Giudicato di Gallura


Informazioni

Il Giudicato di Gallura era uno dei quattro regni sovrani e indipendenti sardi che nel Medioevo si estendeva nella parte nord-orientale dell’isola, dal corso del fiume Coghinas al Golfo di Orosei, occupando tutte le attuali sub-regioni della Gallura e delle Baronìe, oggi comprese nelle province di Nuoro e Olbia-Tempio.

 

A capo del Regno (Logu) vi erano il monarca denominato Giudice (Judike, dal termine greco per “Governatore”) e un Consiglio (Corona de Logu). La sua capitale era ubicata a Civita, ricostruita sui ruderi dell’antica città romana di Olbia, il cui nome compare per la prima volta nel 1113, e si ipotizza che la corte giudicale non avesse una sede fissa, ma si muovesse tra i maggiori centri delle Curatorie del Regno. È stato residenza giudicale il castello di Baldu nei pressi di Luogosanto. Ultimo Giudice di Gallura fu Nino Visconti. Viene datata al 1296 la fine del Giudicato di Gallura, quando, morto Nino Visconti, i suoi territori vennero inglobati da Pisa.

 

Lo stemma era costituito dall’effige di un gallo, figura “parlante” solitamente riportata in nero, anche se sui colori non c’è unanimità. Si sa che venne usato dal giudice Costantino II Spanu nel 1130.

 

Il territorio giudicale era diviso in due diocesi con sedi vescovili a Civita (Olbia) e a Galtellì, sedi giudicali ex æquo, inizialmente dipendenti direttamente dalla Santa Sede e dal 1138 sottoposte all’arcivescovo di Pisa che assunse perciò il titolo di “Primate di Sardegna”. La diocesi di Civita era erede dell’antica diocesi di Fausaniadocumentata dal V secolo (e il cui territorio costituì probabilmente la base per la formazione del giudicato) e fino al 1090/1095, con la denominazione di Episcopatus Gallurensis copriva l’intero territorio giudicale. Il patrono era san Simplicio, primo vescovo di Fausania. Fu il più povero dei Giudicati essendo costituito da un territorio montuoso e sterile, con poche zone coltivabili attorno alle odierne Orosei, Posada ed Olbia.

 

Il dominio era inoltre suddiviso in Curatorie:

  • Balaniana,
  • Barbagia di Bitti,
  • Canahim,
  • Fundimonte,
  • Gemini,
  • Montanea,
  • Orfili,
  • Orosei e Galtellì,
  • Posada,
  • Taras,
  •  

 

La storia conosciuta dei giudicati inizia nel 687 anno nel quale Giustiniano II di Costantinopoli trasferisce lo Judex provinciae da Furum Traiani, oggi Fordongianus, a Kàralis (Cagliari), e dal quale abbiamo notizia dei governanti delle quattro regioni. Poco sappiamo dei primi giudici della Galllura dal 687 al 1038. Durante il dominio bizantino, nel 687 governa di fatto la Gallura un certo Inerio, anche se vi era ancora un unico Judex provinciae ad avere, per lo meno formalmente, autorità su tutta l’isola. Verso il 740, governa Giovanni e successivamente Simone. Verso l’800 governa Dertone ed in seguito Lirco.

 

I luogotenenti del Giudice cagliaritano si proclamano indipendenti intorno all’851/854 e “Judex” ognuno delle quattro Partes Sardiniae.

 

La prima dinastia giudicale è quella dei Torres, dal 1038, ai quali successero diverse famiglie locali, per passare poi al ramo pisano dei Visconti.

 

Ultimo giudice di Gallura fu Ugolino “Nino” Visconti, sposo di Beatrice d’Este di Ferrara, che sposerà in seconde nozze Galeazzo I Visconti di Milano, spodestato dai pisani, nel 1288, che ne avevano occupato i territori decretando la fine del Giudicato nel 1296: sua figlia Giovanna si fregiò solo del titolo nominale di “Giudicessa”, per poi cedere i diritti al fratellastro Azzone, signore di Milano; nel 1447 Filippo Maria Visconti cede formalmente i diritti sul giudicato di Gallura ad Alfonso V d’Aragona.

