Università degli Studi di Catania
Università degli Studi di Catania
Dalla sua istituzione, col benestare di re Alfonso d’Aragona nel 1434 e fin quasi alla fine del XVIII secolo, l’Università degli Studi di Catania sembra non aver avuto un proprio sigillo, purtroppo i documenti dell’epoca sono andati distrutti nel furioso incendio del 1944, ma anche precedentemente gli studiosi che se ne sono occupati non ne hanno trovati.
La documentazione conservata dall’Archivio Storico dell’Università, sembra confermare questa mancanza: ai diplomi di laurea veniva apposto il sigillo del Vescovo pro tempore di Catania, nella sua qualità di Gran Cancelliere dello Studio Etneo.
Stemmi e sigilli si trovano comunque nelle “fedi” (dichiarazioni formali) rilasciate dai professori agli studenti impressi a secco dal notaio dello Studio: non vi si rileva alcuno stemma/emblema/sigillo che possa dirsi specifico dell’Università; di solito si vede lo stemma della casa regnante o del casato di appartenenza del docente sempre accompagnato dallo stemma civico catanese: l’elefante sormontato da una figura femminile armata (nel tempo variamente identificata con Sant’Agata oppure la dea Minerva/Atena).
Come si legge nel sito dell’Università la ragione di fondo di questa assenza del sigillo è da attribuirsi alla mancanza di personalità giuridica dello Studio che, fino al 1840, non era autonomo ma amministrato da vari soggetti: civili, come le corti regie, viceregie e il Comune di Catania; ed ecclesiastici, soprattutto il Vescovo catanese e la Curia.
Nel 1780 compare il primo sigillo dell’Università di Catania: rappresentato da un timbro a secco apposto su alcuni degli atti rogati o vidimati dal Notaio dell’Università, che significativamente rappresenta l’affrancamento dall’autorità ecclesiastica e l’ottenuta autonomia.
L’impronta è di forma rotonda, di circa mm. 45 di diametro, con la legenda in esergo in caratteri latini VNIVERSITAS STUDIORUM CATANA. Nel campo, partito verticalmente con un motivo decorativo di palmette contrapposte, si vede a sinistra l’aquila coronata di Sicilia caricata sul petto dello scudo interzato della casa Borbone in Sicilia, a destra lo stemma settecentesco di Catania: l’elefante, coperto da gualdrappa e sormontato da Atena con lunga asta nella destra e scudo nella sinistra (C. Naselli, 1934).
A conclusione delle riforme borboniche del sistema universitario in Sicilia, nel 1840 viene pubblicato il Regolamento per le tre Università di Sicilia, che sancisce un nuovo equilibrio nel territorio isolano, con la presenza di tre Atenei: a Catania si aggiungono Palermo (1806) e Messina (1838). Da allora l’Università catanese “assume carattere propriamente statale e adotta per tutti gli usi lo stemma regio. Il sigillo a secco viene sostituito dal timbro a inchiostro per gli Atti correnti, quello pendulo dei privilegi di laurea viene impresso non più sulla cera ma sulla ceralacca” (C. Naselli), come si osserva in alcuni diplomi di laurea del periodo conservati presso l’Archivio Storico dell’Università.
Dal periodo borbonico a continuare anche nel periodo postunitario, comincia l’uso occasionale di un sigillo, derivato da uno degli stemmi del Comune di Catania, aumentati da una civetta e Σ (= ΣΟΦΙΑ/σοφία/Sofia), entrambi tradizionali emblemi di Atena e quindi della Sapienza.
Dopo l’Unità, con sostanziale continuità, si usò prevalentemente il sigillo con lo stemma sabaudo con la dicitura in esergo “Università degli Studi – Catania” spesso affiancato dallo stemma civico.
Nel 1934, in occasione dei festeggiamenti per il V centenario dell’Università etnea, venne adottato il sigillo ufficiale, appositamente progettato dalla prof.ssa Carmelina Naselli con la collaborazione del prof. Guido Libertini: “un sigillo di carattere storico“, con lo stemma aragonese anziché quello sabaudo e lo stemma catanese risalente al XV secolo (adottato in quello stesso anno come stemma del Comune). Il sigillo proposto venne esaminato ed approvato dalla Consulta araldica, e quindi sancito dal capo del governo Benito Mussolini, con decreto dato in Roma il 20 settembre 1934 con il blasone: “D’azzurro: partito da un motivo d’ornato; nel primo allo stemma d’Aragona: d’oro, a quattro pali di rosso, affiancato d’argento a due aquile di nero, dal volo spiegato; sullo scudo, la corona reale aragonese; nel secondo, all’elefante di rosso, con la proboscide alzata, con le zanne al naturale, passante su un ristretto di rosso, sormontato dalla lettera A pure di rosso. Intorno, la scritta: SICILIAE STVDIUM GENERALE – 1434 –“.
Il sigillo dell’Ateneo ha subito una elaborazione nel 2014, e ancora nel 2021: presentato ufficialmente il 12 febbraio, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2020/21, con la brand identity dell’Università di Catania. Pertanto, pur volendo mantenere il sigillo storico, coniato nel 1934 in occasione dei 500 anni di vita dell’Ateneo, in ambito istituzionale, cerimoniale e protocollare (ad esempio per le pergamene di laurea, il vessillo, la carta intestata), l’Università di Catania ha voluto dotarsi di un logo e di una identità visiva in linea con il terzo millennio e adattabili alla comunicazione digitale e al merchandising.
Frutto di una collaborazione tra Ufficio Comunicazione dell’Ateneo con Matteo Roversi (Head of Brand experience design), Simone Tornabene (Head of strategy) e Marco Angelini (Art director), creativi dell’agenzia Imille a cui è stato affidato l’incarico.
Il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione, nel mese di febbraio 2021, hanno deliberato l’adozione graduale della nuova identità visiva da completarsi con l’avvio dell’anno accademico 2021/22 sulla base delle indicazioni contenute nello specifico Manuale d’uso.
Il logo principale è stato depositato presso l’European Union Intellectual Property Office (EUIPO) ai fini dello sfruttamento del marchio sia in ambito istituzionale sia commerciale. Il sigillo storico circolare risalente al 1934, del quale l’Università di Catania ha voluto recentemente ricostruire la tradizione con un lavoro di ricerca condotto dall’Archivio storico dell’Ateneo, verrà mantenuto in ambito istituzionale, cerimoniale e protocollare. Esso verrà riprodotto sulle pergamene di laurea, sul vessillo e nella carta intestata. Ma la nuova identità visiva dell’Ateneo, in particolare il logo che vede la sola testa dell’elefante come simbolo principale e la semplice dicitura Siciliae Studium Generale – 1434, verrà invece adottato per tutti gli altri casi a partire dai canali di comunicazione web e social, per passare alle attività di promozione e recruitment, fino al design dei prodotti di merchandising, disponibili per la vendita nello STORE UNICT.
Massimo Ghirardi
LEGENDA