Repubblica di Cospaia
Nel febbraio 1441, al tempo del pontificato di Eugenio IV, lo Stato della Chiesa cedette il territorio di Sansepolcro alla Repubblica fiorentina. Nel trattato che ne delimitava le frontiere si stabilì come demarcazione un modesto corso d’acqua, tributario sulla sinistra del fiume Tevere, che lo stesso trattato definiva semplicemente «Rio». Avvenne tuttavia che nel tracciamento catastale le autorità fiorentine lo identificassero col Rio della Gorgaccia, mentre per quelle papali si trattava del fosso del Riascolo, che scorreva poche centinaia di metri più a Sud. In questa maniera venne a crearsi, di fatto, una striscia di terra – appena 330 ettari – che formalmente non era soggetta ad alcuna autorità.
In questa «terra di nessuno» era compreso il piccolo borgo di Cospaia, i pochi abitanti del quale (circa 250) non esitarono a dichiarare la propria indipendenza, costituendosi come repubblica. Tutti gli abitanti ne erano liberi cittadini, e non esisteva formalmente nessun organo di potere, demandando ogni decisione comunitaria all’assemblea dei capofamiglia. Era una forma di autogoverno inusuale per l’epoca; a parte le Repubbliche marinare (che ebbero tuttavia istituzioni aristocratiche), sono note la Repubblica di San Marino e quella di Senarica, in Abruzzo, la reale esistenza della quale non è peraltro storicamente provata.
La piccola entità territoriale venne in ogni caso formalmente riconosciuta nel 1484, e gli abitanti vi crearono una zona franca posta a cuscinetto fra i due Stati, libera da ogni forma di dazio. Grazie a questa opportunità i cospaiesi incrementarono, fra i primi in Italia, la coltivazione del tabacco (Nicotiana tabacum), tanto che ancora adesso alcune varietà di tabacco vengono definite col nome di cospaia. Il rovescio della medaglia era tuttavia costituito dal fatto che questa libertà formale attraesse molte persone poco raccomandabili, contrabbandieri e ricercati per reati di tutti i tipi negli Stati confinanti.
Ciò nonostante Cospaia fu libera e indipendente per 385 anni, fin quando il 26 giugno 1826 quattordici rappresentanti della Repubblica firmarono l’atto di sottomissione allo Stato della Chiesa, mettendo fine all’esistenza di questo Stato in miniatura. Ogni cospaiese ottenne come simbolico compenso una moneta d’argento e l’autorizzazione a continuare la coltivazione del tabacco. Oggi il piccolo borgo è compreso come frazione nel comune di San Giustino, in Provincia di Perugia.
La Repubblica alzava uno stemma del tipo figurato, costituito dalla rappresentazione ideale del paesello compreso tra due corsi d’acqua, accostati da una pianta di tabacco a destra e due pesci a sinistra. Nelle versioni più recenti è completato nel capo dal motto «Cosparia perpetua et firma libertas» e dalle date 1440-1826 che ne segnano gli estremi cronologici. Cospaia ebbe anche una bandiera ufficiale, tuttora utilizzata in alcune occasioni, divisa in sbarra in un campo nero e uno bianco.
Nota a cura di Michele Turchi
Per saperne di più:
– Wikipedia, l’enciclopedia libera, alla voce «Repubblica di Cospaia» (con ampia bibliografia)
– G. Tessera, Comodo gli è ’sto Stato, anche se stretto, perché serviva lor da cuscinetto, in «EOS», anno 3, n. 7 (2004), http://www.eosrivista.com/504.asp?ID_ART=76
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Michele Turchi
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Rappresentazione recente dello stemma con il motto e le date dell’esistenza della Repubblica di Cospaia.
Disegnato da: Michele Turchi
Rappresentazione recente dello stemma con il motto e le date dell’esistenza della Repubblica di Cospaia.
Profilo Araldico
Non ancora una blasonatura
“Drappo tagliato di nero e di bianco…”
Disegnato da: Michele Turchi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Nel febbraio 1441, al tempo del pontificato di Eugenio IV, lo Stato della Chiesa cedette il territorio di Sansepolcro alla Repubblica fiorentina. Nel trattato che ne delimitava le frontiere si stabilì come demarcazione un modesto corso d’acqua, tributario sulla sinistra del fiume Tevere, che lo stesso trattato definiva semplicemente «Rio». Avvenne tuttavia che nel tracciamento catastale le autorità fiorentine lo identificassero col Rio della Gorgaccia, mentre per quelle papali si trattava del fosso del Riascolo, che scorreva poche centinaia di metri più a Sud. In questa maniera venne a crearsi, di fatto, una striscia di terra – appena 330 ettari – che formalmente non era soggetta ad alcuna autorità.
In questa «terra di nessuno» era compreso il piccolo borgo di Cospaia, i pochi abitanti del quale (circa 250) non esitarono a dichiarare la propria indipendenza, costituendosi come repubblica. Tutti gli abitanti ne erano liberi cittadini, e non esisteva formalmente nessun organo di potere, demandando ogni decisione comunitaria all’assemblea dei capofamiglia. Era una forma di autogoverno inusuale per l’epoca; a parte le Repubbliche marinare (che ebbero tuttavia istituzioni aristocratiche), sono note la Repubblica di San Marino e quella di Senarica, in Abruzzo, la reale esistenza della quale non è peraltro storicamente provata.
La piccola entità territoriale venne in ogni caso formalmente riconosciuta nel 1484, e gli abitanti vi crearono una zona franca posta a cuscinetto fra i due Stati, libera da ogni forma di dazio. Grazie a questa opportunità i cospaiesi incrementarono, fra i primi in Italia, la coltivazione del tabacco (Nicotiana tabacum), tanto che ancora adesso alcune varietà di tabacco vengono definite col nome di cospaia. Il rovescio della medaglia era tuttavia costituito dal fatto che questa libertà formale attraesse molte persone poco raccomandabili, contrabbandieri e ricercati per reati di tutti i tipi negli Stati confinanti.
Ciò nonostante Cospaia fu libera e indipendente per 385 anni, fin quando il 26 giugno 1826 quattordici rappresentanti della Repubblica firmarono l’atto di sottomissione allo Stato della Chiesa, mettendo fine all’esistenza di questo Stato in miniatura. Ogni cospaiese ottenne come simbolico compenso una moneta d’argento e l’autorizzazione a continuare la coltivazione del tabacco. Oggi il piccolo borgo è compreso come frazione nel comune di San Giustino, in Provincia di Perugia.
La Repubblica alzava uno stemma del tipo figurato, costituito dalla rappresentazione ideale del paesello compreso tra due corsi d’acqua, accostati da una pianta di tabacco a destra e due pesci a sinistra. Nelle versioni più recenti è completato nel capo dal motto «Cosparia perpetua et firma libertas» e dalle date 1440-1826 che ne segnano gli estremi cronologici. Cospaia ebbe anche una bandiera ufficiale, tuttora utilizzata in alcune occasioni, divisa in sbarra in un campo nero e uno bianco.
Nota a cura di Michele Turchi
Per saperne di più:
– Wikipedia, l’enciclopedia libera, alla voce «Repubblica di Cospaia» (con ampia bibliografia)
– G. Tessera, Comodo gli è ’sto Stato, anche se stretto, perché serviva lor da cuscinetto, in «EOS», anno 3, n. 7 (2004), http://www.eosrivista.com/504.asp?ID_ART=76
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Michele Turchi
Stemma Ufficiale
Logo
Bozzetto originale acs/Pdc
Altre immagini
Rappresentazione recente dello stemma con il motto e le date dell’esistenza della Repubblica di Cospaia.
Disegnato da: Michele Turchi
Rappresentazione recente dello stemma con il motto e le date dell’esistenza della Repubblica di Cospaia.
Profilo Araldico
Non ancora una blasonatura
“Drappo tagliato di nero e di bianco…”
Disegnato da: Michele Turchi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune