, coniazione di Riccardo II, ordinati in palo, d’oro; il 2º, di azzurro, ai tre gigli ordinati in palo, d’oro. Lo scudo è timbrato dalla corona all’antica di cinque punte visibili, d’oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d’oro, il motto, in lettere maiuscole, di nero, QUIA RERUM CURRICULUM APERIT SOLUM MENTIS ACIES.

 

La Società di Storia Patria di Terra di Lavoro fu costituita a Caserta il 20 dicembre 1952, per iniziativa dello studioso Pietro Borraro che, con l’aiuto di 25 soci, nel trigesimo della scomparsa di Benedetto Croce, creò questo sodalizio con l’intento di onorarne la memoria e con la funzione specifica di incrementare gli studi storici attraverso incontri culturali, pubblicazione periodica di un volume di saggi e memorie, la creazione di una biblioteca ad indirizzo prevalentemente storico.

 

L’esigenza della costituzione di una società di Storia Patria in provincia di Caserta era avvertita da decenni. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale si era costituito appositamente un Comitato Ordinatore della Società Storica di Terra di Lavoro ad iniziativa di Enrico Villani, consigliere provinciale scolastico ed ispettore onorario per i monumenti e di Giuseppe d’Anna, docente di discipline umanistiche ed autore di pregevoli pubblicazioni storiche. Del comitato ordinatore era anche componente Pietro Fedele (che diventerà ministro dell’Educazione Nazionale). Nella prima quindicina di giugno 1915 era prevista l’assemblea costituente. Il precipitare degli eventi internazionali bloccò il progetto di cui si riprese a parlare con maggiore concretezza nel secondo dopoguerra.

 

L’assemblea si riunì sotto la presidenza del senatore Giovanni Caso, che era stato con Giuseppe Fusco, Raffaele Numeroso e Luigi de Michele tra i rappresentanti della ricostituita provincia di Caserta all’Assemblea Costituente.

 

Il 10 gennaio 1953 veniva approvato lo Statuto provvisorio; il 27 maggio successivo si svolse la cerimonia inaugurale con una grande manifestazione culturale, presieduta, in veste di oratore ufficiale, da Ernesto Pontieri, Rettore dell’Università degli studi di Napoli e Presidente della Società Napoletana di Storia Patria. Le istanze rivolte al Ministero della Pubblica Istruzione e alla Soprintendenza ai Monumenti della Campania, per ottenere che la Società potesse disporre di una degna sede nella Reggia Vanvitelliana, venivano accolte, e il 16 giugno 1954, in occasione di un altro memorabile incontro, con la conferenza di Giovanni Tescione (primo podestà di Caserta) sui «Valori storici della Terra di Lavoro», si inaugurava la prima sede

 

Il 13 Aprile del 1956 il Consiglio Direttivo deliberava la creazione di un Seminario di Studi Danteschi, formalmente costituito il 23 giugno, come istituzione autonoma, nell’ambito della Società e presieduto dal presidente pro tempore. Era la prima iniziativa del genere in Italia, con lo scopo di incrementare «l’intelligenza e lo studio dell’opera di Dante», mediante la costituzione di una Biblioteca Dantesca quale sezione della Biblioteca della Società di Storia Patria e la raccolta di materiale bibliografico e figurativo.

 

Alla fine del 1956, veniva stampato il primo numero dell’Archivio Storico, ufficialmente presentato da Ernesto Pontieri, nel corso di un convegno culminato nella conferenza di Stefano Bottari, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Bologna, sui «Rapporti tra l’architettura campana e quella siciliana nell’età romanica». Il volume fu presentato il 4 luglio 1957 a Pio XII che ricevette in udienza privata il presidente della Società Fortunato Messa, accompagnato da una rappresentanza del direttivo composta da Giovanni Tescione, Pietro Borraro e Michele Fusco, celebre latinista.

 

Altro storico evento fu l’udienza concessa il 9 Gennaio 1958 dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi al direttivo rappresentato dal presidente Messa, da Giovanni Tescione, che presiedeva il comitato di redazione dell’Archivio Storico di Terra di Lavoro, Giuseppe d’Anna e Vincenzo Fava (emblematiche figure di educatori ed uomini di cultura d’altri tempi), Armando Salvatore (altro indimenticabile latinista), Pietro Borraro (infaticabile segretario generale per lunghi anni fino alla tragica morte avvenuta nel 1982 al ritorno da un convegno).

