Lituania
Lietuvos Respublika
Lituania
La Lituania (in lituano, Lietuva) è uno Stato membro dell’Unione europea.
I primi insediamenti si registrano dopo l’ultima glaciazione, nel decimo millennio AC.
La prima menzione scritta del suo nome si ha in un manoscritto tedesco, «Annali di Quedlinburg», e risale al 9 marzo 1009.
Negli anni Trenta del XIII secolo le terre lituane furono unite da Mindaugas, incoronato Re di Lituania il 6 luglio 1253, ma, dopo l’assassinio di Mindaugas nel 1263, la religione pagana divenne un obiettivo delle crociate dei Cavalieri Teutonici e dell’Ordine Livoniano.
Nonostante questo, il Granducato di Lituania si espanse notevolmente nei territori dell’Europa Orientale, diventando lo stato europeo più esteso del XV secolo.
Nel XIV secolo fu cristianizzata tramite un’unione del re polacco con la regina lituana.
I due paesi rimasero uniti fino alla spartizione della Polonia nel 1795, quando la Lituania fu annessa all’Impero russo.
All’inizio del XIX secolo inizia a formarsi una coscienza nazionale lituana. Contro tale spinta, le autorità russe risposero vietando la pubblicazione di opere in lingua lituana e reprimendo militarmente i movimenti di carattere indipendentista.
Durante la prima guerra mondiale l’esercito tedesco blocca quello russo e viene così impiantata un’amministrazione militare tedesca. Con la pace di Brest-Litovsk del febbraio 1918, la Lituania si dichiara indipendente e il 4 aprile 1919 si costituisce in repubblica.
La capitale, Vilnius, fu contesa con lo Stato polacco fino al 1939, quando i sovietici invadendo la Polonia insieme ai tedeschi la passarono alla Lituania, mentre la regione di Klaipėda fu acquisita nel 1923 e successivamente ceduta ai tedeschi nel 1939 dopo un ultimatum.
In base al patto Molotov-Ribbentrop del 1939, la Lituania fu assegnata alla sfera d’influenza tedesca, ma dopo pochi mesi, in cambio di una maggior porzione del territorio della Polonia occupato dall’Unione Sovietica, la Germania accettò l’occupazione della Lituania da parte dei sovietici che fondano la Repubblica Socialista Sovietica Lituana.
Le autorità occupanti provvidero a una sistematica politica di depauperamento della cultura lituana: ogni manifestazione esteriore dell’identità culturale lituana venne proibita, mentre il patrimonio artistico venne duramente danneggiato. Inoltre, si verificò una massiccia immigrazione russa allo scopo di costituire un nucleo russofono delle strutture politico–economiche del Paese.
Allo scoppio del conflitto tedesco-sovietico, i tedeschi con gruppi militari lituani che rivendicavano l’autonomia del paese baltico dall’URSS, si accanirono nei confronti degli ebrei. Tra il 25 e il 27 giugno i nazionalisti lituani massacrarono, con fucilazioni di massa, circa 100 000 persone, di cui 60 o 70 000 erano ebrei e 20 000 esponenti della classe dirigente polacca. Molti lituani, invece, rischiarono la vita o furono uccisi nel tentativo di aiutare gli ebrei.
Alla sconfitta dei nazisti da parte dell’Armata Rossa centomila residenti di Vilnius, un terzo della popolazione della capitale, per la maggior parte ebrei, erano stati uccisi. Anche tra i lituani non ebrei furono migliaia le uccisioni e decine di migliaia di giovani furono deportati in Germania per lavorare.
Dal 1945 al 1956, migliaia di cittadini lituani, sospettati di simpatie indipendentiste, venivano schedati e controllati dalla polizia segreta che provvedeva ad arrestarli e ad internarli nelle prigioni segrete nel centro di Vilnius.
Con l’inizio della glasnost, l’11 marzo 1990, la RSS Lituana fu la prima repubblica baltica a ritornare indipendente. Le truppe sovietiche tentarono di reprimere la ribellione, ma alla fine dovettero cedere. L’indipendenza lituana non venne ufficialmente riconosciuta sino a settembre 1993.
Il 29 marzo 2004 la Lituania è entrata a far parte della NATO.
Nota di Bruno Fracasso
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