Canavese
Il Canavese è una regione storica del Piemonte settentrionale compresa tra Torino, la Valle d’Aosta, Biellese e Vercellese. La “capitale” storica è la città di Ivrea, di origine celtica che divenne Municipium romano nel I secolo a.C., mantenendo il nome che già aveva di Eporedia (da cui il termine eporediesi con cui sono definiti i suoi abitanti).
Il toponimo deriverebbe dall’antico abitato della Curtis Canava, presso l’attuale Cuorgnè, situata su uno sperone roccioso alla confluenza tra il torrente Orco e il Gallenca, già citata in un diploma di Berengario II del 951 e menzionata per l’ultima volta in un diploma del 1054 o, più probabilmente, la località omonima sulle pendici del monte Quinzèina, dove ancor oggi si trova l’abitato di Nava.
Secondo la tradizione popolare invece deriverebbe dall’antica coltivazione della canapa, particolarmente diffusa nella zona, dalla quale la denominazione di Curtis Canava: è questa l’etimologia scelta dai nobili Valperga per il loro stemma.
Inizialmente la denominazione era ristretta alla valle dell’Orco e solo successivamente estesa anche alla pianura.
«Con questo nome [Canavese] si suole indicare quella parte del Piemonte compresa tra la Serra Morenica di Ivrea e il corso inferiore della Dora Baltea da Mazzè sino alla confluenza con il Po, il corso di questo fiume sino alle vicinanze della confluenza della Stura di Lanzo, la riva sinistra della Stura, escludendo una piccola parte della pianura a nord di Torino (Settimo Torinese), quindi le vette culminanti delle Alpi Graie dalle Levanne al massiccio del Gran Paradiso (Valle del Malone, Val di Locana, Val di Soana e Val Chiusella)» (Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1930).
Il Canavese è generalmente suddiviso in:
- Alto Canavese(comprendente Cuorgnè, Rivarolo Canavese, Castellamonte e le valli Orco, Soana e Malone),
- Eporediese(comprendente i dintorni di Ivrea e la Valchiusella),
- Basso Canavese(con il territorio di Leini e i dintorni di San Giusto Canavese, Caluso, Volpiano fino a Chivasso).
Dopo la caduta dell’Impero Romano, il territorio fece parte di un ducato longobardo e poi di una contea franca (verso la fine dell’VIII secolo d.C.) e acquisì notevole importanza con Arduino di Dadone da Pombia, marchese di Ivrea e re d’Italia tra l’anno 1000 e il 1015.
Vi si generarono diverse famiglie nobiliari che pretendevano una discendenza diretta dagli arduinici.
Tra le principali ricordiamo i conti di Valperga, di Biandrate, di Mazzé, di San Martino, e di Castellamonte. Queste varie famiglie si contesero il territorio per secoli, spesso facendosi la guerra tra loro, spesso nel contesto degli scontri tra marchesi del Monferrato e Savoia. Tradizionalmente i San Martino e i Castellamonte erano guelfi e alleati con i Savoia, mentre i Masino e i Valperga erano ghibellini e schierati col Monferrato.
Nel XIV secolo la regione fu teatro delle rivolte dei “Tuchini”, abitanti dei piccoli Comuni rurali che si ribellarono contro lo strapotere dei signori feudali.
Il territorio era frammentato tra la dominazione dei vescovi-conti di Ivrea, dei marchesi del Monferrato, dei principi di Acaja e dei Savoia; questi ultimi ne acquisirono il dominio a partire dal XIV secolo.
Nel XV secolo il Canavese, anche grazie alla relativa stabilità politica assicurata dai Savoia, conobbe una discreta crescita economica; tra le varie opere realizzate all’epoca sono da segnalare i numerosi castelli e monasteri edificati a partire dal XV secolo, e il Naviglio di Ivrea, la cui costruzione come canale navigabile fu avviata da Amedeo VIII su disegno di Leonardo da Vinci con lo scopo di collegare la città di Ivrea a quella di Vercelli.
Lo stemma della regione (mai formalizzato come tale) è quello della famiglia Valperga, che dominò a lungo sul territorio, si blasona: “fasciato d’oro e di rosso, alla pianta di canapa di verde, attraversante sul tutto. Cimiero: Cinque frecce legate da un nastro col motto: Sans despartir.” Il motto in antico francese, attribuito a re Arduino, è traducibile con: “Senza nulla dividere” o, meglio: “Comunque sempre uniti”.
I Valperga furono in realtà un consortium (lett. “aventi la stessa sorte”): un gruppo di famiglie nobili riunite in consortile formatosi nei primi decenni dell’XI secolo nel Canavese occidentale. Precedentemente, prima dell’anno mille il territorio era soggetto al consortile dei Dro, altro gruppo si famiglie di probabile origine burgunda, possedeva la signoria delle terre più occidentali tra le valli dell’Orco e del Malone.
