Paesi Bassi


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Informazioni

Intorno al XV secolo i territori che formano l’attuale Regno dei Paesi Bassi erano per la maggior parte province appartenenti del Ducato di Borgogna e, riunite, si dotarono di un vessillo che li rappresentasse: un drappo bianco sul quale era rappresentata una “croce di Sant’Andrea” rossa con i bracci noderosi (cioè provvisti di “nodi” sporgenti, come si trattasse di rami potati) e caricata, al centro, da fiamme. Si trattava della popolare “Croce di Borgogna” che venne mantenuta anche quando il ducato borgognone passò agli Asburgo (con il matrimonio di Maria di Borgogna con l’arciduca Massimiliano d’Austria, poi eletto imperatore).

 

Con la Guerra di Indipendenza dei Paesi Bassi Settentrionali che, a maggioranza protestante, si ribellarono al sovrano (per eredità si trattava del re Filippo II di Spagna) venne adottata una bandiera con i colori delle armi del capo dei ribelli: il principe d’Orange, i cui colori blasonici sono l’arancio, il bianco e l’azzurro. Vessillo che è stabile dal XVI secolo, anche se l’arancio è stato sostituito dal rosso. Non ci sia una vera e propria motivazione per questa sostituzione, molto probabilmente la scelta di una tonalità rossa, fosse di più facile identificazione della bandiera dei Paesi Bassi, soprattutto in mare, e per i trasporti marittimi.

 

A questo vessillo ne fu associato un altro caricato dallo stemma “del leone”, ossia la bandiera degli Stati Generali (Staten-Generaal) dei Paesi Bassi (detti anche, impropriamente, “Olandesi”) riportata anche nei dipinti e nelle illustrazioni a stampa del periodo delle guerre d’indipendenza e che sventolava unitamente a quella del Principe d’Orange.

 

La bandiera degli Stati Generali presentava il leone d’oro dello Stato, in campo rosso (inizialmente i colori erano invertiti).

 

Dal 1572 è stabile il tricolore (ufficializzato formalmente solo nel 1937 come simbolo nazionale).

 

Il Grande Stemma Reale (Grote Rijkswapen) dei Paesi Bassi è lo stemma ufficiale dello Stato, può essere rappresentato con il padiglione reale (e, in questo caso, si riferisce alla persona del re) o senza (come in uso da parte del Governo).

 

Lo scudo è costituito da un campo d’azzurro seminato di biglietti d’oro, caricato di un leone dello stesso, armato e lampassato di rosso, impugnante una spada con la branca destra; tenente con la sinistra sette frecce poste in ventaglio (a simboleggiare le Sette Province dell’Unione di Utrecht). Lo scudo è sormontato dalla corona regale olandese e tenuto da due leoni. Sotto lo scudo appare il motto in francese “JE MAINTIENDRAI” (“Io manterrò”).

 

La prima adozione si deve al re Wilhelmus I dei Paesi Bassi, con la sua nomina a sovrano dopo il Congresso di Vienna del 1815. La figurazione univa elementi dello stemma proprio della sua familgia, gli Orange-Nassau, con altri della (ex) Repubblica Olandese esistita dal 1581 al 1795, della quale gli Orange erano “Protettori”.

 

La versione in uso dello stemma è stata ufficializzata dalla regine Wilhelmina con Regio Decreto del 10 luglio 1907 e successivamente confermato dalla regina Juliana il 23 aprile 1980. Nel decreto reale, si afferma che i successori maschi possono sostituire la corona sullo scudo con un elmo con il cimiero di Nassau.

 

La dinastia dei Nassau risale al 1250 e ha originato due linee sovrane, con stemmi diversi, derivate dai figli di Enrico II di Nassau, Walram II e Otto I, che nel 1255 accettarono di dividersi le terre del padre. Gli attuali sovrani d’Olanda discendono da Otto (Ottone) I, mentre il granduca del Lussemburgo appartiene alla linea di Walram.

 

Il conte Enrico III di Nassau-Breda sposò nel XVI secolo Claudia d’Orange-Châlon, erede del principato d’Orange (dopo la morte nel 1530 senza discendenti del fratello Filiberto di Châlon); il loro figlio, Renato (noto come René de Châlons), adottò il cognome Nassau-Orange-Châlons e lo stemma dello zio, con il motto “Je Maintiendrai Châlons”. Alla sua morte nel 1544, anch’egli senza figli, l’eredità passò a Guglielmo I d’Orange-Nassau-Dillenburg (detto “il Silente”), fondatore della casa di Orange-Nassau, il quale adottò il motto “Je Maintiendrai Nassau”.

 

In una lettera del gennaio 1565, il principe Guglielmo d’Orange spiegò il significato del motto:

 

‘Je maintiendrai la vertu et noblesse. Je maintiendrai de mon nom la haultesse. Je maintiendrai l’honneur, la foy, la loy de Dieu, du Roy, de mes amys et moy. “

 

(Terrò virtù e nobiltà, manterrò il prestigio del mio nome, manterrò l’onore, la fede e la legge di Dio e del Re, dei miei amici e di me stesso).

 

Il leone dello stemma è il simbolo dei Paesi Bassi Borgognoni, e compare inizialmente sulla tomba del duca borgognone Filippo d’Asburgo (detto “il Bello” e marito di Giovanna di Castiglia “la Pazza”), il figlio Carlo V vi aggiunse la spada.

 

Le sette frecce rappresentano le province dei Paesi Bassi sotto il controllo di Carlo V. Nel 1578, durante la Guerra degli ottant’anni, gli Stati Generali ordinarono un grande sigillo che rappresentasse il leone con la spada tenente diciassette frecce, tante quante erano le province unite, della quali però solo sette furono liberate dalla dominazione spagnola, sigillo che rimase in uso fino al 1795, dal quale derivò lo stemma del leone in campo rosso.

 

Nel 1795 l’ultimo luogotenente (Stadholder) degli Stati Generali, Gugielmo V, fu costretto a fuggire dall’avanzata dei francesi, che proclamarono la Repubblica Batava (1795-1806), senza che questo modificasse, inizialmente, l’emblematica territoriale; tuttavia nel 1796 la figura del leone venne sostituita dalla personificazione della Libertà repubblicana: una fanciulla.

 

Con la costituzione del Regno d’Olanda nel 1806 venne ripristinato il leone come simbolo nazionale, Luigi Napoleone Bonaparte (fratello dell’imperatore francese) come re Luigi I utilizzò uno scudo composto con il leone degli Stati Generali e l’aquila napoleonica.

 

Quando l’imperatore Napoleone I abolì il Regno d’Olanda nel 1810, il leone dovette di nuovo lasciare il posto alla sola aquila imperiale.

 

Nel 1813 i francesi furono cacciati dai Paesi Bassi e il figlio dell’ultimo Stadholder fu proclamato “Sovrano Principe” Guglielmo VI (1813-1815), il quale riprese il vecchio leone con la spada e le frecce ma con una corona reale sulla sua testa, inquartato con i simboli di Châlon-Orange-Geneve (ossia il noto “corno da caccia” del principato d’Orange, derivato da Ottone di Orange), e uno scudetto di Nassau collocato nel centro.

Nel 1815 con l’istituzione del “Regno Unito dei Paesi Bassi” che comprendeva non solo le terre dell’ex Repubblica olandese ma anche quelle già possesso dell’Austria (Paesi Bassi meridionali), venne adottato il leone di Nassau per simboleggiare l’unione tra la casa reale di Nassau e l’Olanda. 

 

Durante il dominio rivoluzionario francese lo stemma venne inserito in quello rappresentante la Repubblica Batava (1795-1806) e successivamente inserito in quello del Regno d’Olanda (1806-1810), appannaggio di Napoleone-Luigi Bonaparte, e in quello del Regno dei Paesi Bassi (1813-1815) assegnato a Guglielmo I di Orange-Nassau (lo scudo era inquartato: nel primo e nel quarto col leone d’oro impugnante la spada, nel secondo e nel terzo le armi della dinastia Châlons-Orange-Ginevra-Nassau).

 

Il territorio olandese e, più in generale, quello fiammingo fu molto importante per lo sviluppo dell’Araldica, una delle più famose raccolte di armi è l’Armoriale di Gheldria, scritto tra il 1370 e il 1414. Gli stemmi nei Paesi Bassi non erano all’epoca controllati da un ufficio araldico vero e proprio, come avveniva nel Regno Unito, e non erano un’esclusiva delle famiglie nobili: chiunque, se lo desiderava, poteva usare uno stemma, con l’unica regola di non adottare uno stemma altrui, secondo un diritto derivato dal Diritto Olandese, modellato su quello Romano. Molti, in particolare mercanti, pur non essendo membri della nobiltà, avevano un proprio stemma “borghese”.

 

Attualmente l’araldica pubblica olandese è regolata dall’Alto Consiglio per la Nobiltà (Hoge Raad van Adel), che fornisce stemmi a province, comuni, Uffici delle Acque, Diocesi, Abbazie e Basiliche cattoliche.

 

La maggior parte degli stemmi pubblici è stata registrata e confermata negli anni seguenti alla formazione del Regno d’Olanda nel 1815, quando i borgomastri richiesero gli stemmi per le loro città, per comporre i quali ci si riferiva spesso agli antichi sigilli, accadeva talvolta che i colori originari degli stemmi non fossero chiari, quindi molti di essi vennero blasonati negli “smalti nazionali” oro e azzurro, i colori dello stemma dei Paesi Bassi. Nel XX secolo, alcuni blasoni di queste armi vennero corretti, quando i colori originali vennero riscoperti.

 

Generalmente, l’Alto Consiglio, seguendo le linee guida di un decreto del Ministero degli Interni del 1977, applica una politica di semplicità stilistica. Oggigiorno, la maggior parte degli stemmi vengono concessi in seguito a riforme amministrative, come, ad esempio, quando più comuni si uniscono in uno solo. Nella maggior parte dei casi, un ente pubblico richiede uno stemma all’Alto Consiglio, che adatta la proposta agli standard araldici del paese. Società genealogiche e storiche disegnano queste bozze di proposta. Nuove municipalità tendono a includere i diversi elementi degli stemmi dei comuni uniti, mente l’Alto Consiglio a volte rifiuta proposte “troppo cariche”.

 

L’Alto Consiglio generalmente non approva l’inquartamento di armi già esistenti e tende a non accettare figure di santi sugli scudi. Spesso il nome dei nuovi comuni nati da unioni si riferisce ai corsi d’acqua presenti nel territorio e una pezza onorevole rappresentante l’acqua è una prassi comune nelle recenti concessioni, al punto che l’Alto Consiglio l’ha definita “tipica dell’araldica olandese” nel 2004 e ancora nel 2010.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro

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