Incisa Valdarno


Zona Municipale

Incisa Valdarno

Figline Incisa Valdarno
Informazioni

Incisa Valdarno è un grosso borgo sorto attorno a un castello che chiudeva strategicamente la vallata del Valdarno e vigilava un importante ponte sull’Arno.

Incisa, storicamente, è già stata unita al territorio figlinese. Lo Statuto del Capitano del Popolo fiorentino del 1322 cita un «Capitaneus lige Fighini et Ancise», che aveva un salario di ottanta lire di fiorini piccoli. Nel XV secolo venne invece formata la Podesteria di Cascia e Ancisa. Con le riforme Leopoldine, Incisa venne nuovamente riunita a Figline, e anche il Repetti, che scriveva negli anni Trenta dell’Ottocento, cita la «comunità riunita di Figline e Incisa». Ciò nonostante, come spesso avviene in Toscana fra borghi vicini, le popolazioni furono sempre divise da un’accesa rivalità di campanile, che – secondo la memoria popolare – hanno dato vita nel tempo a episodi coloriti. Nel 1851, sotto la spinta autonomistica della popolazione, ne fu distaccata per dar vita alla Comunità di Ancisa, che solo nel 1859 assunse l’attuale denominazione. Oggi, divenute più importanti le motivazioni economiche rispetto a quelle sentimentali, le due comunità trovano la loro ricomposizione.

Lo stemma civico di Incisa Valdarno (in uso fino al 2013) si balsona: «interzato in fascia: nel primo, di verde, con la scritta, in caratteri maiuscoli d’oro: DI TRE COLORI; nel secondo, d’argento alla branca d’orso, strappata, posta in fascia, al naturale, trapassata dalla freccia di nero, con la punta all’insù, posta in sbarra; nel terzo, di rosso, con la scritta, in caratteri maiuscoli d’oro; E D’UNA, nella prima riga, CONTENENZA, nella seconda riga».

Lo stemma fu creato al momento della creazione della nuova Comunità, nel 1851. Riferisce il Passerini che «questa terra faceva parte della lega di Cascia che aveva per arme un orso. Piccolo luogo, ebbe fino dai tempi andati per proprio stemma una parte dell’orso; una zampa ferita, cioè ancisa. Il gonfaloniere Brucalassi, nel riprendere, nel 1860, l’antico stemma da lunghissimi anni dimenticato, volle pur ricordare il tempo in cui lo fece: perciò, diviso il campo orizzontalmente nei tre colori nazionali, collocò la zampa dell’orso nella parte di mezzo , e divise tra le altre due il verso della divina Commedia «Di tre colori e di una contenenza», scritto a caratteri d’oro».

Note di Michele Turchi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Michele Turchi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“Interzato in fascia: nel primo, di verde, con la scritta, in caratteri maiuscoli d’oro: DI TRE COLORI; nel secondo, d’argento alla branca d’orso, strappata, posta in fascia, al naturale, trapassata dalla freccia di nero, con la punta all’insù, posta in sbarra; nel terzo, di rosso, con la scritta, in caratteri maiuscoli d’oro; E D’UNA, nella prima riga, CONTENENZA, nella seconda riga”.

 
 
Colori dello scudo:
argento, rosso, verde
Partizioni:
interzato in fascia
Oggetti dello stemma:
branca d'orso, carattere, freccia, punta, riga, scritta
Attributi araldici:
all'insù, maiuscolo, posto in fascia, posto in sbarra, strappato, trapassato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo troncato di rosso e di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: troncato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    13 Luglio 1987