Gli appartenenti a una di quelle famiglie, spesso identificata come de Canavise, ma solo dopo la morte del re d’Italia Arduino d’Ivrea nel 1015, assunse il titolo di conti di Valperga e si professarono diretti discendenti di Arduino e di suo figlio Reghino; anche se tale parentela non è documentata. Il castello di Valperga, probabilmente costruito in epoca precedente dai Dro, divenne la loro dimora principale e da esso presero l’agnome.
Le famiglie in cui erano divisi i conti per anni furono in lotta per il dominio sul vicino e importante borgo commerciale di Corgnate (l’attuale Cuorgnè), la pacificazione avvenne solo nel 1327, per opera del vescovo di Asti, Guido II Valperga.
Nel 1339 si acuì in Canavese la guerra tra i feudatari, soprattutto fra i conti di Valperga e quelli di San Martino, gli uni ghibellini e gli altri guelfi: la lotta durò per molti anni, con molte atrocità e, alla fine (1362), entrambe le casate si sottomisero ai Savoia.
Secondo alcune genealogie, i conti di Valperga, come quelli di Masino e di San Martino avrebbero rappresentato effettivamente nel XII secolo il ramo nel canavesano dei conti di Pombia (anche se, come abbiamo visto, la “parentela” poteva essere non solo di sangue, ma di appartenenza ad un “clan”), discendenti dai figli di Ardizzone, secondogenito di Guido II di Pombia che per primo compare come signore del Canavese.
Un documento del 1222 attesta la già avvenuta divisione dei San Martino dal comune asse patrimoniale; invece tra i Valperga ed i Masino la divisione avvenne solo alla fine del XII, dopo gravi lotte e controversie.
Un ramo della famiglia si stabilì a Mantova e fu al servizio dei Gonzaga.
Lo stemma della famiglia Valperga si blasona: “fasciato d’oro e di rosso, alla pianta di canapa, d’argento, sradicata, attraversante”.
Nota di Bruno Fracasso e Massimo Ghirardi
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo araldico
“Fasciato di oro e di rosso, alla pianta di canapa di verde sradicata, attraversante sul tutto”.
oro, rosso
Partizioni:
fasciato
Oggetti dello stemma:
pianta di canapa
Attributi araldici:
attraversante, sradicato, sul tutto
LEGENDA
Il Canavese è una regione storica del Piemonte settentrionale compresa tra Torino, la Valle d’Aosta, Biellese e Vercellese. La “capitale” storica è la città di Ivrea, di origine celtica che divenne Municipium romano nel I secolo a.C., mantenendo il nome che già aveva di Eporedia (da cui il termine eporediesi con cui sono definiti i suoi abitanti).
Il toponimo deriverebbe dall’antico abitato della Curtis Canava, presso l’attuale Cuorgnè, situata su uno sperone roccioso alla confluenza tra il torrente Orco e il Gallenca, già citata in un diploma di Berengario II del 951 e menzionata per l’ultima volta in un diploma del 1054 o, più probabilmente, la località omonima sulle pendici del monte Quinzèina, dove ancor oggi si trova l’abitato di Nava.
Secondo la tradizione popolare invece deriverebbe dall’antica coltivazione della canapa, particolarmente diffusa nella zona, dalla quale la denominazione di Curtis Canava: è questa l’etimologia scelta dai nobili Valperga per il loro stemma.
Inizialmente la denominazione era ristretta alla valle dell’Orco e solo successivamente estesa anche alla pianura.
«Con questo nome [Canavese] si suole indicare quella parte del Piemonte compresa tra la Serra Morenica di Ivrea e il corso inferiore della Dora Baltea da Mazzè sino alla confluenza con il Po, il corso di questo fiume sino alle vicinanze della confluenza della Stura di Lanzo, la riva sinistra della Stura, escludendo una piccola parte della pianura a nord di Torino (Settimo Torinese), quindi le vette culminanti delle Alpi Graie dalle Levanne al massiccio del Gran Paradiso (Valle del Malone, Val di Locana, Val di Soana e Val Chiusella)» (Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1930).
Il Canavese è generalmente suddiviso in:
- Alto Canavese(comprendente Cuorgnè, Rivarolo Canavese, Castellamonte e le valli Orco, Soana e Malone),
- Eporediese(comprendente i dintorni di Ivrea e la Valchiusella),
- Basso Canavese(con il territorio di Leini e i dintorni di San Giusto Canavese, Caluso, Volpiano fino a Chivasso).
Dopo la caduta dell’Impero Romano, il territorio fece parte di un ducato longobardo e poi di una contea franca (verso la fine dell’VIII secolo d.C.) e acquisì notevole importanza con Arduino di Dadone da Pombia, marchese di Ivrea e re d’Italia tra l’anno 1000 e il 1015.
Vi si generarono diverse famiglie nobiliari che pretendevano una discendenza diretta dagli arduinici.
Tra le principali ricordiamo i conti di Valperga, di Biandrate, di Mazzé, di San Martino, e di Castellamonte. Queste varie famiglie si contesero il territorio per secoli, spesso facendosi la guerra tra loro, spesso nel contesto degli scontri tra marchesi del Monferrato e Savoia. Tradizionalmente i San Martino e i Castellamonte erano guelfi e alleati con i Savoia, mentre i Masino e i Valperga erano ghibellini e schierati col Monferrato.
Nel XIV secolo la regione fu teatro delle rivolte dei “Tuchini”, abitanti dei piccoli Comuni rurali che si ribellarono contro lo strapotere dei signori feudali.
Il territorio era frammentato tra la dominazione dei vescovi-conti di Ivrea, dei marchesi del Monferrato, dei principi di Acaja e dei Savoia; questi ultimi ne acquisirono il dominio a partire dal XIV secolo.
Nel XV secolo il Canavese, anche grazie alla relativa stabilità politica assicurata dai Savoia, conobbe una discreta crescita economica; tra le varie opere realizzate all’epoca sono da segnalare i numerosi castelli e monasteri edificati a partire dal XV secolo, e il Naviglio di Ivrea, la cui costruzione come canale navigabile fu avviata da Amedeo VIII su disegno di Leonardo da Vinci con lo scopo di collegare la città di Ivrea a quella di Vercelli.
Lo stemma della regione (mai formalizzato come tale) è quello della famiglia Valperga, che dominò a lungo sul territorio, si blasona: “fasciato d’oro e di rosso, alla pianta di canapa di verde, attraversante sul tutto. Cimiero: Cinque frecce legate da un nastro col motto: Sans despartir.” Il motto in antico francese, attribuito a re Arduino, è traducibile con: “Senza nulla dividere” o, meglio: “Comunque sempre uniti”.
I Valperga furono in realtà un consortium (lett. “aventi la stessa sorte”): un gruppo di famiglie nobili riunite in consortile formatosi nei primi decenni dell’XI secolo nel Canavese occidentale. Precedentemente, prima dell’anno mille il territorio era soggetto al consortile dei Dro, altro gruppo si famiglie di probabile origine burgunda, possedeva la signoria delle terre più occidentali tra le valli dell’Orco e del Malone.
Gli appartenenti a una di quelle famiglie, spesso identificata come de Canavise, ma solo dopo la morte del re d’Italia Arduino d’Ivrea nel 1015, assunse il titolo di conti di Valperga e si professarono diretti discendenti di Arduino e di suo figlio Reghino; anche se tale parentela non è documentata. Il castello di Valperga, probabilmente costruito in epoca precedente dai Dro, divenne la loro dimora principale e da esso presero l’agnome.
Le famiglie in cui erano divisi i conti per anni furono in lotta per il dominio sul vicino e importante borgo commerciale di Corgnate (l’attuale Cuorgnè), la pacificazione avvenne solo nel 1327, per opera del vescovo di Asti, Guido II Valperga.
Nel 1339 si acuì in Canavese la guerra tra i feudatari, soprattutto fra i conti di Valperga e quelli di San Martino, gli uni ghibellini e gli altri guelfi: la lotta durò per molti anni, con molte atrocità e, alla fine (1362), entrambe le casate si sottomisero ai Savoia.
Secondo alcune genealogie, i conti di Valperga, come quelli di Masino e di San Martino avrebbero rappresentato effettivamente nel XII secolo il ramo nel canavesano dei conti di Pombia (anche se, come abbiamo visto, la “parentela” poteva essere non solo di sangue, ma di appartenenza ad un “clan”), discendenti dai figli di Ardizzone, secondogenito di Guido II di Pombia che per primo compare come signore del Canavese.
Un documento del 1222 attesta la già avvenuta divisione dei San Martino dal comune asse patrimoniale; invece tra i Valperga ed i Masino la divisione avvenne solo alla fine del XII, dopo gravi lotte e controversie.
Un ramo della famiglia si stabilì a Mantova e fu al servizio dei Gonzaga.
Lo stemma della famiglia Valperga si blasona: “fasciato d’oro e di rosso, alla pianta di canapa, d’argento, sradicata, attraversante”.
Nota di Bruno Fracasso e Massimo Ghirardi
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Profilo araldico
“Fasciato di oro e di rosso, alla pianta di canapa di verde sradicata, attraversante sul tutto”.
oro, rosso
Partizioni:
fasciato
Oggetti dello stemma:
pianta di canapa
Attributi araldici:
attraversante, sradicato, sul tutto
LEGENDA