 

I giudici viscontei manterranno la corte itinerante, risiedendo oltre che a Civita (Olbia) e Galtellì (nel castello di Pontes, anche se il territorio in parte entrerà a far parte del nuovo stato teocratico del Girifai), Orosei e nel pittoresco castello della Fava di Posada, edificato di fronte al mare, non poteva costituire un presidio militare, per cui si ritiene che potesse trattarsi di una residenza dei giudici di Gallura.

 

Infine, l’erede del giudicato di Gallura e anche della terza parte del giudicato di Calàri è Giovanna Visconti, figlia minorenne di Nino Visconti e Beatrice d’Este, moglie di Rizzardo Il da Camino, signore di Treviso. Nel 1337 Giovanna trasmise il titolo ed i propri diritti al fratellastro Azzone Visconti, figlio di Beatrice d’este e di Galeazzo I Visconti signore di Milano, che non ha legami né familiari né culturali o affettivi con i domini del nord Sardegna e, divenuto signore di Milano, non si occuperà mai dei possedimenti sardi che verranno inglobati da Pisa e amministrati tramite dei vicari.

 

Nel 1339, alla morte di Azzone Visconti, il titolo passa al cugino Galeazzo II Visconti e da lui a suo figlio Gian Galeazzo Visconti, da Gian Galeazzo il titolo passa al figlio Filippo Maria Visconti. Nel 1323 era iniziata la conquista aragonese della Sardegna, e nel 1447 Filippo Maria Visconti, dal momento che la signoria di Milano non è una potenza marittima e non è, quindi, in grado di difenderlo, cede formalmente e definitivamente i diritti sul giudicato di Gallura ad Alfonso V d’Aragona il quale ne determina l’estinzione e lo fonde nel nuovo regno di Sardegna.

 

Il territorio che era del giudicato di Gallura verrà quindi governato dagli Aragonesi dal 1323 al 1516, e dagli Spagnoli dal 1516 al 1713, per passare quindi all’Austria che lo governa dal 1713 al 1720 e, infine, entra nel regno di Sardegna e dal 1861 nel Regno d’Italia.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs/Pdc


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


“D’argento al gallo ardito, di nero”.

Oggetti dello stemma:
gallo
Attributi araldici:
ardito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

Informazioni

Il Giudicato di Gallura era uno dei quattro regni sovrani e indipendenti sardi che nel Medioevo si estendeva nella parte nord-orientale dell’isola, dal corso del fiume Coghinas al Golfo di Orosei, occupando tutte le attuali sub-regioni della Gallura e delle Baronìe, oggi comprese nelle province di Nuoro e Olbia-Tempio.

 

A capo del Regno (Logu) vi erano il monarca denominato Giudice (Judike, dal termine greco per “Governatore”) e un Consiglio (Corona de Logu). La sua capitale era ubicata a Civita, ricostruita sui ruderi dell’antica città romana di Olbia, il cui nome compare per la prima volta nel 1113, e si ipotizza che la corte giudicale non avesse una sede fissa, ma si muovesse tra i maggiori centri delle Curatorie del Regno. È stato residenza giudicale il castello di Baldu nei pressi di Luogosanto. Ultimo Giudice di Gallura fu Nino Visconti. Viene datata al 1296 la fine del Giudicato di Gallura, quando, morto Nino Visconti, i suoi territori vennero inglobati da Pisa.

 

Lo stemma era costituito dall’effige di un gallo, figura “parlante” solitamente riportata in nero, anche se sui colori non c’è unanimità. Si sa che venne usato dal giudice Costantino II Spanu nel 1130.

 

Il territorio giudicale era diviso in due diocesi con sedi vescovili a Civita (Olbia) e a Galtellì, sedi giudicali ex æquo, inizialmente dipendenti direttamente dalla Santa Sede e dal 1138 sottoposte all’arcivescovo di Pisa che assunse perciò il titolo di “Primate di Sardegna”. La diocesi di Civita era erede dell’antica diocesi di Fausaniadocumentata dal V secolo (e il cui territorio costituì probabilmente la base per la formazione del giudicato) e fino al 1090/1095, con la denominazione di Episcopatus Gallurensis copriva l’intero territorio giudicale. Il patrono era san Simplicio, primo vescovo di Fausania. Fu il più povero dei Giudicati essendo costituito da un territorio montuoso e sterile, con poche zone coltivabili attorno alle odierne Orosei, Posada ed Olbia.

 

Il dominio era inoltre suddiviso in Curatorie:

  • Balaniana,
  • Barbagia di Bitti,
  • Canahim,
  • Fundimonte,
  • Gemini,
  • Montanea,
  • Orfili,
  • Orosei e Galtellì,
  • Posada,
  • Taras,
  •  

 

La storia conosciuta dei giudicati inizia nel 687 anno nel quale Giustiniano II di Costantinopoli trasferisce lo Judex provinciae da Furum Traiani, oggi Fordongianus, a Kàralis (Cagliari), e dal quale abbiamo notizia dei governanti delle quattro regioni. Poco sappiamo dei primi giudici della Galllura dal 687 al 1038. Durante il dominio bizantino, nel 687 governa di fatto la Gallura un certo Inerio, anche se vi era ancora un unico Judex provinciae ad avere, per lo meno formalmente, autorità su tutta l’isola. Verso il 740, governa Giovanni e successivamente Simone. Verso l’800 governa Dertone ed in seguito Lirco.

 

I luogotenenti del Giudice cagliaritano si proclamano indipendenti intorno all’851/854 e “Judex” ognuno delle quattro Partes Sardiniae.

 

La prima dinastia giudicale è quella dei Torres, dal 1038, ai quali successero diverse famiglie locali, per passare poi al ramo pisano dei Visconti.

 

Ultimo giudice di Gallura fu Ugolino “Nino” Visconti, sposo di Beatrice d’Este di Ferrara, che sposerà in seconde nozze Galeazzo I Visconti di Milano, spodestato dai pisani, nel 1288, che ne avevano occupato i territori decretando la fine del Giudicato nel 1296: sua figlia Giovanna si fregiò solo del titolo nominale di “Giudicessa”, per poi cedere i diritti al fratellastro Azzone, signore di Milano; nel 1447 Filippo Maria Visconti cede formalmente i diritti sul giudicato di Gallura ad Alfonso V d’Aragona.

 

I giudici viscontei manterranno la corte itinerante, risiedendo oltre che a Civita (Olbia) e Galtellì (nel castello di Pontes, anche se il territorio in parte entrerà a far parte del nuovo stato teocratico del Girifai), Orosei e nel pittoresco castello della Fava di Posada, edificato di fronte al mare, non poteva costituire un presidio militare, per cui si ritiene che potesse trattarsi di una residenza dei giudici di Gallura.

 

Infine, l’erede del giudicato di Gallura e anche della terza parte del giudicato di Calàri è Giovanna Visconti, figlia minorenne di Nino Visconti e Beatrice d’Este, moglie di Rizzardo Il da Camino, signore di Treviso. Nel 1337 Giovanna trasmise il titolo ed i propri diritti al fratellastro Azzone Visconti, figlio di Beatrice d’este e di Galeazzo I Visconti signore di Milano, che non ha legami né familiari né culturali o affettivi con i domini del nord Sardegna e, divenuto signore di Milano, non si occuperà mai dei possedimenti sardi che verranno inglobati da Pisa e amministrati tramite dei vicari.

 

Nel 1339, alla morte di Azzone Visconti, il titolo passa al cugino Galeazzo II Visconti e da lui a suo figlio Gian Galeazzo Visconti, da Gian Galeazzo il titolo passa al figlio Filippo Maria Visconti. Nel 1323 era iniziata la conquista aragonese della Sardegna, e nel 1447 Filippo Maria Visconti, dal momento che la signoria di Milano non è una potenza marittima e non è, quindi, in grado di difenderlo, cede formalmente e definitivamente i diritti sul giudicato di Gallura ad Alfonso V d’Aragona il quale ne determina l’estinzione e lo fonde nel nuovo regno di Sardegna.

 

Il territorio che era del giudicato di Gallura verrà quindi governato dagli Aragonesi dal 1323 al 1516, e dagli Spagnoli dal 1516 al 1713, per passare quindi all’Austria che lo governa dal 1713 al 1720 e, infine, entra nel regno di Sardegna e dal 1861 nel Regno d’Italia.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

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Disegnato da: Massimo Ghirardi

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“D’argento al gallo ardito, di nero”.

Oggetti dello stemma:
gallo
Attributi araldici:
ardito

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  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune