Norvegia
Norvegia
Il nome Norvegia deriva da Nordvegr, che significa: “la via verso Nord”, indicante percorso condotto dagli antenati degli antichi Vichinghi per popolare queste terre 1
Fanno parte dello Stato anche alcuni territori particolari:
– Le isole Svalbard, arcipelago nell’estremo Nord d’Europa
– l’isola di Jan Mayen, nelle regioni australi
– le isole di Bouvet e Pietro I, e la Terra della Regina Maud, vasto settore dell’Antartide.
Pur aderendo a molte organizzazioni internazionali (tra le quali l’ONU e la NATO) per ben due volte il referendum popolare (svoltosi nel 1972 e nel 1994), ha sancito il rifiuto del Paese di entrare a far parte dell’Unione Europea.
La Norvegia è una monarchia costituzionale2: in base alla Costituzione vigente dal 17 maggio 1814, più volte emendata, il capo dello Stato è il re, con il titolo onorifico di “capo delle Forze Armate”, e della “Chiesa evangelico-luterana di Norvegia”. Egli esercita il potere esecutivo mediante il Governo (Statsråd), con un Primo Ministro, che deve avere la fiducia del Parlamento (Storting, assemblea monocamerale3 i cui membri sono eletti a suffragio universale diretto ogni 4 anni, e al quale spetta il potere legislativo.
Il territorio è suddiviso in 19 contee (Fylker, plurale di ‘Filke’) con un totale di 432 Comuni (Kommuner) dei quali 48 hanno, attualmente, il titolo di “città” (tra parentesi i capoluoghi):
- Akershus (con capoluogo: Oslo)
- Aust-Agder (Arendal)
- Buskerud (Drammen)
- Finnmark (Vadsø)
- Hedmark (Hamar)
- Hordaland (Bergen)
- Møre og Romsdal (Molde)
- Nordland (Bodø)
- Nord-Trøndelag (Steinkjer)
- Oppland (Lillehammer)
- Østfold (Sarpsborg)
- Rogaland (Stavanger)
- Sogn og Fjordane (Leikanger)
- Sør-Trøndelag (Trondheim)
- Telemark (Skien)
- Troms (Tromsø)
- Vest-Agder (Kristiansand)
- Vestfold (Tønsberg)
tra queste quelle di Nordland, Troms e Finnmark costituiscono la sezione occidentale della Lapponia (Lapland).
Nel periodo altomedioevale la Norvegia non aveva una struttura politica uniforme: era costituita da diverse signorie locali di gruppi di origine germanica e finnica.
A pertire dal sec. VIII cominciò ad organizzarsi come entità autonoma in grado di armare grandi spedizioni vichinghe. I vari gruppi norvegesi riconobbero la sovranità di Harald I (Aroldo I, 860 ca.-940 ca.), detto Hårfager (‘Bella chioma’) nell’872. La sua opera fu continuata dal figlio minore Haakon I Adalstersfostre ‘il Buono’(945-960 ca.), ma il vero unificatore del Paese è considerato Olaf I (995-1000) che introdusse anche in Norvegia il cristianesimo. La cristianizzazione del Paese fu completata da Olaf II detto ‘il Santo’ (1016-30), più tardi venne canonizzato e riconosciuto patrono della Norvegia, deceduto nella battaglia di Stiklestad contro il re Knut (Canuto) di Danimarca che nel 1028 riuscì ad unificare temporaneamente la Norvegia ai suoi domini. Ma alla morte di Canuto (nel 1035), il figlio di Olaf II, Magnus I il Buono (1035-1047), ritornato dal suo esilio nel principato di Kiev, riacquistò il trono e l’indipendenza della Norvegia addirittura assoggettando, anche se per per breve tempo (1042-47), la Danimarca.
Nel sec. XI il Paese assunse le caratteristiche feudali, con la divisione dei beni tra la corona, la nobiltà e il clero. Il successore di Magnus I, Harald III (1047-1066), tentò la conquista dell’Inghilterra, ma fu ucciso a Stanfordbridge.
Alla morte del re Sigurd I Jorsalfar (1103-1130) si aprì un periodo di guerre civili, e di lotta per la supremazia tra la dinastia regnante degli Ynglings e altre potenti casate, con violente rivolte contadine che sconvolsero il Paese. Fu re Sverre Sigurdsson (1184-1202) che riuscì a limitare in parte il potere della nobiltà e del clero. L’ordine di successione al trono venne regolato con un’apposita legislazione da Haakon IV (1217-1263) e in seguito corretto da Magnus VI Lagabøter (1263-1280) che promulgò anche un codice di leggi più favorevoli ai contadini. Ma con Erik II (1280-1299) ricominciò un lungo periodo di decadenza; in particolare il commercio marittimo iniziò a risentire fortemente della concorrenza della Lega Anseatica. L’ultimo re nazionale, Haakon V (1299-1319), tentò di salvare il regno con un forte governo personale, ma in conseguenza del matrimonio di sua figlia ed erede Ingeborg con Erik di Svezia, la corona norvegese venne unita a quella svedese, nella persona di re Magnus Eriksson (1319-1343) e poi al figlio di questi, Haakon VI (1343-80).
Durante un nuovo periodo di crisi e guerre civili Haakon VI cercò l’aiuto della Danimarca e nel 1363 sposò Margrethe (Margherita), figlia di Valdemar IV re di Danimarca, provocando la secessione della Svezia. Il figlio di Haakon VI e di Margherita, Olaf, divenne re di Danimarca nel 1375 e re di Norvegia nel 1380, ma morì minorenne nel 1387. Le due corone furono allora assunte dalla madre che nel 1397 riuscì a succedere anche al trono di Svezia, costituendo così l’Unione di Kalmar e ponendo a capo dei tre regni suo nipote Erik di Pomerania (Erik VII).
Nei quattro secoli successivi i danesi e la Lega Anseatica (che aveva a Bergen la sua base principale) riuscirono a mantenere il controllo assoluto del territorio norvegese, di fatto ormai una provincia danese. Tutta l’amministrazione e la vita culturale erano incentrate su Copenaghen e l’unica lingua scritta era il danese, situazione che provocò il malcontento generale e frequenti rivolte, ma, a differenza della Svezia, la Norvegia non riuscì a svincolarsi dall’Unione di Kalmar e, tra alterne vicende, rimase un possedimento danese fino al 1814.
Sotto il il governo di Kristian IV ‘di Danimarca e Norvegia’ (1588-1648), vennero affermati i diritti della Norvegia sulla Groenlandia e sul Finnmark, lo stesso re fece ricostruire Oslo, distrutta da un incendio, ribattezzandola Cristiania. Con la Guerra del Trent’anni la Norvegia perdette lo Jämtland e lo Härjedalen e nel 1658 anche il Baaluslen; la regione di Trondheim, pure perduta nel 1658, fu riconquistata dalla Norvegia nel 1660.
Nel 1660 la monarchia divenne ereditaria, confermando una tradizione tipicamente norvegese non esistente in Danimarca, dove la corona era elettiva. Con lo sviluppo della marina mercantile si determinò un periodo relativamente lungo di pace dopo il 1660, eventualmente interrotto dall’invasione di Carlo XII di Svezia (1716-1718), che fu contrastata dalla popolazione guidata da un giovane comandante norvegese Peter Jansen Wessel detto ‘Tordenskiold’ (1690-1720) che sconfisse Carlo a Fredrikshald.
Al termine delle guerre napoleoniche, in base ai termini dettati dalla Pace di Kiel (14-15 gennaio 1814), la Danimarca –sconfitta – dovette cedere la Norvegia (ma non la Groenlandia) alla Svezia.
I norvegesi non apprezzarono quest’unione e il 17 maggio 1814 si dichiararono una monarchia costituzionale indipendente. La linea reale norvegese essendo ormai da lungo tempo estinta, assunsero come monarca un principe danese. La Svezia dichiarò guerra, e al termine di una breve campagna l’unione fu fatta comunque, ma il 17 maggio, una data fondamentale nel lungo travaglio dell’indipendenza norvegese, è tuttora festa nazionale.
Il 7 giugno 1905 il ministro Peter Christian Hersleb Michelsen, approfittando di una crisi politica svedese, fece dichiarare dallo Storting la decadenza di re Oskar II (1872-1907) il quale il 26 ottobre accettò la decisione. Il primo re della Norvegia indipendente fu Karl, (Carlo) principe di Danimarca, genero di Edoardo VII d’Inghilterra, che il 18 novembre 1905 salì al trono col nome di Haakon VII. Durante il regno di questo sovrano, che morì nel 1957 (e a cui succedette il figlio Olaf V), furono combattute le due guerre mondiali. Durante la prima la Norvegia rimase neutrale ed ebbe a soffrire il controllo navale inglese e la perdita di quasi la metà della sua flotta mercantile, ma guadagnò molto per il rincaro, sui mercati mondiali, del prezzo dei noli marittimi e del pesce, e ottenne nel 1920 dall’Intesa l’autorizzazione a occupare le isole Svalbard, annesse poi formalmente nel 1925. Nella Seconda Guerra mondiale, invece, la Norvegia fu invasa il 9 aprile 1940 dai tedeschi, appoggiati dal capo dei filo-nazisti norvegesi, Vidkun Quisling. Dopo una iniziale eroica lotta il re e i ministri dovettero fuggire in esilio in Inghilterra mentre i partigiani norvegesi conducevano un’efficiente guerra di liberazione contro i nazisti e il governo collaborazionista di Quisling. Nel 1945 Haakon VII rientrò in patria e Quisling venne processato e fucilato il 24 ottobre 1945.
Nel 1991 morì il re Olav V: gli successe il figlio Harald V, felicemente regnante.
Stemma Ridisegnato
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo Araldico
Non ancora una blasonatura
Note stemma
L’attuale stemma del Regno di Norvegia (Kongeriket Norge in norvegese bokmål; Kongeriket Noreg in norvegese nynorsk: le due lingue ufficiali del Paese) è uno dei più antichi stemmi europei, è composto da uno scudo “di rosso, al leone d’oro, lampassato e coronato dello stesso, impugnante un’ascia al naturale”.
Risale al XIII secolo, inizialmente con il leone d’oro su in campo rosso, emblema del re Haakon IV Haakonsson (‘figlio di Haakon’ re dal 1240 al 1257) , al quale Enrik II Magnusson aggiunse la corona e l’ascia intorno al 1285, quest’ultima è un riferimento al martirio di sant’Olav (re Olaf II Haraldsson, 995-1030), che venne assassinato nella battaglia di Stiklestad nel 1030, in seguito dichiarato santo e patrono della Nazione (è raffigurato anche sullo stemma della città di Oslo, la capitale).
Il leone era stato però già adottato come arme araldica della dinastia degli Sverre, iniziata con il re Sverre Sigurdsson (re dal 1184 al 1202) e venne inquartato con quello degli eredi della dinastia Bjälbo quando il lignaggio Sverre si estinse nel 1319.
L’arme, modificata via via fino ad assumere la forma di un’alabarda, venne formalmente definita come “ascia” con apposito decreto del 1844.
Nel 1905, su disegno di Eilif Peterssen, lo scudo assunse la forma triangolare e acuta, simile ad uno scudo normanno e adottato, inserito nel manto a “padiglione” e insignito del “gran collare” dell’Ordine di Sant’Olav (versione del 1905)4, come emblema della famiglia reale. Il solo scudo con la corona regale (spesso evitata dal regime filo-nazista di Quisling, perché continuava ad essere usata dal governo in esilio) è stato stilizzato da Hallvard Trætteberg, dell’Archivio di Stato, e adottato come emblema Nazionale nel 1937 e modificato graficamente nel 1992, nella forma ancora in uso.
La corona è una stilizzazione di quella realmente esistente, che nell’ultima “benedizione” del re Harald V e della regina Sonja nel 1991, era posata sull’altare della cattedrale di Trondheim, chiesa delle consacrazioni reali e dove è normalmente conservata assieme agli altri “regalia”.
La figura del Leone Norvegese (Den Norske Love) è molto popolare e si trova raffigurata anche su oggetti d’uso comune.
Talvolta allo stemma è associato il “motto reale” (valgspråk/valspråk ) ALT FOR NORGE (‘Tutto per la Norvegia’): secondo una tradizione, adottata già da Kristian II di Danimarca e Norvegia, ogni re ne aveva uno proprio. Gli ultimi monarchi hanno condiviso questo che ha assunto un valore particolare perché in uso dal governo in esilio e dai legittimisti durante la lotta di liberazione norvegese dall’occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale5.
(1): L’etimologia del termine Viking è piuttosto oscura, ma sembra associata alla radice vik (ruscello, torrente, baia, o anche accampamento) per cui viking sarebbe una persona che abita vicino a un corso d’acqua, o che naviga nelle baie (fiordi?), o che usa accampamenti temporanei (come i vickingi facevano nelle loro razzie). Secondo altri vicking indicava il capo-barca nelle spedizioni marinare delle popolazioni occidentali della penisola di Scandinavia.
(2): Nel 1994 il Paese ha comunque sottoscritto un accordo per la partecipazione all’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA) e allo Spazio Economico Europeo (SEE), e fa parte dell’area Schengen.
(3): la legge salica, che stabiliva l’ereditarietà per linea maschile, è stata abolita nel 1990, ma attualmente il principe ereditario è il figlio maschio Haakon Magnus, nato nel 1973 prima dell’adozione dell’attuale legge, secondogenito dopo Märtha Louise di Norvegia, nata nel 1971. Dopo di lui la linea di successione prevede la sua figlia Ingrid Alexandra, nata dal matrimonio di Haakon con la borghese Mette-Marit (oggi Principessa Ereditaria Consorte).
(4): Inseguito a una riforma costituzionale, nel 2009 è stato abolito il bicameralismo. Con la riforma elettorale del 1913, fu il primo Stato del mondo ad avere un Parlamento interamente eletto su base universale, al cui voto parteciparono anche le donne.
(5): Il Reale Ordine Norvegese di Sant’Olaf (Den Norske Kongelige San Olavs Orden) è l’Ordine cavalleresco fondato da Oscar I di Svezia e Norvegia il 21 agosto 1847. La denominazione ricorda re Olaf II Norvegia, conosciuto come St. Olaf. Il gran maestro dell’ordine è il monarca regnante della Norvegia. Dal 1985 l’ordine è assegnato a cittadini norvegesi, ma anche alcuni capi di stato stranieri sono stati decorati come gesto di cortesia. Il riconoscimento viene assegnato dal monarca su raccomandazione di un comitato di sei persone: il Cancelliere, il Vice Cancelliere, il tesoriere della Corte, e rappresentanti della Norvegia settentrionale, centrale e meridionale. I rappresentanti di questa commissione sono nominati dal Primo Ministro e approvati dal re. Questi concede anche come premio una “medaglia di San Olaf”, in oro o argento, per premiare attività in favore della società, che però non conferisce il titolo di Membro dell’Ordine.
Nota di Massimo Ghirardi e Katia Violi Michelet
Bibliografia:
Utenriksdepartementet, FORSKRIFT ANGÅENDE BRUK AV RIKETS SEGL OG RIKSVÅPENET, Oslo 1994. (Ministero degli Affari Esteri, NORME RELATIVE ALL’UTILIZZO DEL SIGILLO E DEL BLASONE DEL REGNO, Oslo 1994).
LEGENDA