 

Dal 21 al 25 Maggio del 1961 fu realizzato il primo Congresso Nazionale di Studi Danteschi sul tema «Dante e il secolo dell’Unità d’Italia», che coinvolse Caserta e Napoli. Vi intervennero, tra gli altri, Vittorio De Falco, Domenico Rea, Natalino Sapegno, Francesco Sbordone, Giuseppe Toffanin. L’evento è ricordato nel cippo marmoreo che la Società fece installare nei Giardini della Flora antistanti la reggia anche per lasciare memoria della mostra del risorgimento in terra di lavoro che si svolse dall’ottobre 1961 a gennaio 1962 sotto gli auspici del ministro della pubblica istruzione Giacinto Bosco e del comitato per le celebrazioni del centenario dell’unità d’Italia.

 

Memorabili, altresì, un Convegno degli Archivi Ecclesiastici, (27 settembre 1961), Un Convegno dell’Unione Stampa Cattolica Italiana (3 dicembre 1961) ed uno della Stampa Turistica Italiana (12 Dicembre 1961). Nello stesso anno furono patrocinate una rassegna dedicata a «Napoleone e l’Elba» e quattro mostre: una di arte sacra contemporanea, una di artisti contemporanei dedicata all’arte del Risorgimento, una sulla stampa cattolica italiana ed una sulle Edizioni Dantesche sotto gli auspici della Casa Olschki.

Nel ventesimo anniversario della ricostituzione della provincia di Caserta (1º settembre 1945) la Società organizzò onoranze in memoria di Gino Chierici, pubblicando un volume dedicato alla sua figura ed alla sua opera. Il comitato d’onore fu presieduto dal capo dello Stato, Antonio Segni.

Con decreto n. 7167 del 2 giugno 1967 il Presidente della Repubblica conferì la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte con Diploma.

Il 18 giugno del 1972 furono istituiti una Sezione di Archeologia affidata al socio Salvatore Garofano Venosta, conservatore del Museo Provinciale Campano di Capua, nonché l’Albo per i soci Onorari e quello dei Presidenti.

Nell’occasione della celebrazione dell’anniversario del viaggio in Italia di Goethe, promossa dalla Società di Storia Patria, la Repubblica Federale di Germania offrì alla città di Caserta un busto del Poeta collocato del giardino di Flora della Reggia di Caserta il 2 luglio 1964, esatta riproduzione di quello esistente nella «Casa di Goethe» a Francoforte sul Meno.

Altre benemerite iniziativa: il Convegno Nazionale di Studi per il IV centenario della nascita di Michele Monaco, le Celebrazioni per il II centenario di fondazione della Parrocchia di San Ferdinando in San Leucio di Caserta, la ristampa anastatica del Codice di San Leucio del 1789, il Convegno di Studi per la redazione di una mappa archeologica di Terra di Lavoro, il Convegno Nazionale dei poeti e scrittori dialettali, il Convegno di Studi Militari – il primo del genere in Italia – in collaborazione con l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e con la Rivista Militare. Inoltre, fu promossa ed attuata, in collaborazione col Comune di Sorrento, la II Settimana Internazionale dei Beni Culturali, sul tema Ecologia e Cultura nell’Europa Unita, fu data alle stampe la monografia “Note Vanvitelliane”, relativa a documenti inediti di Luigi Vanvitelli.

 

Un evento significativo ha segnato il 2 giugno 1980 la vita della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro: il riconoscimento della personalità giuridica del Sodalizio, consacrata con il decreto del presidente della giunta della regione Campania n. 6803.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia

 

Alberto Zaza D’Aulisio, Società di Storia Patria di Terra di Lavoro [Dall’emblema del Follaro allo Stemma Araldico], Caserta, Depigraf, 2017

 

 

Sitografia:

https://www.storiapatriacaserta.it/

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Profilo araldico


“Partito: il 1º, di rosso, ai tre follari capuani, coniazione di Riccardo II, ordinati in palo, d’oro; il 2º, di azzurro, ai tre gigli ordinati in palo, d’oro. Lo scudo è timbrato dalla corona all’antica di cinque punte visibili, d’oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d’oro, il motto, in lettere maiuscole, di nero, QUIA RERUM CURRICULUM APERIT SOLUM MENTIS ACIES”.

Oggetti dello stemma:
Riccardo II, coniazione, follare capuano, giglio
Attributi araldici:
ordinato in palo

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune