Gibilterra
Government of Gibraltar
Gibilterra
Lo stemma storico ancora in uso da parte del Governatorato di Gibilterra (Government of Gibraltar) venne concesso dalla regina Isabella di Castiglia “la Cattolica”, con decreto reale promulgato a Toledo il 10 luglio 1502.
Secondo il testo del decreto di concessione, il “sigillo della nobile città di Gibilterra, chiave di Spagna” consta di “uno scudo bianco nei due terzi superiori, entro i quali vi è un castello rosso. Al di sotto di esso, nel terzo inferiore dello scudo, vi è un campo rosso, separato dal castello da una riga bianca: in detto campo dev’esserci una chiave d’oro, connessa al castello da una corda o catena d’oro”.
Il castello è evidentemente quello dell’emblema di Castiglia, del quale Isabella era titolare (mentre il marito Ferdinando era titolare del regno di Aragona) del quale la rocca di Gibilterra rappresenta la “chiave” di accesso e di controllo al Mediterraneo. Si legge, infatti, nel decreto: «[riconosciamo] che la suddetta città è molto importante, per la sua posizione è la chiave tra i nostri domini nei mari orientale e occidentale, la sentinella e la difesa dello stretto di detti mari, attraverso il quale nessuna nave dei popoli di uno di questi mari può passare all’altro senza avvistarla o attraccarvi.»
Il simbolo della chiave a testimonianza di Gibilterra, venne adottato già in precedenza da Tariq ibn Ziyad, quando nel 711 invase la penisola iberica passando per lo stretto e, dopo aver stabilito la residenza a Granada, scelse il simbolo della chiave nella propria emblematica personale (in quanto “controllore” dello stretto).
Quando, nel 1836, Gibilterra passò sotto la giurisdizione britannica, lo stemma venne corredato dal College of Arms del motto MONTIS INSIGNIA CALPE (“il simbolo della montagna di Calpe”), tratto dalla denominazione latina della rocca gibilterriana.
Lo stemma è il più antico tra quelli in uso nei territori d’oltremare britannici; rispetto a questi, esso è inoltre l’unico a non essere stato introdotto durante l’epoca imperiale britannica.
Lo stemma non va confuso col sigillo (seal) di Gibilterra, di origine e datazione ignota, che invece è composto da un disegno della rocca sullo sfondo di una nave tra i flutti.
Nel 1982, il disegno dello stemma fu declinato nella bandiera di Gibilterra; esso inoltre compare nel vessillo istituzionale del governatore di Gibilterra.
Lo stemma gibilterriano ha generato anche quello del comune spagnolo di San Roque, che ne riprende il disegno, ma se ne distacca per la finestratura del castello e per la presenza della corona marchionale (adottata in Spagna per identificare i Comuni insigniti del titolo di “città”). Il motivo di questa figurazione sta nel fatto che fu fondato nel 1704 da alcuni esuli spagnoli che rifiutavano di sottostare al nuovo dominio a seguito della presa di Gibilterra da parte delle forze anglo-olandesi, essi portarono con sé gran parte degli archivi pubblici, compreso il decreto di concessione dello stemma del 1502. Nel 1706 San Roque ottenne da Filippo V di Spagna il titolo di città e il riconoscimento quale “Gibilterra spagnola”.
Nel 2015 anche la comarca di Campo di Gibilterra, nella provincia di Cadice, ha adottato uno stemma che nei suoi elementi di base riprende quello di Gibilterra: il castello sorge però su una base verde e porpora ed è sormontato da sette stelle verdi (a rappresentare i comuni comarchiali); inoltre, lo scudo è provvisto di una bordura dorata recante il motto latino PRO GEOGRAPHIA, HISTORIA ET VOLUNTATE CONIVNCTI (“Uniti da geografia, storia e volontà”) ed è cimato dalla corona reale spagnola.
Oggi la piccola zona attorno alla imponente rocca di Gibilterra è un “Territorio d’Oltremare Britannico” (British Overseas Territory) e, inquanto tale, è inserita nella lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi. Viene considerata dalla Spagna come una vera e propria colonia in territorio europeo.
Nota ai latini con il nome fenicio di Calpe, deve il suo nome attuale alla corruzione del toponimo arabo Jabal Ţāriq (جبل طارق, ossia Monte di Tariq), così chiamato in omaggio a Tariq ibn Ziyad, il condottiero berbero che conquistò la Spagna.
Il territorio fu abitato già in epoca preistorica, come dimostra il ritrovamento nel 1848 dello scheletro dell’uomo “di Gibilterra”, un neandertaliano vissuto sulla rocca, al quale fece seguito un ulteriore ritrovamento di un bambino della stessa specie nel 1926.
I Fenici vi sbarcarono intorno al 950 a.C. e la chiamarono Calpe. Alcuni scrittori successivi a Platone si riferirono al monte di Calpe come una delle due Colonne d’Ercole: l’altra sarebbe l’attuale monte Hacho, dall’altro lato dello stretto, nell’exclave spagnola di Ceuta.
Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente l’area fu devastata dai Vandali e dai Goti. I primi vi si stabilirono nel periodo dal 414 al 533, per essere poi scacciati dai Bizantini, a loro volta espulsi verso il 570 dai Visigoti.
Nel 711 fu conquistata dal condottiero Tariq ibn Ziyad, dal quale deriva l’attuale denominazione di Gibraltar, che fu il primo a comprenderne l’importanza strategica ai fini della conquista della Penisola iberica. Dopo la conquista della Spagna da parte degli arabi, fu eretta in Gibilterra una fortezza. Nel 1309 Gibilterra viene strappata agli arabi dal re di Castiglia, Ferdinando IV, con l’aiuto di un contingente portoghese del re Dinis e della flotta aragonese del re Giacomo II, ma nel 1333 il sultano di Granada Muhammad IV, la rioccupò.
Nel 1349 e nel 1350 Gibilterra subì l’assedio delle forze castigliane agli ordini del re Alfonso XI, ma la peste nera, che uccise lo stesso re, ne impedì la riconquista da parte cristiana. Questa ebbe luogo oltre un secolo dopo, nel 1492, ad opera del Duca di Medina Sidonia, come vassallo della Corona di Castiglia; solo nel 1501 la città venne incorporata nel dominio diretto della regina Isabella di Castiglia.
Nel 1552, su richiesta degli abitanti della città, l’imperatore Carlo V (in quanto re Carlo I di Spagna) inviò l’ingegnere italiano Giovanni Battista Calvi per far rinforzare le difese della città. Fu eretto un lungo bastione di difesa, ancor oggi noto con il nome di “muro di Carlo V”, con una trincea e un ponte levatoio (Landport o Puerta de Tierra).
Nel corso della guerra di successione spagnola, il 1º agosto 1704, al ritorno da una spedizione a Barcellona, una flotta anglo-olandese, al comando di sir George Rooke, cinse d’assedio la città. Agli assediati venne richiesta la resa incondizionata e il giuramento di fedeltà all’arciduca d’Austria Carlo (proclamato il 12 febbraio 1703, a Vienna, re di Castiglia e d’Aragona). Ma il governatore spagnolo Diego de Salinas rifiutò.
Il 4 agosto 1704 avvenne la presa di Gibilterra da parte del Regno d’Inghilterra grazie all’azione notturna del principe Giorgio di Assia-Darmstadt: il governatore spagnolo si arrese ed ebbe inizio de facto, l’occupazione britannica di Gibilterra.
Dopo un infruttuoso tentativo di riconquista, da parte di Filippo V, il territorio fu definitivamente ceduto alla Gran Bretagna con il trattato di Utrecht del 1713, come parte degli accordi a conclusione della Guerra di successione spagnola. In quel trattato, la Spagna cedeva alla Gran Bretagna «[…] la piena e intera proprietà della città e del castello di Gibilterra, unitamente al porto, alle mura, e ai forti circostanti… per sempre, senza eccezioni o impedimenti di sorta».
Il trattato stipulava anche che nessun commercio terrestre si sarebbe svolto tra Gibilterra e la Spagna, con l’eccezione delle forniture di emergenza in caso Gibilterra non avesse potuto rifornirsi per mare. Se la Gran Bretagna avesse deciso di vendere Gibilterra, alla Spagna era garantito il diritto di primo acquisto.
Ulteriori tentativi di riappropriarsi della rocca da parte della spagna ebbero termine col successivo trattato di Siviglia (del novembre 1729), col quale la Corona Spagnola rinunciò a riprendersi Gibilterra, ma senza tuttavia cederne in termini espliciti la sovranità.
Nel corso della rivolta delle colonie della costa atlantica dell’America del Nord, la Spagna, che era entrata in guerra insieme ai francesi e a fianco dei rivoltosi americani, contro la Gran Bretagna, assediò nuovamente Gibilterra. L’assedio, e il conseguente blocco, durò per tre anni, dal 1779 al 1783. Il 14 settembre 1783 gli inglesi distrussero le batterie galleggianti francesi e spagnole che assediavano la rocca e nel febbraio 1783 incominciarono le trattative preliminari di pace per cui lo stato di assedio cessò.
Dopo il distruttivo Grande Assedio, la città fu quasi interamente ricostruita. Giovanni Maria Boscetti “il Milanese”, arrivato a Gibilterra nel 1784 a 25 anni da Graglio, borgo della val Veddasca (oggi in provincia di Varese), costruì il Cantiere del Soccorso (completato nel 1812) e molti altri edifici. Boscetti è considerato l’artefice dell’impostazione dello stile composito della città vecchia, descritto da Claire Montado, amministratore delegato del Gibraltar Heritage Trust, come “porte ad arco in stile militare, rilievi in stucco all’italiana, persiane genovesi, balconi in ferro battuto in stile Reggenza inglese, vetrate e finestre georgiane a ghigliottina e a battente.”
In un referendum del 10 settembre 1967 la maggioranza degli aventi diritto votò a favore del mantenimento della sovranità britannica (da allora il 10 settembre è festa nazionale). Ciò venne ribadito con forza nel novembre 2002, quando oltre il 98% dei votanti rigettò la proposta di condivisione della sovranità tra Regno Unito e Spagna.
Oggi, quindi, Gibilterra è un territorio d’oltremare del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord; il capo dello stato è il Sovrano del Regno Unito, rappresentato da un Governatore reggente. La legislazione è indipendente da quella del Regno Unito, eccetto per quanto riguarda gli affari internazionali; non fu dunque un membro effettivo dell’Unione Europea, ma del trattato di adesione all’Unione Europea del Regno Unito.
Nel 1973 Gibilterra entrò nella Comunità Economica Europea, come territorio dipendente, ai sensi dell’articolo 277 del Trattato di Roma, ma è stata esclusa, su richiesta del governo locale, dalla tariffa esterna comune, dalla politica agricola comune e dall’imposta sul valore aggiunto.
Attualmente Gibilterra è gemellata con Ballymena, in Irlanda del Nord; con Funchal, capoluogo dell’isola portoghese di Madeira e con l’omonima Gibraltar, in Venezuela.
Quest’ultima fu fondata con il nome di San Antonio de Gibraltar nel febbraio 1592 da Gonzalo Piña Lidueña e prese il suo nome dalla sua città natale Gibraltar (ossia Gibilterra, allora territorio del Regno di Castiglia). Durante il periodo coloniale, fu il più importante porto della città di Mérida e un grande centro per l’esportazione del cacao. Nel 1667 venne presa e saccheggiata dal pirata francese François l’Olonnais e due anni dopo da sir Henry Morgan. I danni furono così ingenti che quasi cessò di esistere, e dal 1680 è un modesto villaggio di 4000 abitanti circa.
Nota di Massimo Ghirardi
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
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Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo araldico
“Uno scudo bianco nei due terzi superiori, entro i quali vi è un castello rosso. Al di sotto di esso, nel terzo inferiore dello scudo, vi è un campo rosso, separato dal castello da una riga bianca: in detto campo dev’esserci una chiave d’oro, connessa al castello da una corda o catena d’oro”.
Disegnato da: Bruno Fracasso
LEGENDA