Austria
Austria
Mostra un’aquila nera monocefala che, attraverso lo stemma imperiale dell’imperatore Sigismondo dal 1433, risale all’emblema del Sacro Romano Impero e, prima di quello, al simbolo delle Legioni Romane. Rappresenta la sovranità sul territorio dell’Austria.
Sul petto l’aquila porta l’antico scudo dell’Arciducato d’Austria, dal quale deriva anche la bandiera nazionale, e tiene una falce e un martello dal 1919, simboli del lavoro di impronta socialista ma che, uniti alla corona murale sul capo, simboleggiano l’unità delle classi sociali (operai, contadini, borghesi).
Le catene spezzate sono state aggiunte alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945 e indicano la liberazione da ogni dittatura soprattutto da quella nazista.
Il blasone uffciale recita: “Es zeigt einen freischwebenden, einköpfigen, schwarzen, golden gewaffneten und rot bezungten Adler, dessen Brust mit einem roten, von einem silbernen Querbalken durchzogenen Schild belegt ist. Der Adler trägt auf seinem Haupt eine goldene Mauerkrone mit drei sichtbaren Zinnen. Die beiden Fänge umschließt eine gesprengte Eisenkette. Er trägt im rechten Fang eine goldene Sichel mit einwärts gekehrter Schneide, im linken Fang einen goldenen Hammer”.
Che corrisponde all’italiano: “Aquila nera in volo libera, con testa singola, armata d’oro e linguata di rosso, accollante uno scudo di rosso alla fascia d’argento; coronata con corona murale d’oro con tre merli visibili, nell’atto di spezzare con le zampe la catena di ferro e tenente con la destra un falcetto d’oro e con la sinistra un martello pure d’oro”.
L’aquila richiama il vecchio emblema asburgico, a simboleggiare la nuova identità repubblicana della nazione austriaca, si vuole che essendo girata verso la destra (araldica) indichi anche che l’Austria volga lo sguardo verso l’Occidente europeo e, se questa interpretazione può aver giocato un ruolo nel periodo della contrapposizione Est-Ovest, è da dire che la testa rivolta verso destra è la posizione ordinaria di ogni figura araldica.
L’aquila bicipite venne assunta ad indicare la carica di Imperatore da Sigismondo di Lussemburgo, sovrano a partire dal 1433; a partire da questo sovrano l’aquila “semplice” passerà ad indicare il “Re dei Romani”, carica detenuta dal governante prima della sua, eventuale, incoronazione a Roma da parte del Papa, solo dopo questa “investitura” il designato userà il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero e porterà l’emblema con l’aquila con due teste. Quando, nel 1806, il Sacro Romano Impero verrà abolito è i suoi precedenti sovrani diverranno Imperatori d’Austria si manterrà comunque questa simbologia. Tra i simboli del potere l’aquila terrà, oltre alla spada, anche lo scettro con la destra.
Lo stemma proprio dell’Austria, “di rosso alla fascia d’argento” deriva dall’emblema arciducale della dinastia dei Babenberg. Adottato dal duca Federico II di Babenberg1 intorno al 1230 come emblema dinastico della Marca Orientalis (a est della Baviera: Östmark), corrispondente agli attuali territori dell’Alta e Bassa Austria. Intorno al XV secolo si hanno due stemmi: quello dell’Austria Antica (o di Lerch) con cinque aquilotti neri, e quello della Nuova Austria (Neuösterreich). Nel 1276 con l’avvento degli Asburgo (von Habsburg) quando il conte Rodolfo, divenuto re di Germania nel 1273 trasferì la propria residenza a Vienna, il secondo diverrà il simbolo dei domini uniti austriaci, dal 1282 Ducato d’Austria.
Federico III nel 1325 lo accollerà all’aquila imperiale bicipite, e il vecchio stemma della contea di Habsburg (“d’oro, al leone di rosso armato e coronato d’azzurro”, noto dal 1359) vi verrà comunque unito, ma assumerà via via sempre più un ruolo di secondo piano2. Dal 1438 la carica di Imperatore del Sacro Romano Impero resterà in mano agli Asburgo fino al 1806, anno della sua formale trasformazione nell’Impero Austriaco.
Con il matrimonio dell’imperatrice Maria Teresa con il duca Francesco Stefano di Lorena (poi imperatore Francesco I), la dinastia assunse il cognome d’Asburgo-Lorena, e di conseguenza nel 1740 venne ridisegnato lo stemma: lo scudo divenne interzato, nel 1º d’Asburgo, nel 2º d’Austria, nel 3º di Lorena.; vi venne aggiunto il gran collare dell’Ordine del Toson d’Oro.
L’ultimo imperatore romano-tedesco, Francesco II d’Asburgo-Lorena, caricò sulle ali dell’aquila bicipite gli stemmi di tutti i suoi domini ereditari, con la fondazione dell’Impero d’Austria nel 1804 venne mantenuta la forma bicipite e anche con l’istituzione del Regno dell’Austria-Ungheria nel 1867 venne mantenuta l’aquila a due teste, che assunse però il significato dell’unione dei due regni: con una testa verso destra indicate i territori della Cisleitania (“al di qua del fiume Lejta” che segnava il confine tra i due territori e corrispondente alla parte occidentale e austriaca dell’Impero) e l’altro verso sinistra indicante i territori della Transleitania (parte ungherese dell’Impero).
Dal 10 ottobre 1915 venne introdotta una nuova variante: le due metà dell’impero sotto le rispettive corone, la Cisleitania sotto la corona imperiale di Rodolfo II, e la Transleitania sotto la corona regale di Santo Stefano. Sul petto dell’aquila lo stemma della famiglia Asburgo-Lorena e il motto “Indivisibiliter Ac Inseparabiliter” (“indivisibili e inseparabili”) a rappresentare il rapporto tra le due entità nazionali unite nella monarchia asburgica.
Il 31 ottobre 1918 il cancelliere Karl Renner e il Consiglio di Stato elaborarono il nuovo simbolo nazionale austriaco, che abolì completamente i simboli storici: venne proposta una torre (o castello) di nero, sormontata da due martelli incrociati di rosso racchiusi da una corona di spighe d’oro. I colori nero, rosso e oro vennero scelti volutamente in conformità con i colori nazionali tedeschi, mentre i simboli volevano rappresentare i tre gruppi di cittadini (borghesi, operai e contadini). Questo stemma suscitò vivaci proteste, tra le quali quelle di Adolf Loos: venne giudicato troppo semplice e adatto più ad una “pubblicità aziendale” che ad uno Stato nazionale. Il Consiglio dei Ministri dell’8 maggio 1919 introdusse l’aquila nera ad una sola testa (sancita con legge 257/1919) con lo scudo austriaco.
Con lo scioglimento del Parlamento e della Corte Costituzionale da parte di Engelbert Dollfuss nel 1934 venne costituito lo Stato d’Austria. Venne abolito il simbolo nazionale in uso e con l’art. 3 della Costituzione Corporativa della fondazione dello Stato d’Austria, del 24 aprile 1934, venne adottato un nuovo emblema, volutamente più affine ai simboli feudali asburgici, con l’aquila bicipite (aureolata d’oro) accollante il solo scudo dell’arciducato d’Austria.
Dopo l’annessione al Reich Tedesco del 13 marzo 1938 il simbolo nazionale austriaco non fu molto popolare e gli fu sostituito la svastica nazista.
Alla Liberazione il Governo Provvisorio d’Austria, di nuovo sotto il cancellierato di Karl Renner, decise di reintrodurre il criticato stemma della Prima Repubblica Austriaca.
Con la legge “sulle armi, Colori, Sigillo ed Emblemi della Repubblica” (StGBl. 2/45) del 1º maggio 1945, e per commemorare la riconquista dell’indipendenza e della ricostruzione dello Stato si decise di adottare l’aquila con falce, martello e corona murale a simboleggiare la “collaborazione delle principali classi lavoratrici“: classe operaia, dei contadini e della classe media; nonché di rappresentarla nell’atto di spezzare una catena di ferro.
Il disegno ufficiale dello stemma nazionale è stato depositato il 20 giugno 1945 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nr. 22 del 1945.
Con la riforma costituzionale del 1º luglio 1981, lo stemma è stato formalmente incorporata nel testo della Costituzione Federale (art. 8 bis, comma. 2 B-VG). Con legge del 28 marzo 1984, riguardante lo stemma e altre insegne della Repubblica d’Austria è stata decisa la forma ufficiale a colori (la legge del 1945 conteneva una semplice rappresentazione in bianco e nero).
Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo
(1): l’esempio più antico si trova in un sigillo conservato nell’abbazia austriaca di Lilienfeld. Secondo la leggenda l’origine dei colori austriaci risale all’assedio di San Giovanni d’Acri (1189-1191) quando il duca Leopoldo V di Babenberg durante l’assalto delle armate crociate indossò una tunica bianca, la battaglia fu così sanguinosa che la tunica diventò tutta rossa e rimase bianca solo nella parte coperta dalla cintura.
(2): Tanto più che dal 1415 il territorio originario di Habsburg venne conquistato dai confederati elvetici ed attualmente è un Comune del Cantone di Argovia/Aargau.
Bibliografia
David F. Phillips, The double eagle, Flag Heritage Foundation, Danvers 2014
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo araldico
“Aquila nera in volo libera, con testa singola, armata d’oro e linguata di rosso, accollante uno scudo di rosso alla fascia d’argento; coronata con corona murale d’oro con tre merli visibili, nell’atto di spezzare con le zampe la catena di ferro e tenente con la destra un falcetto d’oro e con la sinistra un martello pure d’oro”.
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune