Università degli Studi di Messina
Università degli Studi di Messina
Il sigillo dell’Università di Messina riporta’immagine stilizzata della città di Messina, nella quale si riconosce il Porto, i castelli e la cattedrale tratta da una medaglia trecentesca riportata negli annali di Caio Domenico Gallo, e si completa con la legenda in esergo “Studiorum Universitas Messanae A.D. 1548“.
Da questo originale è tratto il logo in uso da parte dell’Ateno, che si completa con l’acronimo “UniMe 1548”, registrato il 20 novembre 2020 con il n° 302020000102642 presso la Camera di Commercio di Messina.
Anche se Messina poteva vantare una scuola di Diritto fin dal XIII secolo, alla quale nel XV si associò una scuola di greco, la “città dello Stretto” ebbe la sua Università per merito di papa Paolo III Farnese, che istituì il Messanense Studium Generale con la bolla “Copiosus in misericordia Dominus” del 16 novembre 1548.
Il mese successivo con ulteriore bolla papale “Summi sacerdotis ministerio” venne associato quello che si può definire il primo collegio gesuitico al mondo. Sant’ Ignazio di Loyola aveva visto in Messina un centro strategico destinato a sorreggere culturalmente la penetrazione Cristiana nel mondo dell’oriente Ortodosso e Musulmano.
Il collegio di Messina, chiesto dai giurati messinesi formalmente fin dal dicembre 1547 con il sostegno del Viceré Juan de Vega, fu quindi il primo in assoluto (Primum ac prototipum) e divenne modello per i successivi che la Societate Jesu avrebbe aperto in seguito.
Nasceva così la prima Università della città di Messina dove si insegnavano Diritto, Teologia, Logica, Filosofia, Matematica, Ebraico, Retorica, Grammatica, Greco ed i cosiddetti Studia Humanitatis. Ignazio di Loyola inviò a Messina il confratello Pietro Canisio, uomo di grande spessore umano e culturale (poi santificato) maestro di teologia che organizzerà ed insegnerà nel collegio per anni prima di andare a svolgere la stessa attività a Bologna.
Il regolare funzionamento dell’Ateneo fu, tuttavia, paralizzato dalle controversie nel frattempo sorte tra i Gesuiti, ai quali non si volle lasciare il controllo dell’istituzione, e con il vicino Siculorum Gymnasium di Catania, che rivendicava il monopolio sugli studi universitari nell’isola. Il contenzioso venne definitivamente risolto dal Tribunale della Sacra Rota nel 1595, con una sentenza definitiva a favore dell’Ateneo messinese.
Dopo un lungo periodo, durante il quale gli studi superiori venivano impartiti nella locale Accademia Carolina, l’Ateneo fu rifondato nel 1838 dal re Ferdinando II. Nel 1847, in seguito alla Rivoluzione siciliana e al conseguente assedio della città, fu nuovamente chiuso, per essere riaperto due anni più tardi con la limitazione, tuttavia, di non potere immatricolare studenti calabresi o provenienti dalle altre province siciliane.
Nel 1862, l’università di Messina subì il declassamento ad ateneo di seconda classe e, solo per mezzo d’una convenzione promossa dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di commercio ed arti, nel 1885 potette assumere la qualifica di “pareggiata di I grado”.
Massimo Ghirardi
LEGENDA