Università degli Studi di Bologna


Università degli Studi di Bologna


L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, come è conosciuta ufficialmente (già Università degli Studi di Bologna) è un’ statale. L’aulica denominazione si diffonde nel XIII secolo quando si afferma il motto “Pietro padre del mondo, Bologna madre delle leggi”, da cui sarebbe poi nato l’appellativo per eccellenza dell’Università stessa: Alma Mater Studiorum (letteralmente Madre nutrice degli studi), affermatosi in occasione dell’VIII centenario nel 1888.

 

Attiva dall’XI secolo, è considerata da molteplici fonti la più antica università del mondo tuttora in funzione. la fondazione dello Studium tradizionalmente viene fatta risalire al 1088: data stabilita nel 1888 da una apposita commissione presieduta da Giosuè Carducci. Sebbene convenzionale, la data scelta da Carducci non pare essere distante dalla realtà storica, dato che si hanno notizie della città felsinea come importante centro di studi già dalla prima metà del XII secolo: nel 1118 è attestato per Bologna l’appellativo di Docta(“La Dotta”).

 

Il Sigillum Magnum (Gran Sigillo) dell’Università di Bologna fu ideato dal pittore Augusto Sezanne nel 1888 in occasione delle celebrazioni dell’VIII Centenario dalla nascita dello Studium bolognese, come esito di una ricerca del gruppo composto da Giovanni Capellini, Carlo Malagola, Cesare Albicini. Inciso ad opera del Prof. Giorgi di Firenze fu coniato in argento e bronzo dalle officine dell’Archivio di Stato. Dato che dell’antico Studio bolognese non si conosceva nessun emblema, nel comporre il sigillo, si seguirono i modelli degli antichi Studi Universitari e le regole consuetudinarie presenti nei primi del XV secolo nella nostra regione.

Il Sigillum Magnum si compone dei singoli sigilli delle due corporazioni che formavano lo Studio bolognese: le tre “Università degli scolari” (“Leggisti”, “Medici” e “Artisti”) e i tre “Collegi dei Dottori” (Collegi di Diritto canonico, di Diritto civile e di Medicina e d’Arti).

Si riconoscono, a sinistra in basso, il Collegio dei Dottori di diritto canonico (inginocchiati ai fianchi della Vergine Maria), sopra l’ Università dei Giuristi (con Santa Caterina in preghiera davanti alla Vergine), a destra in alto l’Università degli Artisti (coi santi medici e speziali, Cosma e Damiano: gli “ingredienti” dei colori erano venduti dai farmacisti), il Collegio dei Dottori di diritto civile (con al scena dell’Annunciazione), al centro il Collegio dei Dottori di medicina ed arti (con la figura dell’evangelista San Luca in trono).

Intorno al bordo la legenda in caratteri: S[IGILLVM) MAGNVM STVDII GEN[ERALIS) BONON[IENSIS). Le parole sono separate da rosette e in capo è posta una croce. All’interno si staglia una struttura architettonica goticheggiante divisa in una nicchia centrale e quattro laterali, a due a due sovrapposte. Le cinque parti sono sormontate da cuspidi, più grande quella centrale. Dentro il cerchio composto da piccole perle, negli esergi destro e sinistro, le due scritte “LEGVM BONONIA MATER” (Bologna madre delle Leggi) e “PETRVS UBIQVE PATER” (Pietro di tutti padre, dal nome del primo patrono di Bologna) che sono i due emistichi di un verso leonino dal palese significato politico.

Due scudetti in alto rappresentano le armi del Comune (d’argento alla croce di rosso, al capo d’Angiò) e del Popolo di Bologna (d’azzurro alla parola LIBERTAS posta in banda d’oro).

Per garantire la coerenza e la riconoscibilità dell’Ateneo all’esterno, nonché per valorizzare al meglio la propria identità distintiva, l’Università di Bologna ha elaborato, dal 2002, una versione stilizzata e ufficiale del Marchio, già approvato dal Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 26 giugno 2019. Anche il colore prescritto, il rosso Pantone 1805cv, richiama il caldo colore del “cotto” dei mattoni e dei tetti bolognesi (nella relazione di legge che è stato “…scelto per essere in armonia con le tradizioni, l’atmosfera e l’estetica della città di Bologna”).

 

L’Università ha anche un suo gonfalone ufficiale, offerto da 72 dame bolognesi (guidate dalla contessa Carolina Pepoli-Tattini) all’Università in occasione dell’VIII Centenario celebrato il 2 giugno 1888 e disegnato da Alfredo Tartarini (1845-1905), con lo stemma inquartato cittadino circondato dagli stemmi dei personaggi principali che hanno contribuito alla sua creazione e alla sua fama (indicati da un cartiglio e dalla relativa data fatale):

 

– Matilde di Canossa (1113), che alla nell’XI secolo aspirava a unificare i suoi eterogenei domini tramite lo strumento del diritto, determinando uno sviluppo delle attività giurisdizionali nei tribunali tosco-emiliani. La Curia di funzionari itineranti e giurisperiti (astantescausidicijudiceslegis doctores) al suo servizio poteva contare su una nutrita schiera di giuristi bolognesi, evidenza di una tradizione cittadina consolidata già all’epoca.

– l’aquila imperiale di Svevia, che richiama l’imperatore Federico I “Barbarossa” (1158) che promulgò la Constitutio Habita, in seguito ad un incontro con le rappresentanze studentesche avvenuto fuori Bologna nel maggio 1155, dove venivano attribuiti a studenti e docenti privilegi e protezioni, tra cui quella di poter scegliere da parte degli scolari di essere giudicati dal vescovo o dal proprio professore. Sebbene fosse un testo di carattere universale, viene comunque ritenuto il primo riconoscimento formale dell’Università di Bologna.

– lo stemma della famiglia dei conti di Segni, la famiglia di papa Gregorio IX (1230): studente dell’Università.

– lo stemma Caetani, la famiglia di papa Bonifacio VIII (1298): anch’egli studente a Bologna.

– lo stemma di papa Giovanni XXII Duèze: che riformò lo studio del Diritto (1318).

– lo stemma di papa Innocenzo VI Aubert, durante il suo pontificato il Legato card. Egidio Albornoz istituì la facoltà di Teologia, dopo che la città tornò sotto il controllo papale (1360).

– lo stemma di papa Eugenio IV (1437) Condulmer, che fu Legato Pontificio a Bologna.

– lo stemma dell’imperatore Carlo V d’Asburgo (1530), che concesse ai docenti il titolo di conti palatini e cavalieri aurati in occasione della sua incoronazione imperiale (in San Petronio a Bologna)

– lo stemma di papa Benedetto XIV Lambertini, nativo di Bologna (1748): che donò all’Università la sua biblioteca di 25.000 volumi e il prezioso archivio.

– lo stemma della Repubblica Cisalpina (1798) che dichiarò la laicità dell’Università e la libertà educativa dei docenti.

– lo stemma della Prima Repubblica Italiana, che nel 1802 riconobbe solo Pavia e Bologna come “Università Statali”.

– lo stemma (apocrifo) delle Romagne con la data del 1859, anno della fine del potere papale sulle Legazioni Potificie delle Romagne.

 

Massimo Ghirardi

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


sigillo ridisegnato
sigillo Ufficiale
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